LA DEMOCRAZIA ABITA ANCHE A POZZALLO:
Il Tribunale di Catania affossa il decreto sicurezza Meloni-Piantedosi.
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La democrazia abita anche a Pozzallo: Il Tribunale di Catania affossa il decreto sicurezza Meloni-Piantedosi.
La giudice Iolanda Apostolico della Sezione Specializzata del Tribunale di Catania, nell’ambito delle prime udienze di convalida di richiedenti asilo trattenuti nel nuovo “Centro per il Trattenimento dei Richiedenti Asilo” di Pozzallo alla luce delle disposizioni del Decreto Ministeriale 14 settembre 2023 (G.U. 21 settembre 2023, n. 221) che prevedono il trattenimento dei cittadini stranieri provenienti da Paesi cd sicuri che chiedono protezione internazionale se non presentano personalmente una garanzia finanziaria di € 4938,00, ha stabilito che “trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla detenzione è illegittimo alla luce della giurisprudenza e della normativa europea e dell’art. 10 della Costituzione italiana.”,
Una decisione che colpisce ed affossa i tre punti cardine su cui ha puntato maggiormente il governo delle destre della presidente Meloni:
– detenere i richiedenti dei “paesi sicuri” durante l’iter per l’asilo,
– fideiussione di circa 5.000 euro da versare personalmente,
– procedure accelerate in frontiera.
Come già denunciato dall’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e da diverse associazioni ed esponenti della società civile e del volontariato, anche il Tribunale di Catania ha sottolineato come la garanzia finanziaria per evitare il trattenimento sia incompatibile con quella dell’Unione Europea e va disapplicata dal giudice nazionale, perché non prevede una valutazione su base individuale della situazione di chi chiede protezione internazionale in Italia e proviene da un Paese cosiddetto “sicuro”, come chiarito dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea– Grande Sezione- nella sentenza 8 novembre 2022 (cause riunite C-704/20 e C-39/21).
La garanzia finanziaria imposta dal D.M. 14 settembre 2023 al richiedente asilo proveniente da un Paese “cd sicuro”, ha stabilito la Giudice, non può essere considerata misura alternativa al trattenimento, ma un requisito amministrativo imposto per il solo fatto che chiede protezione internazionale, violando le norme sull’accoglienza previste all’art. 6 – bis del D. Lgs 142/2015 prima di riconoscere i diritti conferiti dalla direttiva 2013/33/UE.
Non solo, ma secondo il Tribunale di Catania, le norme sulla detenzione dei richiedenti asilo provenienti da Paesi “cd sicuri” sono in contrasto con l’art. 10 comma 3 della Costituzione italiana che garantisce comunque il diritto d’ingresso del richiedente asilo (come chiarito anche dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza 26 maggio 1997, n. 4674.
Nell’ordinanza del Tribunale di Catania si afferma a chiare lettere che “alla luce del principio costituzionale fissato da tale articolo, deve infatti escludersi che la mera provenienza del richiedente asilo da Paese di origine sicuro possa automaticamente privare il suddetto richiedente del diritto a fare ingresso nel territorio italiano per richiedere protezione internazionale” .
“Si tratta di una decisione che, in maniera chiara e giuridicamente ineccepibile, conferma la prevalenza della Costituzione e della normativa europea sui tentativi di strumentalizzare l’arrivo di persone in cerca di protezione in Italia.” è il commento dell’ASGI. “L’attuale Governo, in un solo anno, è intervenuto con nove atti normativi sul diritto dell’immigrazione e dell’asilo, trasponendo all’interno dell’Ordinamento giuridico la confusione politica, l’incapacità amministrativa di affrontare il fenomeno migratorio e pulsioni autoritarie degne delle più buie epoche storiche.
“E’ un pessimo modo di legiferare che deriva da uno sbagliato approccio politico e da una irrazionale risposta ad un fenomeno ordinario della nostra società. Il Governo fa finta di ignorare che ciò che manca in Italia è una nuova politica sugli ingressi regolari, non certamente la necessità di comprimere ancora i diritti delle persone”. conclude l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione.
L’ordinanza ha inevitabilmente scatenato l’ira delle destre (Salvini in testa) che l’hanno immediatamente bollata come ideologica e politica.
Per fortuna siamo in un Paese democratico, nel quale, come si è affrettato a dichiarare il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: “E’ la democrazia. Noi non partecipiamo all’indirizzo politico e governativo, facciamo giurisdizione. E’ fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come un’interferenza”.
Il provvedimento del Tribunale di Catania e una sintesi delle motivazioni giuridiche [Qui].
Cover: CPR Centri per il Rimpatrio – immagine del sito Sinistra Classe Rivoluzione
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Giovanni Caprio
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