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Le storie di Costanza. Le stelle di Natale della zia Costanza

La zia Costanza sta spostando verso la portafinestra le stelle di Natale che si sono riempite di foglie rosse. Sono le stesse piante dello scorso anno e degli anni precedenti. Spostandole di qua e di là nel cortile e rincasandole quando fa freddo, riesce a tenerle a una temperatura costante di almeno quindici gradi, rendendole più belle di anno in anno.

La zia col giardinaggio è molto brava, legge sempre manuali di botanica e sa tutte le novità in fatto di floricultura. Ormai è dicembre e buona parte delle sue piante sono state trasportare in case e posizionate nei punti in cui c’è maggior luce. Ce ne sono nel grande soggiorno, sulla scala che sale al secondo piano, sul pianerottolo, in cucina e anche sul davanzale interno della finestra del bagno.

Solo le più robuste e resistenti al freddo sono ancora all’aperto, sotto il portico della vecchia casa di Via Santoni Rosa 21. Sono rimaste fuori tre grandi agavi e tre palme, un piccolo nespolo e quattro ortensie. Se la zia vede che una pianta perde brillantezza la sposta e continua a rifare la stessa operazione fino a quando trova un angolo dove la pianta recupera vitalità. Uno dei suoi fiori più belli è un’azalea con i petali rossi.

È un regalo dei gemelli Cominelli, amici di vecchia data dello zio Pietro, si conoscono da sempre. I Cominelli sono due “tappetti” con gli occhiali e delle folte chiome di capelli biondi, amanti dello sport e della buona cucina. Hanno una casa di proprietà sul lago di Parda, dove lo zio Pietro andava in vacanza d’estate quando era un giovane studente universitario.

Nel 2021 hanno regalato alla zia Costanza un’azalea e lei è riuscita a trovarle subito la posizione perfetta. L’ha messa vicino alla porta esterna del soggiorno, su un treppiedi di ferro arrugginito che ha sicuramente visto tempi migliori. Sopra il treppiedi ha posizionato un sottovaso marrone, e su questo la pianta.

Quando fa freddo il vaso viene interamente avvolto con del panno verde che era in origine il tappeto di un tavolo da biliardo del Bar Ghepardi. Qualche anno fa, Iris e Bella, le nostre cugine di Cremantello che gestiscono il bar, hanno deciso di cambiare il tavolo da gioco e ci hanno regalato il panno che lo ricopriva.

Il riciclo è una delle buone abitudini dei santoniani (gli abitanti di via Santoni), così il tessuto è stato sezionato in lunghe strisce pronte per l’uso. Avvolti dal panno verde, i fiori affrontano l’inverno ad una temperatura che permette loro di non congelare.

La morte delle piante è una delle preoccupazioni di Costanza, più della nebbia impenetrabile e delle esondazioni del Lungone, i due eventi climatici che animano i brutti sogni degli abitanti di questa zona. Anche la scelta dei vasi da lasciare all’esterno e da avvolgere nel panno non è banale, oltretutto il tessuto in questione non si deve bagnare per assolvere al meglio la sua funzione di protezione. Chi dà da bere alle piante deve perciò stare attento a questo particolare habitat e bagnare solo la terra, evitando accuratamente il vaso e il panno.

Con tutte queste attenzioni e con un po’ di fortuna data dalla resistenza congenita della pianta, l’azalea regalata dai Cominelli prospera magnifica e si riempie due volte all’anno di splendidi fiori. Sono così tanti che le foglioline verdi spariscono e si vede solo una macchia colorata omogenea e brillante. Sembra un quadro impressionista reso tridimensionale dall’intelligenza artificiale, invece è solo la bravura della giardiniera di casa.

Lo scorso anno Mario Cominelli ha commentato “Questo fiore è bellissimo!” e Costanza gli ha risposto “Me l’hai regalato tu tre anni fa!” Mario non si ricordava del regalo, oppure non l’aveva riconosciuto tanto aveva prosperato. È rimasto incantato a guardare la pianta.

L’ha fotografata e postata sui social con la scritta “La bellezza ci salverà”, poi l’ha trasformata in sfondo del suo cellulare. Io ho messo subito un like col cuore e, nel giro di mezz’ora, ne sono arrivati altri cento. Così, in pochissimo tempo, un capolavoro della zia è diventato virale.

La velocità di questa diffusione stride paurosamente con la lentezza con cui la pianta cresce e con il tempo che ci vuole per curarla, nutrirla, salvarla dai parassiti e ripararla dal freddo. Un lungo tempo per la cura, un brevissimo tempo per la diffusione della sua immagine. È come se un semplice like volesse pareggiare la fatica della zia, bruciare il tempo e portarsela via, chissà dove.

Un tempo bruciato è senza cuore. Il tempo buono è quello lento, che si espande, che rallenta i secondi, che ci permette di vedere in ogni attimo che passa una briciola di bellezza e un presagio d’eternità. A ogni evento va data la sua giusta importanza. Un like dura pochissimo, un secondo può espandersi fino a diventare eterno. Però a volte i social sono utili, tutti hanno visto la bellezza dell’azalea e io di questo sono contenta. Sono orgogliosa della bravura della mia amatissima zietta. Il mondo sarebbe più brutto senza di lei.

L’azalea è un’acidofila, quindi serve un terreno particolarmente acido e drenato. Esistono fertilizzanti specifici per queste piante, ma la zia non li usa, le innaffia con l’acqua del nostro acquedotto che lascia depositare nei secchi almeno due giorni, poi continua a spostarle cercando la combinazione di luce e aria che ritiene più idonea.

