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Emmanuel Carrère: un incontro in Biblioteca Ariostea tra ‘lettori accaniti’.

Chi ha letto opere di Emmanuel Carrère? Vi piace? Qual è il segreto di questo stile di scrittura che in parte divaga e in parte porta dritto dentro ai fatti della cronaca più vera? Un incontro per parlarne insieme è organizzato venerdì 25 ottobre 2024 alle 17 in Biblioteca Ariostea (via Scienze 17, Ferrara). Sarà lo spunto per confrontarsi tra lettori del romanzo “Limonov” rilanciato sull’onda della trasposizione cinematografica, della storia del pluriomicida “L’Avversario”, delle peripezie filosofico-esistenziali di “Yoga”, dell’appassionante resoconto del processo sulle stragi del Bataclan (“V13”), per non dire della biografia di uno scrittore di culto come Philip K. Dick – autore di “Blade Runner” e “Ubik” – raccontato in “Io sono vivo, voi siete morti”.

Locandina dell’incontro in Biblioteca Ariostea

Emmanuel Carrère è un giornalista e scrittore con un talento per le storie, che sa riportare con una voce tutta sua, pronunciata, per lo più, in prima persona. La sua scrittura evoca qualunque fatto in un modo che afferra e fa entrare dentro le curve della vicenda e dei suoi personaggi.

Non so se io ho iniziato dalla parte giusta. Certo è che quel suo modo di scrivere e raccontare mi ha fatto precipitare nella lettura delle sue opere. Come un viandante che approda su una vetta al termine di una salita, sono stata accolta da un orizzonte inaspettato: una duna di sabbia che scende verso l’oceano. Difficile essere cauti. La forza di temi, sentimenti ed emozioni mi ha trascinata dentro i suoi libri. In quelle pagine si gode dell’ebbrezza della discesa, si ascolta la velocità dei colpi di scena della vita, si percepisce l’aria agghiacciante del nord e quella filosofeggiante dell’estremo oriente che soffiano dalle sue parole.

Emmanuel Carrère con lo staff di Adelphi al Festivaletteratura

Il desiderio di confronto si è fatto ancora più grande quando ho saputo che stava leggendo i libri di Carrère un uomo di talento narrativo, acume e così forte capacità espressiva come il regista argentino Horacio Czertok. Mi è parso tanto più stimolante il fatto che lui abbia un approccio critico, volenteroso di contrapporre le letture personali dei fatti di Carrère alle profondità visionarie di Dick.
Analoga stimolo mi ha suscitato il confronto con un romanziere come Valerio Varesi, che con Carrère condivide anche il mestiere di giornalista. Varesi ha, in aggiunta, uno speciale legame con il mondo della letterario francese. In Francia, i suoi romanzi polizieschi della serie del commissario Soneri sono molto conosciuti e amati, e nel 2023 Varesi è stato insignito del ‘Grand prix de littérature policière’, assegnato ogni anno anche a un’opera straniera.

Il firma copie al Festival (foto GioM)
Emmanuel Carrère coi lettori
Festivaletteratura di Mantova 2024

Alla luce di tutto ciò, venerdì si parlerà di Carrère, insieme a Varesi e Czertok, nella sala Agnelli della Biblioteca comunale Ariostea. Un confronto come quello che si fa nei circoli di lettura ma che – in questo caso – è volutamente aperto a tutti. Perché, all’insaputa uno dell’altra, ci si può ritrovare a confrontarsi anche senza conoscersi, ma come reduci delle stesse pagine, percorse con sensazioni, percezioni e attitudini diverse.

In una recensione di qualche anno fa Gabriele Romagnoli diceva che il coraggio di Carrère “consiste nel dirci che nessun altro essere umano è davvero lontano da noi, irraggiungibile, anche se ha ucciso moglie e figli, se crede in un furioso cocktail di fascismo e comunismo, se sta morendo”. Un talento dell’impresa di farci entrare insieme a lui dentro a “Vite che non sono la mia”.

Per leggere gli articoli di Giorgia Mazzotti su Periscopio clicca sul nome dell’autrice

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

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