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Autori Vari: “Quando andavo a scuola” (2° Parte)

Pubblichiamo altri temi degli studenti del maestro Dino Tebaldi come seconda parte dei loro ricordi di quando andavano a scuola. Come già scritto, Dino, con grande rispetto e grande impegno, ha scelto di pubblicare due versioni di quei temi: la prima così come scritta dall’autore (errori ortografici compresi), la seconda corretta da lui. Di seguito potete leggere le versioni corrette.
(Mauro Presini)

di S.T.b.A.

 “Quando ho cominciato ad andare a scuola, mi portava la mamma. Mi ha accompagnato per un mese, poi ha lasciato che io andassi e tornassi da solo. Avevo un maestro giovane, che si chiamava Kaled. Egli veniva a scuola con il suo asino nero. Ma un giorno lo abbiamo aspettato per niente. Quando è venuto, gli abbiamo chiesto: “Cosa è accaduto ieri, Kaled? “.

Lui ha risposto: “L’asino stava male”.

Questa è l’unica cosa che io ricordo del primo anno di scuola”.

 

di J.A.R.

“Quando andavo alla scuola e frequentavo la prima classe, io ero povero.

La mia era una scuola frequentata solo da bambini poveri:

una specie di collegio, di ospizio, e di riformatorio. I miei insegnanti erano preti e suore. Per questo ho potuto imparare bene.

Ero un ciccione, birichino, però bravo come scolaro.

Ho finito la scuola primaria all’età di undici anni.

Quando avevo tredici anni è morta la mia mamma, ed io – senza papà – ho dovuto andare a lavorare. Per questo non ho potuto studiare, quand’ero giovane”.

 

di M.b.A.G.

“Io ero molto piccolo, ed ancora non sapevo né scrivere, né leggere, ed anche non parlavo, e nemmeno potevo riuscire a parlare bene la mia lingua.

Capivo tante parole, ma molte non le capivo.

Avevo l’età di tutti i bambini che vanno per la prima volta alla scuola primaria.

Parlando adesso di me stesso, mi accorgo che ero tanto timido, preoccupato, e non abituato ad andare a scuola con i bambini di prima classe.

Avevo anche problemi di vario genere: familiare, psicologico, economico, ecc.

Però pian piano ho imparato tante cose utili: alla scuola elementare si scriveva poco, e si leggeva poco.

Io ho imparato lo stesso: matematica, lingua turca, geografia, pittura, ginnastica.

Mi è sempre piaciuto imparare qualcosa: anche adesso voglio imparare qualcosa di nuovo,

Per me è importantissima questa scuola, ed anche imparare la lingua italiana. Se imparo qualcosa mi sento bene, divento addirittura felice”.

 

Cover: uno scorcio del “GaleOrto” del carcere di Ferrara.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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