Vite di carta /
È “Oro puro” il nuovo libro di Fabio Genovesi
Tempo di lettura: 6 minuti
Vite di carta. È Oro puro il nuovo libro di Fabio Genovesi.
Oro puro lo stavamo aspettando: le copie prenotate in libreria per il 6 giugno, secondo le indicazioni dell’autore.
Fabio Genovesi aveva già incontrato i ragazzi del Liceo Ariosto il 17 marzo 2022, poco più di un anno fa. Ho ricordato il giorno e il mese perché in questa vicenda di lettura e di empatia le date sono importanti, tanto che è stata fissata già la prossima.
Il 9 marzo 2024 Genovesi ha promesso di venire in gruppo con noi al Teatro Nuovo, ad assistere allo spettacolo teatrale Il calamaro gigante, tratto dal suo romanzo omonimo uscito nel 2021 e interpretato da Angela Finocchiaro e Bruno Stori.
Il Calamaro è il libro che ha fatto incontrare per la prima volta l’autore e noi di Ferrara, intendo i ragazzi e le colleghe del progetto Galeotto fu il libro, più noi due “pensionateee” come ci ha chiamate da subito lui con tante “e” cariche di stupore. Volendo stigmatizzare non la nostra età ma la forza della passione che ancora ci porta a stare nel gruppo di lettura dentro la scuola in cui abbiamo insegnato a lungo.
Nel primo incontro sono stati i reciproci stupori a incontrarsi, e credo che piacerebbe a Calvino questa mia definizione. A lui, Calvino, che ne Il cavaliere inesistente attraverso gli occhi del giovane e inesperto Rambaldo ci fa vedere la battaglia come un cozzo tra due polveroni (gli eserciti opposti di Carlo Magno e dei Saraceni) e tra opposti colpi di tosse.
Fabio sul palco, stupefatto dalla intensità con cui gli studenti hanno preparato le domande sul libro e i loro contributi creativi fatti di immagini e di un booktrailer. Noi basiti dal suo silenzio: ha guardato e ascoltato ma ora che tocca a lui non parla. Ci guarda. Guarda tutti all’intorno e poi con voce roca dice “Voi siete pazzi”.
Nei mesi seguenti a questi pazzi ha mandato messaggi, tenendoli al corrente del lavoro di scrittura che stava completando. Il messaggio di aprile diceva che Oro puro sarebbe uscito nei primi giorni di giugno e che sarebbe stato bello parlarne insieme durante il tour delle presentazioni in giro per l’Italia.
Arrivo al dunque: i ragazzi del Galeotto dicono sì al lavoro di preparazione da fare per la sera del 22, anche se la scuola è finita, e noi docenti fissiamo con loro le mattine in cui vederci e divertirci alla caccia di nuovo stupore.
Il libro supera le 400 pagine, ma è un incanto. Si fa a gara a finirlo e guai a chi svela il finale. Si prepara di tutto: brevi drammatizzazioni e spin off, cartelloni e locandine, origami che ricreano pappagalli e granchietti di carta, e soprattutto un video, la cui animazione è a dir poco poetica. Ed è costata alla ragazza che l’ha ideata e realizzata qualcosa come trentacinque ore di lavoro.
La festa, questo è per noi, comincia alle 21 nel giardino del liceo, ma siamo tutti lì almeno tre ore prima per le prove generali e per allestire il buffet che precede la conversazione. Sono state preparate una trentina di domande che permettano al pubblico l’incontro con un libro pieno della bellezza e della meraviglia del viaggio di Colombo verso l’ignoto.
La data dell’approdo è il 12 ottobre 1492. Se ne parla il 22 giugno 2023 davanti a un pubblico numeroso da grandi occasioni (sono trascorsi esattamente venti anni dalla nascita del nostro progetto Galeotto), ma il tempo che è passato sembra non contare. Stasera tutto è presente.
