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Non mi chiamo Pasquale!

Riguardo al consiglio comunale di Lunedì 30 gennaio 2023 e alle discussioni online che ne sono seguite, mi sono scervellata a cercare di capire cosa succeda e questo mi ha fatto venire alla mente il famoso sketch di Totò, dove la chiave era che lui non si chiama Pasquale.

Le mie riflessioni che non riguardano solo le argomentazioni degli amministratori, che credo di avere facilmente contestato, ma anche le reazioni dei loro sostenitori che non credono all’evidenza. La gente di cui ho letto e commentato i post su Facebooksi convince tranquillamente di discorsi che parlano d’altro, sghignazzando con faccine varie nella disapprovazione dei miei post.

Questo mi ha fatto pensare alla mia maestra di quarta e quinta elementare, che si era permessa di allarmarci perché se i comunisti fossero andati al governo ce la saremmo vista brutta. La mia compagna di banco espresse paura per questa prospettiva e io tra me e me la compatii perché sapevo che mio padre era comunista e anche il suo, essendo anche lui operaio. Si intensificò anche il mio odio per la maestra. Ora la stessa sensazione di compatimento comprensivo mi è venuta a leggere questi commenti sbeffeggianti ma inconsapevoli.

Primo punto: la questione delle 500 firme, che erano quelle che servivano per ottenere la discussione in consiglio comunale sull’argomento, e quella delle 43000 ottenute con una petizione online. L’assessore ha argomentato che 500 firme rappresentano un’infinitesima parte della cittadinanza, quindi non hanno valore e che, delle firme online, tantissime saranno state fornite da chi abita lontanissimo da Ferrara e non sa nemmeno dove sia. Mi stupisco che non si capisca che questa, venendo dagli amministratori, scaltri politici, sia una riduzione strumentale. Certo non è la maggioranza dei cittadini che ha firmato, però se andassimo a chiedere a uno per una tanti di più firmerebbero, oltre al fatto che tante persone favorevoli a Save the Park non hanno potuto farlo per motivi pratici. Sempre una minoranza, certo, ma rappresentativa di tanti altri, anche se non siamo certo la maggioranza, lo ammettiamo. Come ammettiamo facilmente che non tutte le 43.000 firme siano di ferraresi: non è quello il punto. Io nego però, pensando a me stessa, che qualcuno abbia firmato più volte: a me non sarebbe mai venuto in mente, penso che venga in mente solo a chi fa le cose per interesse o per il potere, come l’assessore Gulinelli. Chi ha firmato lo ha fatto, sono convinta, per esprimere una preoccupazione sincera per un luogo che, anche se sconosciuto, che potrebbe essere dovunque. Queste persone sanno che tutto è collegato, sanno che, come scrive il poeta inglese del seicento, John Donne, «Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te». Sostituite alla parola “uomo”, la parola “angolo di natura” e capite perché molti firmino anche senza conoscere Ferrara.

Poi, mi scuso se suono retorica, mi vengono in mente tutte le metafore educative che ho incontrato nella mia vita: anche se fosse stato solo uno a segnalare il rischio del concerto al parco, non si sarebbe dovuto ascoltare? Evidentemente non lo pensa l’assessore Gulinelli che ritiene 500 firme, che come abbiamo detto sicuramente non rappresentano di tutti e tutte coloro che sono contrari, insignificanti perchè poche in proporzione alla popolazione ferrarese. Oltre tutto le rapporta anche al numero dei ragazzi e neonati, non solo degli adulti consapevoli. Penso che l’assessore non abbia sentito leggere l’istruttiva fiaba dove chi dichiarava che il re è nudo era uno solo ed era un bambino, mentre tutti gli altri adulti e potenti fingevano di non vedere …..

