Diabolik, il film dei Manetti Bros, girato in gran parte a Bologna (ma anche a Milano, Trieste e Courmayeur) e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, ha ricevuto undici candidature alla recente sessantasettesima edizione del David di Donatello (miglior sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista, miglior attore non protagonista, miglior compositore, migliore canzone originale, migliore scenografia, migliori costumi, migliori trucco e acconciatura e migliori effetti visivi, “David giovani”.
Un unico riconoscimento durante la bella serata del 3 maggio 2022: David di Donatello per la Miglior canzone originale con il brano La profondità degli abissi, realizzato e cantato da Manuel Agnelli. Un risultato inatteso, ci aspettavamo di meglio, la pellicola ci era piaciuta, anche se molti non ne erano altrettanto entusiasti (critica divisa, gli amici ancor di più…). Ad aprile, Miriam Leone ha vinto il Premio Anna Magnani, per la sua Eva Kant, al Bari International Film Festival 2022, ma qui a Cinecittà (dove si è tenuta la cerimonia dei David), nulla.
Diabolik è l’adattamento cinematografico del celebre personaggio dei fumetti creato da Angela e Luciana Giussani, pubblicato per la prima volta nel 1962 (l’unico film tratto dal celebre fumetto era del 1967, di Mario Bava) e che oggi vanta oltre 850 episodi. La trama riprende liberamente quella di L’arresto di Diabolik (1963), il terzo albo della prima serie, dove compare per la prima volta il personaggio di Eva Kant, e di L’arresto di Diabolik – Il remake (2012).
A vestire i panni del ladro più affascinante e spietato di tutti i tempi, è oggi Luca Marinelli, mentre Miriam Leone interpreta Eva Kant. Il determinato ispettore Ginko è Valerio Mastandrea. Il tutto nella città immaginaria di Clerville, fine anni Sessanta. Il film segue le avventure del ladro dal volto misterioso che, a bordo della sua fiammante Jaguar E-type grigia, sfugge alla polizia, facendo innamorare (e restandone stregato a sua volta) la bellissima bionda Eva Kant, ricca ereditiera, vedova di Lord Antony Kant, giunta in città con il famoso e preziosissimo diamante rosa. Splendido quanto lei. Eva, che ricorda molto la Grace Kelly di Hitchcock, è la vera protagonista del film, fra eleganza, temperamento. colori, emozioni e scene spettacoli e rocambolesche. Lei che, amata da Giorgio Caron (Alessandro Roia), spietato (e ricattatore) viceministro della Giustizia, fa evadere Diabolik salvandolo dalla ghigliottina (prima entrata in scena da salvatrice) e che, con il binocolo guarda su una baia illuminata, quella di Ghenf (che, nella realtà è Trieste), capendo che è arrivato il momento di entrare (di nuovo) in azione e aiutare il suo uomo, non certo di star ferma e buona a fare “la mogliettina”.
Tanti gli ingredienti, anche pop, come lo sono i Manetti: i travestimenti, i tunnel nascosti, la moglie ignara (Serena Rossi), gli inseguimenti delle volanti della polizia, le scenografie e gli arredi da fumetto-cartolina, la suspense pura e vibrante, l’uso del codice Morse, il gusto della sfida e dell’adrenalina, tattica e strategia, combattimenti corpo a corpo, spietatezza e crudeltà, il silenzio di Clerville spezzato dall’allarme di una banca, l’intelligente e scaltro Ispettore Ginko che, aiutato dalla sua squadra, ha messo a punto un infallibile piano per intrappolare l’abile ladro. Riuscirà Diabolik a farla franca anche questa volta?
Diabolik, di Marco e Antonio Manetti, con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roia, Claudia Gerini, Vanessa Scalera, Serena Rossi, Italia, 2021, 133 mn.
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Simonetta Sandri
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