Parole a Capo
Federica Graziadei (poesie inedite 2017-2020)
Tempo di lettura: 3 minuti
“Cerca di conservare sempre un lembo di cielo sopra la tua vita.“
(Marcel Proust)
Non so che cosa tu sei
Non so che cosa tu sei,
se stella,
se il profumo della rosa,
se il sole che entra dalla finestra
nel mio mattino di festa.
Non so che cosa tu sei,
se il mare,
se l’azzurro del cielo
di Primavera,
se la fragola fremente
che dona dolcezza alle mie labbra.
Non so che cosa tu sei.
Ciò che sento sei,
forse, il mistero del mio Tutto.
(Traduzione a cura dell’autrice)
Ich weiß nicht, was du bist,
Ob ein Stern,
Ob Rosenduft
Ob die Sonne, die durch das Fenster
in meinen feierlichen Morgen reinkommt.
Ich weiß nicht, was du bist,
ob das Meer,
das Hellblau des Frühlinghimmels
die erregte Erdbeere, die meinen Lippen Süßes verleiht.
Ich weiß nicht, was du bist,
Ich ahne,
dass du vielleicht das Geheimnis
meines Allen bist.
Le persone sensibili
Le persone sensibili
vedono quell’oltre
di inafferrabile dalla realtà.
Le persone sensibili
urlano dentro senza gridare.
Le persone sensibili
sentono lo stomaco stringersi
nel vuoto di una malinconia.
Le persone sensibili
Tengono cocci di parole
Per non scoprire troppo l’anima.
Le persone sensibili
hanno vene capaci di trasportare
emozioni travolgenti e silenziose.
Le persone sensibili
piangono per il peso
dell’innocenza di uno sguardo.
Le persone sensibili, tutto sentono,
eppure, riescono a stare in equilibrio
sul filo del loro cuore gonfio e fortunato.
Notte stellata
Dolce è questo silenzio,
l’anima mia ascolta
La stella più alta,
più lontana è il sogno
che inseguirò per tutta la mia vita.
Il suo nome è Verità.
Poi ci sono stelle più piccole, e guardo
vicine una all’altra
che hanno certi occhi scuri, vivi e curiosi.
Queste mi amano e mi proteggono.
Vega feconda e superba, brilla e tenta invano
di misurare il mio amare.
Le indicherò la strada di ciò che è essenziale.
I versi di Catullo appesi nella mia mente
-Vivamus , mea Lesbia, atque amemus –
Ama e non ti curar del giudizio.
Poi ci sono stelle luminosissime,
mostrano luci accecanti
dentro corpi lividi, neri, graffiati, strappati.
Queste mi chiedono carezze.
Il Sole infine, Stella che splende sui miei giorni
forte, coraggioso mi ricorda il suo muoversi fedele.
Addolcisce le mie inquietudini
Nel dolce silenzio
che l’anima mia ascolta.
La sera
Meravigliosa la sera
dei volti ripara gli anfratti
disegni del faticoso giorno
Silenzio e fascino …
nelle luci
tiepide e sospese
nei colori tenui
delle sagome
Suono ovattato di voci
tutto appare pace
sogno dentro al sogno
Oggi è il meglio di ieri
Se non è ancora felicità
la poesia di Saba
appesa nella mia mente
come una preghiera
Il mio cuore dolcemente
qui abbandono
Federica Graziadei è nata a Ferrara nel 1971. Vive nella sua amata città assieme al marito Giulio, i figli Anna e Giorgio. Lavora dal 2001 in un’azienda multinazionale di ingegneria progettazione impianti industriali. La passione per le lingue e la letteratura con predilezione per la poesia si rivela negli anni degli studi superiori. Nel 2002 ha pubblicato la sua prima silloge “Luna, da lassù” (Ed. Libroitaliano 2002). Nel 2003 ha ricevuto la segnalazione di merito per la poesia edita “Ombra” alla II Edizione del Premio “Gianfranco Rossi per la giovane Letteratura”. Suoi testi sono apparsi nell’antologia poetica “Sedici poeti ferraresi emergenti” (2009) e nella rivista culturale “l’Ippogrifo”, periodico ufficiale del Gruppo Scrittori Ferraresi. Nel 2016 la pubblicazione della seconda silloge “La luna nel bicchiere” (Ed. Aletti 2016). Promotrice di eventi culturali e dal 2019 Presidente dell’Associazione culturale” Gruppo Scrittori Ferraresi Aps”.
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Pierluigi Guerrini
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