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Ferrara film corto festival

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Il Forum Ferrara Parecipata, Rete composta da numerose Associazioni e cittadini che, dopo l’impegno per contrastare il progetto Fe.ris., ha esteso la sua riflessione e iniziativa sui temi riguardanti la visione della città, organizza mercoledì 29 novembre alle ore 17,30 (presso la Sala Convitto della Factory Grisù di via Poledrelli)  un incontro pubblico sul tema :“ Tra un’elezione e l’altra: in che modo i cittadini possono partecipare davvero a costruire il futuro di Ferrara e delle sue frazioni”.

L’incontro, introdotto da Lucia Ghiglione, del Forum Ferrara Partecipata e che vedrà i contributi di Rodolfo Lewanski, professore Alma Mater, Scienze Politiche, già Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana, Alessandra Marin, professoressa di urbanistica Università di Ferrara Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione e Massimo Rossi, ex Sindaco di Grottammare 0 Ascoli Piceno ), vuole essere un’occasione per approfondire i temi legati alla democrazia partecipativa, su come essa possa strutturarsi in un vero e proprio sistema che consenta ai cittadini di poter concorrere realmente alle decisioni che l’Amministrazione pubblica intende assumere.
L’incontro è rivolto a tutta la cittadinanza e anche alle forze politiche e sociali.
In particolare, chiediamo alle forze politiche, in un momento vicino alla prossima scadenza elettorale amministrativa, di partecipare ed intervenire a questa discussione, misurandosi con le proposte che in proposito Forum Ferrara Partecipata ha elaborato in questi ultimi mesi.
Alleghiamo pertanto la parte del documento prodotto dal Forum sul tema della democrazia partecipativa, preannunciandovi che nei prossimi mesi promuoveremo analoghi incontri sui temi della conversione ecologica e sui beni comuni, sui quali abbiamo costruito altrettante elaborazioni e proposte.
Coordinamento Forum Ferrara Partecipata
p. contatti Corrado Oddi   3429218650 – Francesca Cigala  3473118833

ALLEGATO

LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA COME BASE PER COSTRUIRE LA CITTA’ DEL FUTURO

Partiamo da qui con le nostre riflessioni e proposte perché, da una parte, siamo convinti che i meccanismi classici della democrazia rappresntativa non riescono più a coinvolgere fette consistenti di cittadini e, dall’altra, abbiamo assistito con l’attuale Amministrazione – ma questo ha riguardato anche le precedenti Amministrazioni di centro-sinistra- al venir meno della volontà di coinvolgimento nelle scelte e nell’ascolto dei cittadini e anche ad una mancanza forte di trasparenza nelle politiche amministrative che venivano compiute. A noi sembra sia venuto il momento di produrre una svolta e che il dare voce e possibilità di influire nelle scelte ai cittadini può costituire il passaggio fondamentale per disegnare il futuro della città, la sua affermazione come luogo e spazio di una convivenza che sappia affermare i valori della libera espressione e realizzazione delle persone, della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale, dell’inclusione e della solidarietà. In questo senso, parliamo del ruolo fondamentale della democrazia partecipativa anche per Ferrara.

E’ chiaro che parlare di democrazia partrecipativa non significa tanto parlare di come migliorare un sistema chiuso di gestione amministrativa, ma soprattutto di come dare impulso ad un processo aperto di sviluppo in cui le attività di tutti i soggetti coinvolti convergano al conseguimento di risultati concreti. Attività che possono avvalersi di diversi strumenti ed articolarsi in diverse azioni, mirate a rendere sempre più riconosciuti presenza e fabbisogni reali della cittadinanza nelle scelte e nelle decisioni amministrative ad integrazione e supporto del sistema di rappresentanza politica istituzionalmente costituito.

E’ necessario, ovviamente, iniziare da una ricognizione sulle forme partecipative attualmente esistenti nel Comune di Ferrara (Scheda 1.1 LE FORME PARTECIPATIVE ATTUALMENTE ESISTENTI NEL COMUNE DI FERRARA), per poi passare a come esse vadano modificate, rendendo più forte il ruolo dei promotori degli strumenti partecipativi e più fruibili gli stessi, a partire dal referendum (Scheda 1.2 LE POSSIBILI MODIFICHE RISPETTO AGLI ATTUALI STRUMENTI  DI PARTECIPAZIONE).
Si tratta, soprattutto, di individuare un sistema sufficientemente strutturato per dar vita ad una reale partecipazione della cittadinanza, prevedendo forme di discussione, diritto di proposta e possibilità di decisione da parte dei cittadini abitanti delle varie articolazioni territoriali (democrazia partecipativa “orizzontale”), ponendo al centro il ruolo delle Assemblee dei delegati territoriali e l’inizio di un percorso che guarda al Bilancio Partecipativo (Scheda 1.3 SULLA DEMOCRAZIA
PARTECIPATIVA ORIZZONTALE).
Allo stesso modo, occorre valorizzare la partecipazione da parte di tutti gli abitanti su temi considerati fondamentali nel disegnare le scelte di fondo che riguardano la città ( democrazia partecipativa “verticale”), partendo dall’esperienza delle Assemblee tematiche dei cittadini (Scheda 1.4 SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVAVERTICALE). Infine, è importante anche utilizzare le potenzialità offerte dalle strumentazioni informatiche, costruendo una vera e peopria piattaforma digitale pubblica di reale partecipazione dal basso dei cittadini (Scheda 1.5 SULLA WEB-DEMOCRACY).

