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Grande cinema in piccolo formato: un’ampia offerta dedicata al cortometraggio, forma espressiva che rappresenta un laboratorio di linguaggi, sguardi e temi tra i più vivi, sperimentali e innovativi del panorama cinematografico e audiovisivo.

Un ricco panorama di personaggi e di storie raccontate da registi emergenti o affermati, che declinano una grande varietà di stili narrativi e di punti di vista sulla nostra realtà: il 22 giugno è partito “In corto d’opera”, un progetto dedicato ai cortometraggi, realizzato in collaborazione con Rai Cinema, che riguarda diversi canali Rai.

I corti saranno in onda in prima visione assoluta in seconda serata su Rai 3 (il venerdì) e su Rai 5 (sabato e giovedì). Si è partito con “Il barbiere complottista” e l’opera prima “Being My Mom”. Oggi, su RaiPlay, è disponibile l’intera collezione di 36 corti.

“In corto d’opera” vuole essere il primo passo della Direzione Cinema e Serie Tv per valorizzare l’attività di Rai Cinema che da anni svolge un fondamentale lavoro di scouting e selezione di cortometraggi. È realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, con cui Rai Cinema ha definito un accordo per l’acquisto dei cortometraggi di diploma degli studenti della Scuola Nazionale di Cinema nell’intenzione di aprire uno spazio di visibilità e promozione sulle reti e sulle piattaforme Rai a tutti gli allievi del terzo anno.

L’iniziativa, a cura di Marta Lauro e Vanessa Strizzi, nasce dal desiderio di dar luce ai lavori di registi emergenti e anche affermati, per creare un appuntamento fisso dedicato al cortometraggio, forma espressiva che rappresenta un laboratorio di linguaggi, sguardi e temi tra i più vivi, sperimentali e innovativi del panorama cinematografico e audiovisivo.

La proposta editoriale accoglie più generi e argomenti, proprio per offrire una visione quanto più articolata della realtà dei corti italiani.

Molti i titoli da scoprire. Tra questi, “Il barbiere complottista” di Valerio Ferrara – ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia e vincitore di prestigiosi premi e competizioni come la sezione Cinef del Festival di Cannes – che in maniera ironica, racconta quanto una teoria, se pur assurda, sia in grado di diffondersi e diventare virale e credibile.

Oppure due corti, invece, che ruotano intorno ad una delle pagine più drammatiche della nostra storia: “Butterflies in Berlin” e “Venti minuti” parlano, da punti di vista differenti, dell’odio e della discriminazione vissuti durante il Secondo Conflitto Mondiale.

Sulla diversità, e nello specifico sulla disabilità motoria, è invece costruito “Torto marcio”, che ironizza sul senso civico delle persone, mostrando quanto basterebbe un giusto rispetto del prossimo a prescindere della sua condizione fisica. La diversità include anche il colore della pelle, come raccontano le due opere “Capitan Didier” e “Come a Mìcono”, al cui centro sono rispettivamente l’importanza dei sogni di un bambino di origine subsahariana e il valore dell’accoglienza di un paese italiano del Sud.

Alternando comicità e dramma, “Tre volte alla settimana” e “Tria – Del sentimento di tradire” indagano le insidie nascoste nelle relazioni familiari, descrivendo come la dipendenza dal gioco, il pettegolezzo o ancora strane usanze e tradizioni rischiano di far perdere di vista le cose più importanti.

Con “You – Story and Glory of a Masterpiece”, “Beauty” e “Unica” si viaggia invece verso una versione distopica, fantastica e talvolta anche spaventosa della realtà.

Mentre è altrettanto paurosa, ma stavolta tristemente reale, la dimensione che vivono le protagoniste di “Corpo unico” di Mia Benedetta, con Vittoria Puccini, e di “Big” di Daniele Pini, corti che denunciano il tristemente attuale tema della violenza sulle donne.

Da ricordare anche il corto Marco Bellocchio, del 2021 “Se posso permettermi” con Fausto Russo Alesi e Pier Giorgio Bellocchio. Un uomo che si aggira per le strade di una cittadina di provincia interpellando donne sconosciute e dispensando osservazioni impietose che rivelano vizi e limiti nascosti nel loro animo.

Molte (altre) le sorprese da scoprire. Un bellissimo progetto.

APPUNTAMENTO SU RAIPLAY: https://www.raiplay.it/collezioni/incortodopera

 

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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