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da: organizzatori

La tradizione di Comacchio nei sorrisi delle donne con ancora il fazzoletto in testa, ma anche nei cartocci con i pesci appena pescati, nelle sacche di vimini con la spesa a cavallo dei ponti, nella dedizione intorno alle reti in ammollo, in un buon bicchiere a riposo dopo il pasto, nel sole a picco sopra le valli. Questi sono soltanto alcuni degli istanti che ispirarono il rullino di Oreste Biancolli (1931-2014), intorno alla pesca e alla lavorazione dell’anguilla. E gli scatti della cittadina di un tempo sono stati raccolti nel simbolico volume C60, curato con affetto da Erika Scarpante ed edito da Al Ce Editore. Oggi, alle 17, sarà presentato nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, per far riaffiorare i lineamenti delle valli e di chi le ha abitate negli anni ’60, il loro temperamento, ma soprattutto il loro patrimonio di usanze. Intorno alle foto di Biancolli interverranno Rita Montanari, Luciano Bonaccini e Mario Ceserano, che hanno accompagnato la pubblicazione di pregio con le loro penne. Il viaggio di vita a ritroso, però, non si esaurirà in biblioteca; tanto che sotto la galleria della Banca Mediolanum, in via Saraceno 16/24, alle 19.15, sarà inaugurata la mostra fotografica “C’era una volta…”, allestita su gentile concessione della famiglia Biancolli che ha prestato la propria collezione privata in ricordo di Oreste e per renderla visibile a tutta la città.
«Il progetto è nato anni fa insieme all’amicizia con Biancolli – ha motivato la curatrice Erika Scarpante – e fu lui a mostrarmi le foto delle scale di Ferrara e delle anguille di Comacchio; perciò ho deciso di fondare il marchio editoriale Al Ce per ridare luce ai suoi scatti. Questo è il secondo volume di un progetto che ne comprende tre, tutti realizzati a lastra – e ha concluso – Oreste nacque come fotografo negli anni della grande alluvione ed ebbe la volontà di fare della sua passione un mestiere». Dunque saranno due momenti per ricordare insieme e ancora una volta Oreste Biancolli, un appassionato che lavorò scrupolosamente sui tratti tipici della nostra provincia e ha amato ritrarre come pochi altri le sue terre.

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