SCHEDA 1.1 : LE FORME PARTECIPATIVE ATTUALMENTE ESISTENTI NEL COMUNE DI FERRARA

Il regolamento e lo Statuto comunale prevedono come istituti di partecipazione popolare: istanze, petizioni, proposte di deliberazione consiliare, consultazioni popolari e referendum popolari. Le istanze, sottoscritte senza obbligo di autenticazione anche dal singolo cittadino, sono richieste che i cittadini possono rivolgere agli organi decisionali dell’Amministrazione comunale, per sollecitare l’intervento in una situazione concreta, specifica e particolare, di pubblico interesse, devono essere indirizzate al Sindaco. Le petizioni sono intese a sollecitare l’intervento dell’Amministrazione comunale per la migliore tutela di interessi collettivi o diffusi in materie determinate o per questioni specifiche e particolari . Devono essere sottoscritte da almeno 100 cittadini, indirizzate al Sindaco e depositate a cura dei promotori, e sono trattate dalla Giunta o dal Consiglio Comunale. Le proposte di deliberazione consiliare sono dirette a promuovere interventi dell’Amministrazione comunale in materia di interessi diffusi o collettivi di competenza comunale. Non sono ammesse proposte che che hanno per oggetto gli stessi oggetti esclusi dalla possibile richiesta di referendum, ed in particolare quelle incidano sugli strumenti urbanistici, sui relativi piani di attuazione e loro variazioni. Richiedono la raccolta di minimo 500 firme e devono essere formalizzate (in forma di proposta deliberativa) e depositate a cura dei promotori. Se la proposta ha per oggetto l’adozione di un provvedimento di natura regolamentare, deve essere redatta in articoli; se comporta nuove o maggiori spese a carico del bilancio comunale, devono essere indicati l’importo e i mezzi per farvi fronte. I referendum popolari possono essere richiesti da almeno il 3% degli iscritti nelle liste elettorali del Comune (108.509 nel 2019). Con il referendum consultivo tutti gli elettori del Comune sono chiamati a pronunciarsi in merito a piani, programmi, interventi, progetti ed ogni altra iniziativa riguardante materie di esclusiva competenza dell’ente locale, per consentire agli organi comunali di assumere le determinazioni di competenza dopo aver verificato gli orientamenti della comunità. Per il referendum consultivo non è previsto alcun quorum di partecipazione. Il referendum abrogativo è ammesso per l’abrogazione totale o parziale di delibere di Consiglio e di Giunta del Comune di interesse generale della popolazione. Non possono formare oggetto di referendum: a) la revisione dello Statuto comunale e degli statuti delle Aziende Speciali; b) il regolamento del Consiglio comunale e del decentramento; c) gli atti di mero adempimento di leggi e regolamenti nazionali e regionali e di norme statutarie; d) l’ordinamento del personale del Comune, delle istituzioni e delle aziende speciali; e) il bilancio preventivo ed il conto consuntivo; f) i tributi locali e le tariffe dei servizi comunali; g) i provvedimenti relativi alla tutela e salvaguardia di minoranze etniche, religiose e di soggetti socialmente deboli; h) le materie già sottoposte a referendum, prima che siano trascorsi quattro anni. Il referendum abrogativo è escluso, oltre che nei casi indicati precedentemente, anche qualora gli atti sottoposti a detto referendum: a) incidano su situazioni concrete, relative a soggetti determinati, aventi natura patrimoniale o che riguardino servizi alla persona; b) non siano di esclusiva competenza comunale e per la loro formazione sia prevista o sia intervenuta la convergente volontà di altri enti locali, della Regione e dello Stato; c) incidano sugli strumenti urbanistici, sui relativi piani di attuazione e loro variazioni: d) riguardino gli atti di costituzione di società per azioni e società a responsabilità limitata. L’esame ed il giudizio sulla legittimità ed ammissibilità dei quesiti referendari sono affidati al Segretario Generale, che decide entro 30 giorni dalla presentazione della relativa istanza, sentito il Collegio dei Garanti formato in conformità a quanto previsto dallo dello Statuto comunale. Il parere di ammissibilità da parte del Collegio dei Garanti verte in particolare: a) sull’esclusiva competenza locale; b) sull’interesse generale della popolazione; c) sull’univocità del quesito; d) sulle condizioni di ammissibilità delle materie sottoposte a referendum, avuto riguardo alle esclusioni previste dello Statuto comunale sopra richiamate. La proposta sottoposta a referendum abrogativo è approvata se ha partecipato alla votazione il 40% degli aventi diritto e se ha ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi.