Tutti i ragazzi che dialogano con l’autore potrebbero essere Nuno, il mozzo che viaggia sulla Santa Maria ed è partito per caso senza conoscere nulla della navigazione. “Non sapere niente” è il suo stigma, è una mancanza ma anche una inestimabile risorsa, quella che gli permette di vedere mondi nuovi, i mondi degli altri marinai e il mondo dell’oceano e delle nuove terre, con lo stupore della prima volta. Nuno, però, sa scrivere.
Nelle ore che passa nella cabina del Capitano, “quel signore alto, col naso a punta e i capelli già bianchi”, ne scrive le note di viaggio sotto dettatura e piano piano si rende conto che Colombo ha la forza del sogno a sostenerlo nel viaggio, anche quando c’è bonaccia e la nave resta ferma nella vastità dell’oceano. Anche quando è squassata dalla tempesta.
Ha il sogno e possiede le parole per trasmetterlo ai marinai impauriti e stanchi. “Siamo chiamati a questa impresa, trovare una nuova via verso le terre favolose d’Oriente, che porti nuovi regni e nuove anime al Signore, nuova gloria, nuova ricchezza, nuovi trionfi.”
Colombo agisce in nome dei sovrani di Castiglia e quando sbarca sulla prima isola del nuovo mondo, pur avendo davanti agli occhi un vero paradiso fatto secondo Nuno di una “immensa, travolgente meraviglia”, qual è la prima cosa che fa? Insieme a un drappello di “signori eleganti, formali e scrupolosi” si mette a “compilare un atto notarile” .
Gli occhi stranianti di Nuno vedono due mondi incontrarsi per la prima volta e, dirà in una veloce anticipazione del dopo, sarà l’unica volta in cui occidentali e indigeni si sorridono e si capiscono pur senza avere una lingua comune. Per questi ultimi gli Spagnoli sono e rimarranno una sorta di dei venuti dal cielo. Per gli Spagnoli e per Colombo la ospitalità degli indigeni è un ottimo preludio agli schiavi mansueti che dovranno diventare.
Mi fermo qui. La storia di Colombo è nota e ne sono noti gli errori, come quel non comprendere mai di non essere approdato in Asia dalle parti del regno del Gran Khan, ma in un continente diverso, che noi chiamiamo America Centrale.
Quello che mi preme sottolineare è la potenza narrativa di un libro come questo, in cui sono riprodotte le condizioni vere del viaggio e insieme c’è tanto posto lasciato alla bellezza del cuore di Nuno. I ragazzi l’hanno compresa bene la visione della vita che Genovesi ha delegato al suo giovane mozzo.
Per questi ragazzi è stata portata a compimento la storia del viaggio di Colombo, a cui l’autore stava lavorando da quasi quindici anni e nel marzo dello scorso anno, quando è venuto da noi la prima volta, languiva. Per loro ha ripreso la scrittura, dice, per avere ritrovato in questi “pazzi” la spinta verso la bellezza del mondo.
Con questo riconoscimento è cominciato l’incontro del 22 giugno scorso. E con queste parole dette in coro dai Galeotti al pubblico presente si è concluso: “Cercate l’oro. Cercatelo anche voi.
Non l’oro delle miniere, quello che la Terra gelosamente custodisce tra le sue viscere e che noi tutti cerchiamo di rubare. Cercatelo invece nelle anime e fondetevi con esse: diventerete così voi stessi oro, oro vero, oro puro…
Ascoltate i vostri cuori vivi, il silenzio, la natura, l’amore, le storie. Ascoltate la musica del mondo e della vita senza paura, perché la paura rovina tutto e non serve a nulla”.
Nota bibliografica:
- Fabio Genovesi, Il calamaro gigante, Feltrinelli, 2021
- Fabio Genovesi, Oro puro, Mondadori, 2023
- Italo Calvino, Il cavaliere inesistente, Einaudi, 1959
Per leggere gli altri articoli di Vite di carta la rubrica quindicinale di Roberta Barbieri clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autrice
Sostieni periscopio!
Roberta Barbieri
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
Lascia un commento