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In una di queste calde serate, ci aspetta una commedia romantica, quella diretta da Riccardo Milani (il fortunato regista di Come un gatto in tangenziale 1 e 2): Corro da te.

Remake fedele di un fortunato film francese del 2018 (Tutti in piedi, di Franck Dubosc), il Jocelyn d’oltralpe è il nostrano Gianni (Pierfrancesco Favino), un cinquantenne (quarantanovenne per la precisione, il protagonista ci tiene) seduttore seriale che, scambiato per caso per un disabile, decide di stare al gioco e di portare la bugia fino in fondo per conquistare Chiara (Miriam Leone, la corrispondente francese era Florence), una vera paraplegica. Gianni è un cinico, arrivista e ricchissimo uomo d’affari, romano, proprietario di un brand di scarpe da running noto in tutti il mondo, un uomo in carriera e, dato il suo prodotto, anche uno sportivo (corre, corre sempre sul Lungotevere, paura di invecchiare…), ma non ha una compagna, non ha tempo per l’amore e si diverta a interpretare il ruolo di Don Giovanni incallito e senza scrupoli. Non risparmia nessuno (a).

Quando sua madre inferma muore (Gianni è capace anche di sbagliare funerale…), separata da tempo dal marito libertino (Michele Placido), il fratello gli consegna le chiavi della casa del genitore per recuperare le sue cose. Una pausa di riposo per attraversare i ricordi, incluse le audiocassette con le canzoni di quando era ragazzo, seduto temporaneamente sulla sedia a rotelle della madre. Dalla porta socchiusa, entra Alessia (Pilar Fogliati) la nuova vicina di casa, bella, giovane e attraente, preda ideale. Convinta che lui sia disabile, gli offre la sua assistenza. Quale occasione migliore per lui quella di fingersi paraplegico per far leva sulla pietà della ragazza, pur di sedurla. Perché per Gianni quella situazione di disabilità può provocare solo un sentimento di pietà.

Inizia qui tutta la riflessione sul corpo e la bellezza, sulla disabilità e i riti stanchi della seduzione seriale fatta di continui cambi di identità. Disabilità non è certo quel sentimento che Gianni pensava, ma capacità di fare tutto con uno spirito pieno di vita, abilità nel coltivare la bellezza della musica e dell’arte, il tennis (o altro sport) non è precluso.

Una domenica, infatti, Alessia lo invita nella casa in campagna della sua famiglia e lui incontra la sorella della ragazza, Chiara (Miriam Leone), una bellissima donna costretta sulla sedia a rotelle da un incidente, da cui rimane subito affascinato. Attenzione alla nonna (Piera Degli Esposti), però, che è sul chi va là. Chiara suona il violino e gioca a tennis.

Poiché entrambi paraplegici – o almeno così crede Chiara – finiscono per avvicinarsi sempre di più, tanto che l’uomo inizia a provare veri sentimenti per la ragazza, rivalutando la sua visione della disabilità e anche dell’amore. Chiara, però, ignora (almeno così ci fa credere) che lui sia capace non solo di camminare, ma addirittura di correre…

Corsa, balzi, movimento, moti soprattutto emotivi, il fil rouge del film.

Sarà un ritmo crescente di battute e situazioni tipiche della commedia all’italiana, con un Gianni, un po’ mitomane, che ben starebbe nei panni di un personaggio alla Dino Risi. Divertimento, ironia e un tocco di perfidia ma anche tenerezza e romanticismo.

Come andrà a finire? A voi scoprirlo.

Trailer

 

 

 

Corro da te, di Riccardo Milani, con Pierfrancesco Favino, Miriam Leone, Pilar Fogliati, Pietro Sermonti, Michele Placido, Piera Degli Esposti, Italia, 2022, 113 mn

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


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