Integriamo le riflessioni sviluppate in questi giorni in ricordo dell’Olocausto con questo brano lirico composto da Alberto Vigevani, poeta e narratore, in memoria delle vittime del nazismo.
A Ferrara nel cimitero israelitico
Sanno, sappiamo
di non poter tornare a queste
stagioni con sempre nuovi fiori
nuove foglie.
Sanno, sappiamo
che il sonno senza sogni
sotto la silenziosa neve
o il terso verde
è il nostro destino
meno impietoso.
[tratta dal volume di Alberto Vigevani “L’esistenza. Tutte le poesie”, edito da Einaudi]
E questo è il testo di una lettera che l’avvocato Paolo Ravenna, fondatore e presidente della sezione ferrarese di Italia Nostra, scrisse all’amico Alberto Vigevani.
Caro Alberto,
…In questi anni si è saldamente creato un legame per me prezioso in cui la comune affinità nel vedere e nel sentire ha trovato tante occasioni per esprimersi. Non posso certo ripercorrere tutte quelle che mi sono più care. Sono tante e mi affido alle prime che mi vengono alla memoria. Come quando ti vedo nella penombra del tuo studio in via Borgonuovo, molti anni fa, mentre proiettavo le fotografie che avevo scattato sulla presenza ebraica a Ferrara e tu, preso da quell’atmosfera che sentivi anche tua, mi sollecitavi a ricavarne una pubblicazione… sobria, mi raccomando.
Più tardi e questa volta in una delle serene soste al sole di Piè Tofana con Annamaria e Roseda, tornasti su quell’idea e mi suggeristi il titolo – L’antico orto degli ebrei – di quel volumetto che dopo anni avrei realizzato e che ho potuto concludere proprio con una tua struggente poesia (“A Ferrara nel cimitero israelitico”).
Ancora vedo il tuo sguardo, appena trattenuto dall’emozione, quando parlando del nostro esilio svizzero, ti mostravo una piccola foto con alcuni compagni internati. Vi riconoscesti il volto di un caro amico, Gianni Pavia. Era ritratto con altri la sera prima di rientrare in Italia ove, dopo pochi giorni, partigiano, sarebbe stato ucciso dai fascisti poco piu che ventenne. E ricordo i momenti di vivace collaborazione per la mostra “Italya” al Palazzo dei Diamanti per pensare quel manifesto che poi uscì con il segno di espressiva eleganza di Bruno Munari.
Tra le varie cose ci proponemmo allora di accostare i ritratti tuo, di Bassani e di Moravia che Carlo Levi aveva dipinto in anni di fervidi sodalizi e che furono presentati fianco a fianco per chi avesse voluto trovarvi possibili affinità. Non lontani i ritratti di Carlo Rosselli e di Leone Ginzburg. E proprio in quell’occasione, vedo finalmente qui a Ferrara, tutta la famiglia Vigevani con Annamaria, figlioli, nuore e nipoti, raccolti attorno a te, vicino al pozzo rosso di Via Palestro…
Paolo Ravenna
(Ricordi e Testimonianze per Alberto Vigevani, Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli, 1998)
Sostieni periscopio!
Redazione di Periscopio
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it