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Una storia che non cambia mai, quella di tante persone che fuggono alla ricerca di un destino migliore. “Migranti” di Isse Watanabe ci porta fra loro.

Dopo “Kintsugi”, Issa Watanabe racconta, con immagini straordinariamente forti e, ancora una volta senza parole (che qui, più che mai, non servono), una storia che si ripete tutti i giorni, da secoli, da sempre: le fatiche del viaggio, i pericoli e le incertezze che milioni di persone sono costrette ad affrontare per inseguire la speranza di una vita migliore.

“Migranti”, edito da Logos. Nero, buio pesto. Tratto deciso. In un bosco, di notte, un gruppo di animali si mette in viaggio con qualche valigia e pochi oggetti personali, il minimo indispensabile. Ci sono un po’ tutti, giraffe, conigli, elefanti, tucani, oche, leoni, anatre, orsi, fenicotteri, coccodrilli.

Una figura solitaria e malinconica li segue da lontano, l’unica che abbia fattezze umane. Al lettore incute subito inquietudine e un poco di paura. Lei e la sua borsetta misteriosa fra le mani. Gli animali, invece, accettano la sua presenza apparentemente gentile e nella segretezza della notte procedono sul loro cammino. In diligente fila indiana, fagotti in spalla, i pochi oggetti e ricordi da portare con sé. Quando si fermano per riposarsi ripetono i gesti quotidiani di quando erano ancora a casa. Pentole e pranzi improvvisati, qualche riposino sotto le coperte colorate, tutti vicini vicini. Sempre buio e strade irte, però.

Poi l’atteso arrivo al confine e la corsa verso una barca che li porterà ancora più lontano. La speranza che li sostiene, il pericolo che si profila. Onde su onde, un mare mosso.

Non tutti hanno la forza. La figura solitaria è sempre con loro, pronta ad accogliere coloro che non ce la fanno tra le sue braccia benevole…

Violenza, guerra, bombardamenti, fame, paura, esodo, rifugiati, mamme, bambini, bambine, orfani, migranti, barconi, salvataggi, annegati, scomparsi, illegali, frontiere, diritti umani. Silenzio. Sono le tante parole che leggiamo sulla quarta di copertina, le parole che sentiamo e usiamo quotidianamente per parlare di migrazioni e che troppo spesso si perdono in mille discorsi e nel silenzio di chi potrebbe fare qualcosa.

Una narrazione senza eufemismi, diretta e incisiva, che con estrema poesia e delicatezza vuole incoraggiarci a provare empatia e mostrare solidarietà. Per restare umani.

“Migranti” è stato tradotto in 17 lingue e ha ottenuto vari premi internazionali: Premio Llibreter de Álbum Ilustrado 2020, Premio Banco del libro de Venezuela Miglior narrazione per immagini 2020, Selezione White Ravens 2020, Premio Pictures 2020, Prix Sorcières 2021 Miglior albo illustrato per la categoria ‘narrativa’ 2021, Premio Zlata Hruska Migliore qualità letteraria 2021.

NB: Abbiamo già recensito un bellissimo albo dallo stesso titolo, “Migranti”, di Marcelo Simonetti e Maria Girón, edito da Kalandraka. Vi invitiamo a rileggerlo. Perché il tema è sempre tristemente terribilmente attuale, ahimè. Dalla notte dei tempi.

Issa Watanabe, Migranti, Logos edizioni, Modena, Collana ‘Gli albi della Ciopi’, 2023, 48 p.

Quanti confini dovremo ancora passare per arrivare a casa nostra? Theo Angelopoulos

Issa Watanabe è nata a Lima nel 1980. Cresciuta in una famiglia che le ha trasmesso l’amore per l’arte e la letteratura (la madre era illustratrice e il padre poeta), ha studiato lettere alla Universidad Católica di Lima prima di trasferirsi a Palma di Maiorca per frequentare corsi di illustrazione all’Accademia di Belle Arti. Ha sviluppato e diretto diversi progetti per promuovere l’integrazione sociale attraverso l’arte. In particolare, il progetto “Encuentro con la Mirada”, realizzato in collaborazione con il fotografo Rif Sphani e il Museo d’arte contemporanea di Maiorca Es Baluard, ha ottenuto nel 2012 il premio Obra Social da La Caixa Forum. Per il suo lavoro artistico, Watanabe è stata selezionata dalla Bologna Children’s Book Fair nel 2018 e nel 2020 e da Ilustrarte, nel 2021. Nel 2020, ha ricevuto anche il Gran Premio della Giuria alla BIBF Ananas International Illustration Exhibition di Pechino. Nel 2018 è stata nominata ambasciatrice della linea professionale di Faber Castell. Le sue illustrazioni sono state esposte in Spagna, Italia, Giappone, Corea, Cina, Stati Uniti, Francia, Messico, Brasile, Ecuador, Colombia, Cile e Perù e sono incluse nella mostra “Speechless: The Art in the Wordless Picture Books” dell’Eric Carle Museum of Picture Book Art in Massachusets.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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