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Tra pochi giorni l’assegnazione del 60° Premio Estense.

Sabato 28 settembre nella storica cornice del Teatro Comunale si terrà la cerimonia conclusiva del Premio Estense, la manifestazione che premia l’eccellenza del giornalismo italiano di ogni tipologia – stampa, televisione, web – giunta al traguardo della 60° edizione.

Al vincitore designato nella riunione congiunta della Giura Tecnica e della Giuria dei Lettori sarà assegnata l’Aquila d’Oro 2024, mentre  il 40° Riconoscimento Granzotto, già designato nella riunione di selezione del Premio Estense, sarà consegnato ad Antonio Caprarica “per il suo stile inconfondibile, in grado di entrare nelle nostre case e di ammaliarci”, come afferma il presidente della Giuria Tecnica Alberto Faustini.

I quattro libri finalisti: Frontiera di Francesco Costa – Ed.Mondadori, Laggiù dove si muore. Il Vietnam dei giovani italiani con la legione straniera di Luca Fregona con Giorgio Cargioli – Ed.Athesia Tappeiner, Le mani sulla guardia costiera di Nello Scavo – Ed.Chiarelettere, Love Harder di Barbara Stefanelli – Ed.Solferino.

Come ha sottolineato Gian Luigi Zaina, Presidente di Confindustria Emilia Area Centro, nel corso del primo incontro tra le due giurie avvenuto lo scorso 29 maggio, il compito dei giornalisti e degli scrittori che formano la Giuria Tecnica quest’anno è stato particolarmente impegnativo, essendo ben 72 i libri candidati tra cui individuare i quattro finalisti.

Un numero record di partecipanti nella storia della manifestazione. Con una grande varietà di ambiti su cui si appunta l’indagine giornalistica: si va dal panorama internazionale dell’ambiente, della cultura, della politica e della criminalità alle biografie di personaggi emergenti, anche nel mondo dello sport, a fatti di cronaca e questioni nazionali di oggi e di ieri che investono più da vicino il nostro Paese.

Hanno tutti un respiro internazionale i quattro libri finalisti affidati dallo scorso mese di giugno alla disamina della Giuria dei Lettori: spaziano tra gli Stati Uniti e il Vietnam, tra l’Iran e il Mediterraneo, e sono attenti a evidenziare le interconnessioni profonde tra le parti del mondo. Con l’adozione, anche, di soluzioni espositive non scontate.

Degli USA come paese di frontiera si occupa Francesco Costa, il suo libro  è come una gigantografia dell’America di oggi, costruita come una puzzle i cui mille pezzi si possono leggere separatamente, siano aneddoti o resoconti di esperienze professionali e personali, esiti di ricerche o brevi narrazioni. Abbondanza, Ingenuità, Identità, Violenza, Frontiera sono i titoli delle cinque macro aree che formano il puzzle e richiamano altrettante parole chiave in grado di descrivere il profilo attuale di un paese che fin dai suoi inizi ha fatto del movimento in avanti e del cambiamento la sua peculiarità.

Luca Fregona nel suo libro sui giovani italiani arruolati nella Legione Straniera nel corso degli anni Cinquanta ha ricostruito le storie di sette di loro.

La prima storia si avvale della voce del protagonista Giorgio Cargioli ed è la più estesa e ricca di ricordi circostanziati. I giovani italiani come lui, migranti economici clandestini in Francia, venivano “convinti” all’ingaggio dopo essere stati scoperti e arrestati e andavano spesso a morire nella prima guerra d’Indocina tra le paludi e le foreste del Tonchino, insidiati dai Viet Minh, dai disagi del clima e dalla fame.

Nelle altre sei storie, dove manca la voce del protagonista, l’autore utilizza documenti, fotografie, ricordi familiari che ricostruiscono le vicende personali dei Legionari italiani e insieme una pagina della storia del nostro Paese davvero poco nota.

Nel libro di Barbara Stefanelli si concretizza in dieci storie di ragazze iraniane e dei loro sostenitori la battaglia contro il sistema vecchio, sessista, illiberale che attanaglia l’Iran dal 1979, anno della Rivoluzione khomeinista. Specie dopo l’uccisione di Masha “Jina” Amini avvenuta nel settembre del 2022, la Controrivoluzione delle giovani e dei giovani iraniani è divenuta più coraggiosa e determinata, anche se ha lasciato sul campo troppe giovani vite spezzate.

Come dice una di loro, “la protesta delle ragazze è istintiva e ancestrale” prima che ideologica, si oppone alle violenze e alle prevaricazioni utilizzando l’arma più potente: amare più forte, come recita il titolo, andarsi a prendere la speranza.

Infine il libro di Nello Scavo, il cui disegno copre l’area del Mediterraneo nella ricostruzione della partita  che da anni si gioca sulla pelle dei migranti. L’inchiesta giornalistica di Scavo, inoltre, è in grado di mettere in luce tasselli rivelatori delle più ampie attività illecite interconnesse delle mafie mediterranee, dei trafficanti di uomini e dei contrabbandieri di armi e petrolio.

Con un andamento a spirale, la ricostruzione della inchiesta giornalistica condotta in prima persona ha continui rimandi al quadro internazionale degli illeciti commessi e delle relative inchieste, e intanto fornisce informazioni inedite e documenti ufficiali sui patti segreti tra stati, finora non svelati, e sulla battaglia in corso, tutta politica, che punta a erodere le competenze e l’autonomia della Guardia costiera italiana fondata nel lontano 1865.

In copertina: Quartina Finalista al Premio Estense 2024

Per leggere gli altri articoli di Vite di carta la rubrica quindicinale di Roberta Barbieri clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autrice

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Roberta Barbieri

Dopo la laurea in Lettere e la specializzazione in Filologia Moderna all’Università di Bologna ha insegnato nel suo liceo, l’Ariosto di Ferrara, per oltre trent’anni. Con passione e per la passione verso la letteratura e la lettura. Le ha concepite come strumento per condividere l’Immaginario con gli studenti e con i colleghi, come modo di fare scuola. E ora? Ora prova anche a scrivere

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