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da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Aumenti produttivi non compensano calo prezzi: redditi a rischio

Secondo anno consecutivo di calo della Plv agricola dell’Emilia Romagna che, secondo le prime stime di Coldiretti regionale, si sta attestando verso una diminuzione di circa il 3,5 per cento. A spingere al ribasso la produzione – sostiene Coldiretti – sono soprattutto le colture vegetali, in particolare la frutta estiva, pesche e nettarine in particolare, e molti ortaggi, dalle patate alle cipolle, ai cocomeri.
“L’anomalo andamento meteorologico dei mesi primaverili ed estivi, con piogge e temperature al di sotto della media del periodo, non ha invogliato a mangiare frutta fresca. Questo, abbinato anche all’embargo russo che ha frenato le esportazioni – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – ha portato ad un crollo dei prezzi, che hanno falcidiato i redditi delle imprese ortofrutticole. Non è andato meglio per il settore zootecnico dove il prezzo del Parmigiano Reggiano ha continuato nella discesa costante iniziata ormai da quasi due anni, mentre dopo l’estate, sono tornati a scendere i prezzi dei suini e quelli dei vitelloni da carne. ”
Gli affetti del maltempo sui redditi agricoli – ricorda Coldiretti – sono stati registrati anche da Eurostat che nel 2014 ha registrato in Italia un calo del reddito reale pro-capite del settore agricolo dell’11 per cento. “Sulle tasche degli agricoltori – ha detto il direttore regionale di Coldiretti. Marco Allaria Olivieri – ha pesato anche l’aumento dei costi di produzione. E’ vero che sono risultati in leggero calo i costi energetici e dei concimi, ma è anche vero che i produttori hanno dovuto sostenere costi aggiuntivi per difendere le colture dalle piogge e dall’umidità estiva. La nostra organizzazione – ha affermato Allaria Olivieri – da un lato è impegnata ad accorciare la filiera e a redistribuire più equamente il valore finale del prodotto tra i soggetti che vanno dal campo alla tavola, valorizzando la distintività e la qualità del prodotto made in Italy, e dall’altro è alla ricerca di strumenti per valorizzare servizi che le aziende agricole possono svolgere in settori nuovi come ad esempio quello dei servizi alla collettività, dall’agriturismo alla salvaguardia ambientale, dalle fattorie didattiche all’agricoltura sociale”.

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