Firmato il contratto per la progettazione del restauro di via Savonarola. Un intervento che cambierà il volto di tutto il comparto
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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife
Firmato oggi in rettorato il contratto per la progettazione del restauro e del recupero dei palazzi Renata di Francia, Strozzi, Tassoni e Gulinelli di via Savonarola danneggiati dal sisma del 2012. I lavori prevedono una spesa complessiva di circa 26 milioni di euro.
Nella foto, da sx. l’Arch. Renata Fochesato, l’Arch Massimo Carmassi, rappresentanti dello studio Aeditecne, capogruppo del raggruppamento temporaneo di professionisti, vincitore dell’appalto e l’Ing. Giuseppe Galvan dell’Università.
Si tratta di un intervento che, come aveva già annunciato il Rettore Nappi nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico, sottolinea un nuovo approccio ai temi della conservazione e riqualificazione del patrimonio urbano, considerato come chiave strutturale di uno sviluppo locale, socio-economico, sostenibile.
Gli interventi di recupero degli edifici storici di via Savonarola sono una occasione per ripensare anche in chiave sociale il tema della conservazione dei paesaggi urbani storici, nel senso di un loro recupero ma anche di una loro valorizzazione che ne consenta una maggiore e migliore fruizione da parte della collettività oltre che da parte degli studenti. Sino ad ora il centralissimo complesso di edifici è stato vissuto e fruito dall’università e dalla città esclusivamente dalla prospettiva di via Savonarola e dei fronti che su essa affacciano. Il progetto, invece, intende porre dapprima in comunicazione i giardini e le corti retrostanti gli edifici, e quindi creare le condizioni affinché il complesso risulti aperto ed accessibile tanto da via Savonarola quanto da Corso Giovecca e possa essere fruito anche dalla prospettiva interna dei giardini e delle corti, progettando con tale finalità l’utilizzo degli spazi e i servizi.
Il progetto, che intende rendere visibile e vivibile la storia del Palazzo Renata di Francia e dei numerosi personaggi –non ultimo Calvino – che l’hanno frequentato, ha destato l’interesse di alcuni membri dei programmi World Heritage Cities dell’UNESCO relativi al paesaggio storico urbano che lo ha considerato come occasione per la messa a punto, anche a livello internazionale, di nuove metodologie di intervento e nuove strategie di inclusione e sviluppo culturale e sociale e come caso di studio delle nuove politiche di conservazione.
L’Università anche in questo modo vuole ricoprire un ruolo attivo e consapevole nella tutela e nel recupero del patrimonio artistico e urbanistico, frutto di un dialogo continuo e costruttivo con la città che, sempre più, sta mostrando di voler valorizzare la dimensione universitaria.
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