Per quello che posso valutare io, gli argomenti dell’amministrazione sulla gestione logistica, che sarebbe perfetta per il Parco Bassani e impossibile in zona sud, non stanno in piedi. Credo possibile, è una supposizione che ho sentito dalla consigliera Anna Chiappini, che sia stata offerta o richiesta tale localizzazione in cambio del concerto di Springsteen a Ferrara, come condizione sine qua non. Se fosse così, si comprenderebbe questo continuo negare degli amministratori che esistano collocazioni molto più gestibili. Il sindaco potrebbe avere preso accordi da cui non può recedere. Io non mi stupirei, avrebbe fatto una scelta che gli compete, ma la correttezza gli chiederebbe di essere trasparente e di farlo sapere invece di prendere in giro i cittadini e le cittadine. Che l’aeroporto di Ferrara non dia il permesso, come ha detto il sindaco, è stato confutato dal consigliere Colaiacovo, documenti alla mano. Inoltre, in una lettera del gestore dell’aeroporto di Aguscello, con dati precisi, troviamo la dimostrazione che in quel luogo i collegamenti stradali e ferroviari, i parcheggi e gli spazi di servizio sono immediatamente disponibili senza alterare il traffico abituale.

Allora consiglio i cittadini di non farsi sviare dai numeri, falsati, dell’assessore e di valutare se sia più vantaggioso fare il concerto al parco urbano o farlo all’aeroporto. E anche di considerare se il vantaggio sia dei cittadini o di chi specula. Perché se anche fosse una sola persona che dice la cosa giusta, non sarebbe meno giusta perché tutti gli altri dicono il contrario. Io penso che si creeranno molti disagi e molti danni che poi saranno visibili da tutti. Non vorrei che la consapevolezza di una scelta sbagliata avvenisse dopo che il danno sarà fatto, per questo il sindaco dovrebbe apprezzare che è questo il nostro aiuto, da lui sollecitato, per il bene della città.

Infine una sottolineatura linguistico-culturale “non siamo matti” ha detto più di una volta il sindaco intendendo evidentemente che i “matti”, che sarebbero le persone con malattia mentale, facciano cose assurde fuori dalla realtà. Io conosco tante persone e familiari con problemi di salute mentale e loro meritano rispetto anche se informo, chi non lo sapesse, che questa frase non li può offendere, perché loro, infatti, non sono matti. Pazzi sono quelli che credendo di fregare gli altri fregano se stessi: quelli che credendo di averla vinta su 500 ambientalisti rovinano l’ambiente che sono demandati a proteggere.

Tutte le risate di denigrazione che mi sono attratta su Facebook, segnalate con battute e faccine, scrivendo su questi argomenti, mi hanno fatto venire alla mente lo sketch di Totò che rideva a crepapelle raccontando dell’equivoco di un energumeno che lo picchiava chiamandolo Pasquale. Siccome lui non era Pasquale, allora rideva dell’errore di chi lo aveva menato. Forse noi facciamo ridere perché non ce la faremo a ottenere il nostro obiettivo. L’obiettivo però è di tutti, perché vogliamo proteggere la bellezza e l’ambiente della nostra città. La nostra intenzione non è contrastare il sindaco o il concerto, ma far sì che tutto funzioni al meglio, che il Parco Bassani sia a disposizione dei ferraresi, che il pubblico si goda il concerto e che ci siano meno problemi di traffico possibile. Quindi se noi perderemo, perderete anche voi, perché anche se non vi chiamate Pasquale, le botte le state prendendo voi.

Lo sketch di Totò, “Non mi chiamo Pasquale”.

Totò – La scenetta di..Pasquale…Rai Studio uno – 1966 – Video Dailymotion

Cover fotogramma del video dello sketch di Totò

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Daniela Cataldo

Scrivo regolarmente sul blog UnaScuolaFuoriclasse a partire dall’esperienza in prima persona, anche come insegnante. Ho riscontrato che non sempre la scuola sa orientarsi e orientare riguardo a certe problematiche, lasciando i genitori soli e incompresi. Quando insorgono difficoltà, più o meno temporanee, quali la dislessia, un disagio emotivo, un disagio psichico, il segnale principale è “andare male a scuola”. Per me, però, è la scuola che “va male” quando non si adatta alla extra-ordinarietà. Vorrei raccontare la mia esperienza sul tema, offrire ascolto a genitori e insegnanti e dare indicazioni su come e dove chiedere aiuto e informazioni. Mi piacerebbe che l’accoglienza e il supporto che i genitori, per necessità vitale, imparano a dare, giungessero ai ragazzi e alle ragazze direttamente, senza necessità di sollecitazioni, da insegnanti consapevoli e competenti che sanno osservare ed ascoltare

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