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La grande manifestazione del 23 marzo 2002 per difendere lo Statuto del Lavoratori 

Quando tre milioni di persone in piazza salvarono l’articolo 18. Il 23 marzo 2002 “un lungo fiume rosso” invade le strade di Roma fino a riempire il Circo Massimo.  Tre milioni di persone: è la risposta collettiva alla chiamata della Cgil per difendere l’articolo 18 dall’attacco del governo Berlusconi e di Confindustria. 

“L’attacco all’art. 18 – scriveva Bruno Trentin nei suoi diari – che nasce dai giuslavoristi della destra neoliberale e non da un’iniziativa del padronato è stato il segno di un riflesso condizionato di tipo reazionario alla difficoltà di gestire le contraddizioni che sono insite in ogni fase di cambiamento e in una modernità sempre oscillante fra progresso e reazione. Perché nulla sta scritto, neanche che la modernità coincida con il progresso “sia pure con qualche inconveniente”. La contraddizione principale è quella fra responsabilità (che presuppone un minimo di autonomia e di libertà) e precarietà, l’assoluta incertezza sul futuro che nega quella libertà e rende vana ogni autonomia. Si può risolvere in tanti modi. Il riflesso condizionato di tipo reazionario reagisce con l’autoritarismo. Questo è il solo motivo ragionevole di un attacco ai diritti fondamentali dei lavoratori con gli argomenti di sempre della reazione conservatrice, l’occupazione! La sicurezza dell’impresa!”.

Periscopio, anche se è un quotidiano online basato sul volontariato, aderisce allo sciopero del 29 novembre 2024. Domani riprende la regolare pubblicazione.

In copertina: Corato (Bari), un’immagine dello sciopero generale del 18 novembre 1847

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Redazione di Periscopio

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