SCHEDA 1.2 : LE POSSIBILI MODIFICHE RISPETTO AGLI ATTUALI STRUMENTI DI PARTECIPAZIONE

Assieme alla necessità di modificare la legge regionale, da cui discendono anche gli strumenti di partecipazione del Comune di Ferrara, diventa importante pensare ad interventi sullo Statuto comunale e sul Regolamento delle forme di partecipazione in direzione del rafforzamento della possibilità per i cittadini di influire sulle scelte dell’Amministrazione. Si possono prevedere in modo preciso sui singoli articoli degli atti suddetti, ispirandosi in particolare alle seguenti linee di indirizzo:

  • validità delle firme raccolte online tramite un’apposita piattaforma messa a disposizione dall’Amministrazione comunale;
  • maggiore coinvolgimento dei promotori delle petizioni, proposte di deliberazione e referendum, prevedendo che essi siano sentiti preventivamente rispetto all’ipotesi di non ammissibilità degli stessi e sulla base di osservazioni formulate per iscritto da parte degli organi preposti;
  • previsione che le petizioni e le proposte di deliberazione siano sempre trattate dal ConsiglioComunale e che la loro illustrazione in quella sede venga svolta dai soggetti promotori; – previsione che le commissioni consiliari possano essere convocate su richiesta di gruppi di cittadini/associazioni ecc. per la trattazione di specifiche petizioni/proposte ove ora essi possono partecipare solo se invitati o come pubblico silente
  • per quanto riguarda il referendum abrogativo, vanno rivisitati e limitati gli oggetti su cui esso non si può svolgere. Inoltre va eliminata la norma che rende inammissibile il referendum sulla base di un presunto “ interesse generale della popolazione”; occorre disporre che il deposito delle firme avvenga entro 180 giorni ( e non 120 giorni) dall’annuncio mediante avviso all’albo pretorio e approfondita la questione relaritiva al numero di tornate referendarie che si possono svolgere nel corso dell’anno; va modificata la disposizione in base alla quale il referendum abrogativo è valido se alla votazione ha partecipato almeno il 40% degli aventi diritto al voto, sostituendola con il meccanismo del cosiddetto “ quorum mobile” ( 50% degli aventi diritto al voto calcolato sulla media dell’effettiva partecipazione al voto nelle ultime tre tornate elettorali amministrative del Comune); va previsto che il referendum sia possibile se riguarda materia urbanistica e sia obbligatorio nel caso in cui si preveda la modifica delle forme di gestione dei servizi pubblici locali di interesse generale e di interesse economico generale.

Inoltre, ad integrazione delle modifiche regolamentari su esposte, al fine di avviare un reale processo di partecipazione, è necessario, oltre alla preservazione degli spazi sociali esistenti, poter avere la disponibilità di luoghi diffusi sul territorio,  adatti ad ospitare momenti di socialità, di condivisione di eventi e di reale partecipazione dei cittadini, quali lo stesso Municipio, sale a disposizione del Comune e spesso inutilizzate, vecchie sedi di delegazioni comunali,centri sociali, scuole attiv e e/o dismesse, Locali pubblici gestiti da privati che siano disponibili ad inserirsi in questa rete e altro ancora.

SCHEDA 1.3: SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA ORIZZONTALE

Punto di partenza per la costruzione della democrazia partecipativa orizzontale è l’esperienza del Bilancio partecipativo, ovvero quella che chiama gli abitanti suddivisi su base territoriale, e quindi portatori di un punto di vista specifico, a intervenire sulle scelte e sulla destinazione delle risorse, in particolare quelle di investimento, che l’Amministrazione Comunale è tenuta a compiere (ma uno schema analogo si potrebbe attuare anche per la costruzione del Piano Urbanistico Generale). I tratti salienti e costitutivi del Bilancio Partecipativo possono essere riassunti così: – diritto di proposta su una quota significativa degli investimenti comunali da parte delle Assemblee costruite nei territori in cui viene suddiviso il Comune;

