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da: Responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Quarto incontro della rassegna “Passato Prossimo. Pagine recenti di storia costituzionale” Intervengono con Piero Ignazi,Politologo (Università di Bologna) Andrea Guazzarotti, Costituzionalista (Università di Ferrara) Roberto Bin, Costituzionalista (Università di Ferrara),Lettura a cura di Marcello Brondi

Perché i partiti hanno così cattiva fama? Perché hanno perso iscritti, votanti e stima? Sono entrati in una crisi senza speranza? Bisogna pensare di superarli? Ma è possibile fare a meno di loro in democrazia? E poi, sono veramente così in crisi? Oppure sono ‘solo’ meno legittimi ma più ‘ forti’ di un tempo?
Che cosa è un partito e a cosa serve, oggi? In tutto l’Occidente soffiano venti di protesta e disaffezione nei suoi confronti. “Il cahiers de doléances” è molto lungo. I partiti non interpretano più le opinioni dei cittadini, pensano solo ai loro interessi, sono corrotti inefficienti e incapaci, sono ferri vecchi ereditati da un passato lontano, morto e sepolto, creano solo disordine e divisione. Non sono accuse nuove. Risuonano più o meno dalla loro nascita. I partiti hanno sempre creato una sorta di ansia sociale. Perché dividevano il corpo sociale, creavano passioni spesso incontenibili e portavano a conflitti rovinosi. Insomma, i partiti erano e sono tuttora considerati all’origine di tutti i mali. Eppure non c’è scampo: senza partiti non c’è democrazia. Se vogliamo un sistema pluralista e democratico dobbiamo “tenerci” dei partiti. Questo libro sostiene che i partiti non solo rimangono strumenti ineludibili per l’organizzazione del consenso e la scelta dei rappresentanti, ma sono oggi più “forti” di un tempo. Sono in ritirata sul territorio dove hanno perso quasi ovunque iscritti e chiuso sedi; al contempo, però, hanno accentrato e verticalizzato le loro risorse nelle strutture centrali nazionali e nelle assemblee rappresentative. Oggi dispongono, nei quartieri generali e nei gruppi parlamentari e consiliari, di una quantità di personale, strutture e finanziamenti molto superiore al passato…

«I partiti hanno compiuto uno sforzo titanico, plurisecolare, per essere accettati, e una volta affermatisi pienamente vedono sfumare il loro prestigio, la loro credibilità, la loro considerazione. Tanta fatica per arrivare al centro del sistema ed esserne i legittimi protagonisti per poi crollare di schianto travolti dalla perdita di contatto con la società civile. D’altra parte fanno pensare anche a Leviatani ai quali sono state affidate sempre più funzioni, concessi sempre più poteri, lasciati sempre più ampi spazi di intervento. Esseri giganteschi, se non proprio mostruosi, che in preda ad una fagìa di potere hanno ‘colonizzato’ la società e drenato risorse pubbliche dallo Stato diventandone parte, più che controparte. Come sono giunti a questo? Il loro vero peccato è che non incarnano più quegli ideali di passione e dedizione, di impegno e convinzioni che sbandieravano come connaturati alla loro esistenza.»

Piero Ignazi insegna Politica comparata e Politica estera dei paesi europei all’Università di Bologna. Fa parte del comitato di direzione della rivista di cultura e politica “il Mulino”, dopo averla diretta dal 2009 al 2011, e collabora con “la Repubblica” e “l’Espresso”. Tra i suoi libri, dedicati alle trasformazioni del sistema partitico italiano e all’estrema destra europea: Dal Pci al Pds (il Mulino 1992); Il polo escluso. Profilo del Movimento Sociale Italiano (il Mulino 1989 e nuova edizione 1998); L’estrema destra in Europa (il Mulino 1994 e nuova edizione 2000); Partiti politici in Italia (il Mulino 2008); La fattoria degli Italiani. I rischi della seduzione populista (Rizzoli 2009).

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