Una condanna alla politica di sfruttamento:
illegittimi gli accordi commerciali tra UE e Marocco per i prodotti di origine saharawi.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sentenziato per l’illegittimità degli accordi commerciali tra UE e Marocco per i prodotti di origine saharawi.
È una condanna alla politica di sfruttamento dei mari del Sahara Occidentale con la libertà di pesca che le società europee avevano conquistato con quegli accordi.
Lo stesso per lo sfruttamento dei giacimenti di fosfati del Sahara Occidentale esportati come concimi per l’agricoltura europea.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, infatti, sostiene che gli accordi con il Marocco hanno violato i diritti del popolo saharawi non tenendo conto del loro principio di autodeterminazione.
Questa è una sentenza definitiva. Già nel 2021, era stata emessa una sentenza di primo grado dello stesso tenore, alla quale la Ue ha fatto ricorso.
La sentenza riconosce il Fronte Polisario, rappresentante del movimento indipendentista saharawi, come persona giuridica legittimata a contestare gli accordi commerciali sulla pesca e sull’agricoltura, poiché queste attività commerciali si svolgono nel territorio del Sahara Occidentale occupato dal Marocco.
In copertina: Smara, campo profughi saharawi, Algeria – ph. Franco Ferioli
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Ai lettori di Ferraraitalia va subito detto che mi chiamo, mi chiamano e rispondo in vari modi selezionabili o interscambiabili a piacimento o per necessità: Franco Ferioli Mirandola. In virtù ad una vecchia pratica anagrafica in uso negli anni Sessanta, ho altri due nomi in più e in forza ad una usanza della mia terra ho in più anche un nomignolo e un soprannome. Ma tranquilli: anche in questi casi sono sempre io con qualche io in più: Enk Frenki Franco Paolo Duilio Ferioli Mirandola. Ecco fatto, mi sono presentato. Ciao a tutti, questo sono io, quindi quanti io ci sono in me? tanti quanti i mondi dell’autore che trova spazio in questo spazio? Se nelle ultime tre righe dovessi descrivere come mi sento a essere quello che sono quando vivo, viaggio, scrivo o leggo…direi così, sempre senza smettere di esagerare: “Io sono questo eterno assente da sé stesso che procede sempre accanto al suo proprio cammino…e che reclama il diritto all’orgogliosa esaltazione di sé stesso”.
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