Una specie di Feng Shui casalingo, nostrano e floreale. Il Feng Shui è un’antica arte geomantica taoista della Cina, ausiliaria dell’architettura, affine alla geomanzia occidentale. A differenza di questa prende però in considerazione anche aspetti della psiche e dell’astrologia. Secondo i suoi sostenitori, esistono direzioni più propizie per le varie attività nella casa, nella vita, e nei viaggi.

Anche le forme e i colori di mobili, degli oggetti e delle piante devono avere assonanza con i cinque elementi chiave del Feng Shui: legno, metallo, fuoco, acqua e terra.  Una casa ben costruita dovrebbe essere quadrata o rettangolare senza angoli o parti mancanti e con forma regolare, dovrebbe avere un drago verde ad Est (delle piante alte che proteggano questo lato), una tigre bianca ad Ovest (possono esservi anche da questa parte delle piante, ma più basse), una tartaruga nera a Nord (una collina o un grosso masso) e la fenice rossa a Sud (può essere anche sotto forma simbolica, ad esempio un sasso con un filo rosso avvolto intorno).

Quando la zia si è messa a spiegare a Mario Cominelli la teoria del Feng Shui e la sua particolare e unica applicazione al mondo santoniano, lui ha commentato con tono laconico: “Tutto è vero fino a prova contraria. Qui di prove che questa specie di teoria abbia un senso non ce ne sono. Forse è la tua interpretazione molto libera che è efficace, ha davvero poco di ortodosso. Comunque, le piante sono belle e il giardino magnifico”.

Il gemello di Mario Cominelli si chiama Luigi. Non gli importa molto delle piante della zia e nemmeno di quelle che crescono nel giardino della sua casa vicino al lago. “Ciò che sopravvive, sopravvive e ciò che non sopravvive, non sopravvive”. Questa è la filosofia che sottende il suo approccio al mondo vegetale, lasciando poco scampo alle piante che per questione di siccità, parassiti, malattia, eccesso di acqua e incidenti di varia natura, soccombono.

È vero che la natura si rigenera in modi e forme sorprendenti ed è altrettanto vero che le modalità rigenerative selvagge sono affascinanti. Però un giardino con delle belle piante curate appaga la vista, trasmette tranquillità. A Luigi piacciono di più i grandi alberi, come gli ulivi. Nel suo giardino ce ne sono cinque. Da quelli raccoglie le olive e le porta al frantoio che in cambio gli fornisce l’olio in quantità proporzionale ai chili di frutti consegnati. Lo zio Pietro va quasi tutti gli anni ad aiutarli nella raccolta. La zia non ci va, la sua cervicale ne risentirebbe in maniera preoccupante.

I gemelli Cominelli non abitano più a Pontalba da molto tempo ma, quando si avvicina il Natale, vengono sempre a trovarci. Uno si è sposato e abita vicino a Vergania, l’altro abita direttamente in città. Stanno relativamente vicini, così se uno ha bisogno l’altro lo può aiutare, come ci si può aspettare da due gemelli.

La nonna Anna è stata la loro maestra e li rivede ogni anno con simpatia e orgoglio. Li abbraccia e dice sempre “i miei bambini …”. Io guardo sempre con piacere questo quadretto casalingo, penso che sia uno dei simboli del nostro Natale.

Questo ritrovarsi un po’ prevedibile ma comunque festoso, piace a tutti. Perché il Natale è così, è fatto di tradizioni che si ripetono sempre un po’ uguali, di incontri prevedibili, sereni e forieri di speranza nel buon cuore dell’umanità. Li trovo incontri belli, quella bellezza che partendo dagli occhi arriva al cuore, si mescola ai buoni propositi e li nutre.

La mescolanza tra buoni sentimenti e belle visioni crea la bellezza più vera, quella che mette insieme occhi e anima. Auguro a tutti un Natale fatto di incontri con persone amiche, di un tempo lento che ci permette di capire chi ci vuol bene, guardando i comportamenti e ascoltando le parole.

Non esiste un amore senza la sua manifestazione, non esiste un sentire senza un fare, senza un approccio al mondo che comprende sensibilità e gestualità. È per questo che la bellezza ci salverà ed è per questo che l’augurio di questo Natale comprende il “bello” che diventa festa.

Pensando a tutto questo rivedo con la mente la mia super-zietta in mezzo alle sue Stelle di Natale. Quell’immagine di una persona che si fonde con il suo mondo, con i suoi fiori e con le sue innumerevoli piante, mi sembra un bellissimo quadro Natalizio. Una fusione con la natura, con la terra, col vento e, alzando gli occhi verso il cielo, con l’idea di un bambino Santo che nascerà. Un’immagine che diffonde serenità in chi la sa vedere e crede che il Natale porti appresso la felicità.

Costanza e il suo mondo sono solo apparentemente diversi e distanti dal mondo che usiamo definire “reale”, e quasi sovrapponibili ad ogni mondo interiore.

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Costanza Del Re

E’ una scrittrice lombarda che racconta della vita della sua famiglia e della gente del suo paese, facendo viaggi avanti e indietro nel tempo. Con la Costanza piccola e lei stessa novantenne, si vive la storia di un’epoca con le sue infinite contraddizioni, i suoi drammi ma anche con le sue gioie e straordinarie scoperte.

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