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Francesco Costa è il vincitore del 60° Premio Estense.

Sabato 28 settembre il 60° Premio Estense è stato assegnato a Francesco Costa per il suo libro Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano, edito da Mondadori. A questo ha portato la serrata discussione tra le due giurie del Premio, quella tecnica dei giornalisti esperti e quella popolare, avvenuta nel primo pomeriggio nel salone d’onore di Palazzo Roverella.

Io c’ero. Seduta, per la prima volta da giurata, all’enorme tavolo allestito per gli oltre cinquanta votanti delle due giurie riunite.

Ho percepito una organizzazione esperta attorno a ognuna delle fasi previste per l’incontro: posto assegnato, cartellina con materiale informativo e schede per la votazione già distribuite, conduzione sicura della discussione da parte del Presidente della Giuria Tecnica Alberto Faustini.

Tutto nuovo per me, come nuovo è stato l’orario pomeridiano dell’incontro, così a ridosso della premiazione al vicino Teatro Comunale per scongiurare – pare – la fuga di notizie sul nome del vincitore.

Mi oriento subito rispetto alle modalità della discussione sui quattro libri finalisti e intervengo per dichiarare e motivare il mio voto, bevo sorsi d’acqua perché ho sete e non mi perdo una parola di ciò che viene detto. Guardo in su e all’intorno.

Il salone d’onore è magnificamente affrescato, e dal suo soffitto ci scrutano tante figure di uomini e donne ritratte nell’atto di affacciarsi a un’elegante balaustra e di guardare in giù verso di noi. Mi è di aiuto il loro sguardo antico di cinque secoli, che rende piccolo e transeunte quello che accade qui oggi. Mentre garantiscono un involucro di bellezza a questa giornata, mi aiutano a stare a distanza dalla emotività.

Vince alla quarta votazione il libro che Francesco Costa ha dedicato all’America di oggi; viene detto in più interventi che l’opera è segno di un giornalismo nuovo, “fresco”, penso che a dare freschezza all’insieme sia la divisione in tanti frammenti testuali che dipingono le forme della americanità oggi, così varie e diverse tra loro, a volte contraddittorie.

Per la prima volta il vincitore, che è vicedirettore del giornale on-line Il Post, non è un giornalista della carta stampata. Il premio Estense ha dunque sessant’anni ma non li dimostra, se in una edizione come questa sa mettere in risalto qualità e innovazione nella professione giornalistica.

È passata per la bocca di tutti i giurati la premessa su quanto sia stato difficile scegliere un’opera rispetto alle altre finaliste, per la loro grande qualità. Di intervento in intervento si sono arricchiti  i criteri di valutazione e i motivi per apprezzare ciascuna di loro nella sua peculiarità.

Lo stesso ribadisce Cesara Buonamici nell’introdurre la cerimonia della premiazione in Teatro: è stato arduo il compito della Giuria Tecnica che nello scorso mese di maggio ha individuato i quattro libri finalisti tra un numero record di settantadue partecipanti e oggi ancor più ardua la scelta delle due giurie. Ora siamo qui a decretare il vincitore di questo importante Premio, “un premio giornalistico tout court, libero”.

A mia volta mi trovo qui a vedere restituita in spettacolo di gala la discussione di poco fa: il teatro, bellissimo, si è riempito in pochi minuti, siamo o non siamo sulla ribalta nazionale?!? Dal palco che mi è stato assegnato ora sono io in alto a guardare giù, spettatrice di un evento perfettamente strutturato, che è a metà tra una performance artistica e una diretta tv.

Cesara Buonamici presenta Nello Scavo
Cesara Buonamici presenta Luca Fregona

Ci sono i protagonisti sul palco, con la loro fisicità, mentre alle loro spalle girano i filmati sul loro libro. Parlano e sembrano piccoli rispetto alla loro immagine proiettata, finisce che scatto alcune foto a quella se voglio cogliere anche la mimica del volto.

Quando compare l’immagine gigante di Franco Di Mare, scomparso nel mese di maggio, il suo ricordo riempie tutto lo spazio e non serve più fotografare.

Francesco Costa, Luca Fregona, Nello Scavo e Barbara Stefanelli si siedono a turno vicino alla conduttrice e spiegano il senso del loro libro, prima che ci sia la proclamazione del vincitore, riconducendo ai principi della deontologia giornalistica il senso profondo di ciò che hanno osservato e restituito ai lettori.

Francesco Costa ha parlato di onestà, Antonio Caprarica ha invocato il principio del rispetto che si deve ai fatti e al pubblico, sul controllo e sulla veridicità delle fonti si sono espressi prima Paolo Garimberti  e a seguire ognuno dei finalisti durante la ricostruzione del proprio lavoro.

Alessandra Sardoni motiva la candidatura di Barbara Stefanelli
Cesara Buonamici intervista Antonio Caprarica, a cui è andato il Riconoscimento Granzotto

Una indagine rigorosa dal respiro internazionale e un lavoro di scrittura, e che scrittura. Io che sono qui per i libri e mi trovo in mezzo a tutto questo per ragionare di loro, ho avuto una buona porzione di pane per i miei denti.

Nota bibliografica:

  • Francesco Costa, Frontiera, Mondadori, 2024
  • Luca Fregona, Laggiù dove si muore, Athesia Verlag, 2023
  • Nello Scavo, Le mani sulla Guardia Costiera, Chiarelettere, 2023
  • Barbara Stefanelli, Love harder, Solferino, 2023

Cover: consegna dell’Aquila d’oro a Francesco Costa

Le foto nel testo e di copertina sono dell’autrice

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Roberta Barbieri

Dopo la laurea in Lettere e la specializzazione in Filologia Moderna all’Università di Bologna ha insegnato nel suo liceo, l’Ariosto di Ferrara, per oltre trent’anni. Con passione e per la passione verso la letteratura e la lettura. Le ha concepite come strumento per condividere l’Immaginario con gli studenti e con i colleghi, come modo di fare scuola. E ora? Ora prova anche a scrivere

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