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Ferrara film corto festival

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Ci sono luoghi che sprigionano magia e tutti ci vanno per sentirla, respirarla. “Retrobottega”, di Nadia Al Omari, edito da Kite, è uno di questi. 

Abitudini, incontri inattesi, atmosfera delicatamente onirica e alquanto retrò.

C’è questo, e molto altro, nel recente albo “Retrobottega”, scritto da Nadia Al Omari e illustrato dall’esordiente Marco Leoni, edito da Kite.

L’esile proprietario di retrobottega accoglie tutti e per ognuno ha qualcosa. È generoso. C’è sempre la fila davanti al suo negozio, da anni. Ma un giorno nella sua vita routinaria accade qualcosa: arriva qualcuno che rischia di essere l’incontro della sua vita.

Retrobottega è il posto dove vivo. Dalla mattina al tramonto. Dal tramonto all’alba.

Le strade prendono il colore dell’alba e del tramonto, un poco anche della sabbia portata, leggera, dal Ghibli; sembra di essere ad Algeri, le torri e le finestre merlettate tipiche del mondo orientale, le case bianche e il profumo di gelsomino e di menta che aleggia nell’aria. E poi il nostro piccolo proprietario ha un copricapo particolare che a quei paesi ci riporta, insieme alle sue molteplici e multiformi teiere d’argento.

L’aria è frizzantina, tutto vibra e infonde energia. La magia ci avvolge, leggera.

Retrobottega è pieno di scaffali. E scatole, barattoli, vasi che hanno il suono della latta e del vetro. Io svito tappi e alzo coperchi. I clienti cominciano ad arrivare la mattina presto.

Entriamo, curiosiamo, sogniamo. L’atmosfera è incantata, difficile non rimanere attratti dalla voglia di scoprire e di trovare qualche oggetto che riporti alla mente una storia lontana e magari romantica. Di fronte a tanti oggetti, la curiosità prevale e la fantasia vola. Come accade nelle soffitte, quando cerchiamo orme. Tradizioni perdute, ricordi passati, vite che si intrecciano, mani che si sfiorano, racconti che si parlano e magari si scontrano, teiere che ricordano e parlano di incontri davanti ad una tazza calda e fumante.

Quando il vento soffia ed è troppo freddo per uscire, nel mio Retrobottega ordino e riordino, per colore, grandezza, per nome e data.

Fuori tira vento, dentro fa più caldo, si sta meglio. Le tante teiere ci ricordano le tre tazze di tè di molte tradizioni. Il Pakistan…

“La prima volta che bevi un tè con uno di noi sei uno straniero; la seconda, un ospite onorato; la terza, sei parte della famiglia”. Haji Ali, capo del villaggio di Korphe, Pakistan (da libro Tre tazze di tè, di Greg Mortenson e David Oliver Relin)

O il Mali, dove il tè è una vera istituzione, dal colore verde, dal sapore molto intenso e dalla preparazione che osserva regole e movimenti quasi rituali: le teiere vengono riempite tre volte e la prima tazza ad essere servita è “forte come la morte”, la seconda è “dolce come la vita”, mentre la terza è “zuccherata come l’amore”.

Dopo il tè, si torna al nostro luogo magico pieno di storia e di storie. Quando piove si scrive. I raggi del sole entrano nelle belle giornate, si spolvera mentre tutti sono al mare, l’ombra rinfresca. Qualcosa manca, qualcosa non c’è più, qualcos’altro può aspettare. Una creatura arriva inaspettata, sorride e si siede…

Qui arrivano tutti, il lattaio, il dottore, il giornalaio, la sarta, il giardiniere, l’autista, l’avvocato, e poi anche i bambini saltellanti e vocianti, prima di andare a scuola, con un soldo tondo si riempiono le tasche ed escono felici.

Tutti cercano qualcosa e per ognuno ci sarà qualcosa, basta saperlo cercare.

 

Nadia Al Omari è nata a Merate nel 1980. Laureata in Scienze dell’Educazione, legge libri illustrati senza tregua da quando è nata, prima per passione e poi per lavoro. In seguito, come naturale conseguenza, ha iniziato a scriverli… Facebook

Marco Leoni è illustratore, visual development per cortometraggi di animazione e narratore di giochi di ruolo per bambini e ragazzi, ha frequentato l’Accademia di belle Arti a Firenze, indirizzo di incisione e calcografia e una scuola privata di animazione. Facebook

 

Nadia Al Omari (autore), Marco Leoni (illustratore), Retrobottega, Kite edizioni, Padova, settembre 2024, 32 p.

 

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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