da: organizzatori
Lo scopo del libro, che si compone di una parte saggistica e una letteraria, è quello di proporre una forma – narrativa, appunto – per costruire itinerari di significazione della realtà, proprio a partire dalle più comuni domande dei bambini, intorno al senso delle cose. In fondo, sono le nostre stesse domande che, da sempre, alimentano le interrogazioni dei filosofi.
La narrazione, che, a nostro parere, è una forma del pensiero e dunque un principio organizzativo della conoscenza, qui vuole attingere al sentimento del “meraviglioso” che vibra nell’immaginario dei più piccoli, ma che persiste ostinato anche in noi, come testimoniano i sogni, le fantasie, le follie e gli innamoramenti che agitano la vita dei cosiddetti adulti.
Il testo si rivolge a quanti cercano risposte non convenzionali alle proprie inquietudini, non certo per appagarne gli interrogativi, quanto per sperimentare prassi di ermeneutica applicata, intorno alle forme interpretative del nostro pensiero.
Anita Gramigna, insegna Pedagogia all’Università di Ferrara, è docente del Dottorato del suo Ateneo, oltre che a quello in Pedagogia Interculturale sia all’Università Huelva che in quella di Granada (Spagna). Fra i suoi ultimi libri ricordiamo: L’ethos al tempo delle nanotecnologie (in coll. con F. Sancen Contreras), Milano, 2011; Ermeneutica dell’educazione, (in coll. con C. Pancera), 2012; Epistemologia della formazione nel presente tecnocratico, Milano, 2012; Nahual, Ferrara, 2013; Lo straordinario ed il meraviglioso, Roma, 2013; Viaggio a Oaxaca, Roma, 2014; Neurobiologia dell’educazione, Milano, 2014.
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