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Si è appena conclusa la III edizione del Festival della Poesia Itinerante organizzata da Ultimo Rosso nella splendida cornice della città di Ferrara.
Parliamo di una manifestazione culturale che non punta ai grandi numeri, ma che propone un approccio del tutto originale, un modo diverso di rapportarsi al pubblico. Se infatti, il termine “Festival” conosce oggi in Italia una grande fortuna, se ogni città o paese ospita uno o più festival dai nomi più fantasiosi, il Festival della Poesia Itinerante si distingue da tutti gli altri: nessun palco, nessuna classifica, nessun premio. Si potrebbe definire un Festival “al piano terra”, che riprende i modi e le forme della stagione del “Teatro di strada” degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.

La persona più giusta per raccontare questa esperienza è Pier Luigi Guerrini, uno dei fondatori e attualmente Presidente della Associazione Culturale APS Ultimo Rosso.  La prima domanda che ti voglio porre è di carattere generale. Esistono in Italia una infinità di sodalizi poetici, cosa differenzia la vostra associazione e la vostra proposta da tutte le altre?

Non so quanto la nostra proposta sia originale. Sicuramente c’è la gioia di fare, di proporre progetti dedicati alla poesia. Finché questa gioia, leggerezza, resterà tra i partecipanti, finché le diversità personali saranno fonte di ricchezza e di stima reciproca, sarò onorato di fare parte di questo gruppo, indipendentemente dal fatto di ricoprire o meno degli incarichi di responsabilità. Nella nostra Associazione ci sono poeti e poetesse di Ferrara e della sua provincia, di Bologna e della sua provincia. Fin da subito, tra le nostre proposte abbiamo inserito la bellezza (e la fatica) dell’andare per strada a leggere le nostre produzioni poetiche.  

Ho letto che per voi la poesia ha una carica “rivoluzionaria”, “anarchjca”, una voce libera contro il potere costituito, vuoi spiegarmi meglio cosa intendete?

Io penso che la poesia debba essere uno spazio di libertà assoluta, senza confini o limitazioni espressive. Io credo che ci sia ancora molto bisogno di sperimentare nella/con la parola. Penso sia un bisogno che non dovrebbe mai scomparire. Un bisogno di pensiero differente! Una parola fatta di suoni larghi, sintetici, di spazi/silenzi, di corse al rallentatore, di istantanee da rischiare anche se dovessero uscire “sfuocate”. Una parola che si trasforma in immagini. Una sperimentazione non accademica che non si arrenda ad una comunicazione che si concede troppo spesso alla velocità, al “mordi e fuggi”, alla “superficialità” e fatica a lasciare tracce significative, solchi. Una poesia che si presenta sempre più spesso sotto forma (e sostanza!) di chiacchiera dove “le parole non misurano niente, fanno giri inutili, mancano deliberatamente ogni bersaglio” (Emilio Tadini). Iosif Brodskij scriveva che “la poesia è anche l’arte più democratica – comincia sempre da zero. In un certo senso, il poeta è davvero come un uccello che canta senza guardare al ramo su cui si posa, qualunque sia il ramo, sperando che ci sia qualcuno ad ascoltarlo, anche se sono soltanto le foglie”. Questo io penso quando parlo di poesia e anarchia. Poi, le sensibilità di ognuno dei componenti di Ultimo Rosso spazia in piena libertà.

Puoi farmi qualche esempio di poeti che incarnano questa idea?

Ognuno di noi ha poeti e poetesse che predilige, che sente vicino. Aldo Palazzeschi, Alda Merini, Gianni Rodari, Emily Dickinson, Edward Estlin Cummings, Wislawa Szymborska. Questi sono i miei preferiti. 

Vengo al Festival della Poesia Itinerante, quest’anno alla terza edizione, siete soddisfatti della risposta dei poeti e del pubblico?

Il sabato pomeriggio, con la poesia diffusa in più luoghi, quest’anno non è andata bene. Il tempo atmosferico ballerino, le varie defezioni per diversi motivi ci hanno indotto a ridurre le postazioni. Poi, certamente, vedere qualche persona che si è fermata a lungo ad ascoltarci ci ha fatto piacere. Leggere poesie per strada è un qualcosa di dirompente, non consuetudinario. L’obiettivo principale è la diffusione dei nostri pensieri poetici. Come ha detto Maria Mancino “se andando a casa a qualche persona viene voglia di scrivere una propria poesia o mettere su carta un proprio pensiero, abbiamo fatto centro”. Diverso il risultato della domenica mattina alla Rotonda Foschini. Oltre ai sette lettori “ufficiali” (Anna Rita Boccafogli, Francesco Loche, Cecilia Bolzani, Maria Mancino, Monica Zanon, Marta Casadei e io), diverse altre persone si sono avvicendate al microfono a leggere poesie. E’ stata una bella sensazione di condivisione con un pubblico molto attento e partecipe.

Il reading poetico aperto a tutti alla Rotonda Foschini
Le foto di domenica 22 ottobre

Basta scorrere le foto scattate delle vostre performance per notare che esiste un ‘altra protagonista del Festival, la magnifica Ferrara. Raccontami perché vi è venuta in mente la location della Rotonda Foschini? Che significa “la poesia è rotonda”?

