Skip to main content

Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


 

di Lara Ghiglione
da Collettiva del 25 novembre 2022)

 

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: una ricorrenza che ha lo scopo di continuare a sensibilizzare rispetto a un’inaccettabile condizione che, non possedendo più i connotati dell’episodicità, è purtroppo diventata un drammatico fenomeno ordinario che colpisce e affligge ancora troppe donne. Una giornata che non deve essere vissuta come una ritualità, ma come l’opportunità per discutere, confrontarsi, fare un bilancio e trovare strumenti nuovi affinché non si debba ancora una volta arrivare quando è troppo tardi. L’eliminazione della violenza maschile contro le donne, infatti, è un obiettivo ancora lontano da essere raggiunto visto che anche in Italia, ogni 72 ore, avviene un femminicidio.

Da sempre la Cgil è impegnata a prevenire e contrastare la violenza contro le donne a partire dal diritto a ottenere e svolgere un lavoro stabile, adeguatamente retribuito e tutelato: l’autonomia economica, infatti, è lo strumento basilare per esercitare la propria libertà e il diritto di scelta quando ci si trova ingabbiate all’interno di un rapporto violento o di una relazione abusante.

Non meno importante è, da questo punto di vista, il ruolo svolto dalla formazione, in entrata e durante tutto l’arco della vita lavorativa, sia come possibilità di coltivare e incrementare la propria professionalità, e quindi la propria “spendibilità” nel mondo del lavoro, ma anche come elemento in grado di affermare la cultura del rispetto, contro ogni tipo di discriminazione e a discapito di quella patriarcale del possesso. Tra le altre opportunità, la formazione può servire a far emergere e contrastare fenomeni diffusi di svilimento del ruolo, bullismo offensivo e aggressione verbale esercitati sulle lavoratrici.

Lavoro e formazione si qualificano attraverso la contrattazione, strumento fondamentale nell’attività sindacale quotidiana, che deve essere agita a tutti i livelli – nazionale, sociale/territoriale, aziendale – e avere, rispetto al tema della violenza di genere, obiettivi e prerogative specifiche. Anche perché gli stessi contesti lavorativi non sono esenti da situazioni violente e da episodi di molestie e abusi nei confronti delle lavoratrici, specie di quelle particolarmente ricattabili: un fenomeno sommerso che l’Istat ha indagato nel 2018 evidenziando, al momento dell’indagine, che nel nostro Paese 1 milione e 400 mila donne avevano subito molestie fisiche e ricatti nell’arco della loro vita lavorativa.

Un numero importante ma anche sottodimensionato se consideriamo che una parte delle vittime di abusi e molestie tende a non far emergere il problema, per paura di giudizi e discriminazioni da parte dei colleghi. Per questa ragione è necessario pianificare una formazione specifica destinata a rsu/rsa e rls/ rlst/ rlssa e percorsi di formazione aziendali obbligatori su molestie e “ambiente” lavorativo anche per prevenire e contrastare la criminalizzazione delle donne che denunciano questi abusi.

La contrattazione che si occupa di fornire tutele e rispondere alle esigenze delle lavoratrici (contrattazione di genere) deve essere un patrimonio di tutta la nostra organizzazione e deve avere una sua dignità nelle piattaforme rivendicative a tutti i livelli, anche al fine di promuovere accordi territoriali, protocolli e tavoli permanenti. Nella maggior parte dei contratti nazionali sono state inserite misure specifiche per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e in numerosi accordi aziendali e territoriali sono state recepite le intese sottoscritte da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil e da altre associazioni datoriali; servono ovunque accordi specifici, procedure di gestione e regolamenti che garantiscano l’anonimato e la tutela della dignità lavorativa della donna vittima di violenza e molestie, anche con la collaborazione dei Centri Antiviolenza.

Fondamentale, ad esempio, è l’estensione del congedo retribuito per le donne vittime di violenza -oltre i tre mesi attuali previsti- il diritto alla flessibilità oraria, al part time reversibile, al trasferimento, su richiesta della vittima, presso altra sede aziendale in caso di violenza famigliare, all’esclusione dai turni disagiati: obiettivi da raggiungere con la contrattazione a tutti i livelli.

Queste sono e devono essere prerogative di tutto il gruppo dirigente diffuso della Cgil, senza distinzione di genere, perché se è vero che la violenza la subiscono le donne è assolutamente necessario definire e condividere percorsi e obiettivi di cui anche gli uomini del sindacato devono farsi carico, con una rinnovata e convinta condivisione e assunzione di responsabilità. Le panchine rosse fuori dalle nostre sedi nazionali, che inaugureremo in una staffetta ideale tra categorie nazionali e confederazione, venerdì 25 novembre, serviranno anche a rammentarci ogni giorno, entrando e uscendo dai nostri uffici, che siamo chiamati quotidianamente, tutte e tutti, a fare la nostra parte.

In questo modo la Cgil potrà ancora, e meglio, fare la differenza nel difficile percorso verso l’eliminazione della violenza contro le donne, in un Paese che potrà davvero definirsi civile solo quando l’obiettivo sarà raggiunto.

Ferrara film corto festival

Iscrivi il tuo film su ferrarafilmcorto.it

dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

tag:

Scelto da Periscopio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it