  • messa a disposizione di risorse significative del bilancio comunale su cui le Assemblee possono intervenire;
  • suddivisione del Comune in aree territoriali diffuse, in modo tale da dar voce a bisogni specifici e differenziati;
  • costruzione di un meccanismo decisionale in cui, fermo restando al Consiglio comunale la decisione definitiva, si avvale di una rete importante di delegati scelti nelle Assemblee territoriali. Un’ipotesi di lavoro per il Comune di Ferrara potrebbe essere quella di incardinarsi sui seguenti punti di riferimento:
  • dare le possibilità di esprimersi agli abitanti in una fase iniziale almeno sul 10% delle risorse relative alle spese in conto capitale, per poi arrivare nel medio periodo almeno al 25%;
  • costruzione di Assemblee territoriali diffuse. In proposito ricordiamo che il Comune nel 1971, anche se da allora è cambiata in modo significativo la situazione demografica, era suddiviso in 14 delegazioni e in 9 Quartieri. L’ipotesi di minima potrebbe prendere come riferimento la suddivisione in Circoscrizioni realizzata successivamente e fino al 2008 ( Circoscrizione Centro

Cittadino; Circoscrizione Giardino Arianuova Doro (GAD); Circoscrizione via Bologna;

Circoscrizione Zona Nord; Circoscrizione Zona Nord Ovest; Circoscrizione Zona Sud;

Circoscrizione Zona Nord Est; Circoscrizione Zona Est);

  • costituzione di un’Assemblea territoriale dei delegati nei territori, la cui composizione dovrà essere ulteriormente approfondita, affiancata da una rappresentanza dei consiglieri comunali per l’esame e il pronunciamento sui progetti avanzati, prima del passaggio definitivo in Consiglio Comunale.

SCHEDA 1.4 : SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA VERTICALE

Essa ha lo scopo di far intervenire i cittadini su temi strategici che riguardano la fisionomia della città. In questo senso, uno strumento importante è rappresentato dall’esperienza dell’Assemblea cittadina su un tema specifico rilevante, composta da un determinato numero di residenti, selezionati per estrazione a sorte mediante campionamento casuale stratificato, cioè assicurando che il campione rappresenti le caratteristiche socio-demografiche della città (il campionamento si svolge proporzionalmente ai gruppi di età, ai quartieri e al genere). Un esempio di questo genere è la recente costituzione dell’Assemblea cittadina per il clima di Bologna, sta facendo discutere la cittadinanza, su base campionaria, sull’obiettivo di costruire una città solare, rinnovabile e sostenibile, accelerando la transizione energetica giusta, verso un modello basato sulla riduzione dei consumi energetici, l’efficientamento energetico, la produzione e l’utilizzo di energia rinnovabile, l’autoconsumo individuale, collettivo, le comunità energetiche. Ovviamente, le Assemblee dei cittadini possono svilupparsi su altri temi considerati rilevanti in relazione alle scelte di fondo da compiere ( per esempio, sui servi pubblici, sul lavoro, sul Piano Urbanistico generale e altro ancora). Sempre lungo questa direzione, è possibile anche ipotizzare la costituzione di un Osservatorio cittadino sui beni comuni, con il compito di studiare la situazione esistente e proporre soluzione di gestione partecipativa dei principali beni comuni e dei servizi che li erogano. Tale organismo potrebbe essere promosso da associazioni, comitati, comunità di cittadini e componenti dell’Amministrazione locale in grado di svolgere attività di osservazione, acquisizione di dati ed informazioni, consultazioni ed individuazione di azioni concrete di gestione oltre che di monitoraggio dei Beni Comuni.

SCHEDA 1.5 :  SULLA WEB-DEMOCRACY

Va sviluppata, anche in termini di supporto alla partecipazione attiva,  un’iniziativa relativa alla web-democracy e alla e-participation, cioè l’utilizzo degli strumenti informatici e digitali per rendere effettiva e diffusa la partecipazione dei cittadini. Oltre all’idea di poter ricorrere alle firme online nell’attivazione degli strumenti di partecipazione ( petizioni, proposte di deliberazione, referendum), si può pensare di dar vita ad una vera e propria piattaforma digitale pubblica di reale partecipazione dal basso dei cittadini, attivi e non attivi, tenendo presente esperienze analoghe già in vigore in diverse città europee, a partire da quella di Barcellona.

PRIORITA’ E SCELTE OPERATIVE PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA

  • DefinFerraraire strumenti e regole che rendano obbligatoria e cogente la partecipazione dei cittadini. Modificare Statuto comunale e Regolamento sulle forme della partecipazione in questa direzione
  • Isituzione e riconoscimento Assemblee/Comitati di Quartiere
  • Istituzione e riconoscimento Assemblee dei cittadini su singole tematiche
  • Messa a dispposizione spazi e sale pubbliche gratuite per aggregazioni sociali

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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