Questa definizione non è mia ma penso che sia un piccolo gioco linguistico, prendendo spunto dalla rotondità ovale del cielo come “soffitto”. La poesia è, spesso, scarna, essenziale, che non si dilunga, che cerca la sintesi evitando fronzoli o inutili ripetizioni.

Parlami della reazione dei passanti. Secondo te cosa pensa una persona che attraversa per caso il volto della Rotonda Foschini e si trova di fronte un gruppo che legge poesie ad alta voce? Mi sembra che per voi sia molto importante “l’effetto sorpresa”.

Le reazioni dei passanti sono state le più varie. Stupore, sorpresa, interesse, ascolto o passaggio senza fermarsi. Sicuramente questo posto lo trovo magico e che può essere un luogo poetico per il futuro.

A proposito di foto, so che avete realizzato una mostra in cui le due arti, poesia e fotografia, dialogano tra loro.

La mostra si intitola “Parole oltre lo sguardo” ed è stata ideata e realizzata da Ultimo Rosso e dal gruppo fotografico Norsisti . E’ stata inaugurata la primavera scorsa a Ferrara, presso il Circolo Arci Bolognesi, e per oltre un mese (dalla metà di settembre) è stata allestita presso il Circolo Arci di San Lazzaro (BO).
Il dialogo tra parola poetica e immagine fotografica si è rivelato un incontro emozionante. Foto e testi poetici ci inviano sensazioni, rimandi nella memoria personale che possono favorire un viaggio oltre la superficie delle cose. Le immagini anticipano storie. La scrittura poetica raccoglie il testimone e ne amplifica le vie espressive d’uscita. E’ una strada a due sensi, da percorrere avanti e indietro, facendo ogni volta nuove scoperte. 
Del resto, da sempre la poesia ha amplificato uno strumento espressivo per mettere a fuoco la realtà, o quello che a noi sembra tale, all’interno e all’esterno di noi. Leopardi teorizzava l’esistenza di una “doppia vista”, come di una facoltà della pupilla e parallelamente dell’anima di conoscere meglio e in profondità, ciò che ci circonda.
Ci tengo a dire che “Parole oltre lo sguardo”  è ancora disponibile.  Comuni, biblioteche e centri culturali possono farne richiesta scrivendo alla nostra mail (vedi in calce all’articolo). Come tutte le iniziative della nostra Associazione, la mostra è  gratuita, salvo il contributo per il trasporto e l’allestimento.

Prima di dar spazio alle foto delle letture poetiche realizzate nelle strade di Ferrara, vorrei chiederti se Ultimo Rosso ha qualche iniziativa in cantiere. Dove rivedremo la voce libera della poesia, a Ferrara e altrove?

Le idee sono tante, ed anche i contatti in corso. Alcuni esempi. Col coro SonArte collaboreremo per realizzare il 25 novembre, giornata contro la violenza alle donne, un incontro di musica e poesia al Museo di Spina. Con la Galleria del Carbone, oltre ad esporre nella prossima primavera la mostra “Parole oltre lo sguardo”, stiamo studiando la creazione di incontri periodici (mensili) dedicati alla poesia: presentazione di libri, reading a tema e altro. La realtà del carcere di Ferrara in Via Arginone ci interroga ed è nostra intenzione incontrare i carcerati e le carcerate attraverso la mediazione della poesia, della parola e, soprattutto, dell’ascolto delle loro voci.

Un’altra esigenza importante, che comincia a farsi spazio tra gli iscritti, è quella di avere una sede dove trovarci anche a leggere, mettere le nostre produzioni, fare corsi di scrittura creativa, ecc.

Poesia, poeti e poetesse in giro per le strade di Ferrara
Le foto di sabato 21 ottobre

E poi Ferrara… anche lei Poesia

Nella riunione periodica, che avremo prossimamente, oltre a fare un bilancio delle iniziative ultimate, valuteremo le nuove proposte che, come dicevo prima, non mancano. Tra poco sarà tempo di rinnovo del tesseramento per l’associazione Ultimo Rosso. L’autonomia economica è fondamentale per poter fare e realizzare progetti e il costo della tessera dovrà tenere conto di questa esigenza senza essere troppo esoso.
Per partecipare a Ultimo Rosso non serve essere poeti e poetesse, ma amare la Poesia e credere che leggere e
diffonderla sia un antidoto alla violenza e un modo per sperare in un mondo più giusto e più gentile.

Contattaci al nostro indirizzo Email : lultimorosso.ferrara@gmail.com

Foto nel testo: La prima parte, quelle di domenica mattina alla Rotonda Foschini, sono di Valerio Pazzi (fotografo ufficiale di Periscopio). Gli scatti che seguono, sono stati realizzati il sabato pomeriggio da vari partecipanti alle letture poetiche per le strade di Ferrara. 

Foto di copertina: il reading poetico alla Rotonda Foschini di Ferrara (Foto Valerio Pazzi)

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

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