L’INCHIESTA
Il comitato Stop Or-Me: “Con l’autostrada nel Ferrarese aumenta il rischio idraulico”
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2.SEGUE – Abbiamo chiesto al comitato Stop Or-Me di Ferrara di spiegarci a cosa serve l’autostrada.
“Nelle intenzioni dei progettisti, la Orte – Mestre, una volta completata, permetterà, a livello nazionale, di creare una connessione del traffico su gomma tra la direttrice adriatica e quella tirrenica meridionale, in quanto è previsto un ulteriore raccordo da Orte a Civitavecchia.
A livello internazionale si realizzerebbe il congiungimento tra il Mar Tirreno e l’Europa centrale e orientale. Da Orte a Ravenna l’attuale superstrada sarà adeguata con qualche variazione di percorso e la realizzazione delle corsie d’emergenza (solo in questo modo si può istituire un pedaggio). Da Ravenna a Mestre sarà costruito un nuovo tracciato diverso dall’attuale Romea”.
In che modo interesserebbe il territorio ferrarese?
“Nel tratto emiliano – romagnolo la Orte – Mestre passerebbe per le province di Ravenna e di Ferrara. I comuni ferraresi attraversati dall’autostrada sarebbero: Argenta, Comacchio, Ostellato, Fiscaglia, Codigoro, Berra, Mesola. Nel nostro territorio sono previste due uscite, una a Comacchio e l’altra a Codigoro”.
Che impatto avrà su ambiente, infrastrutture, attività produttive e popolazione?
“La costruzione dell’autostrada è costosa e devastante, in quanto provoca gravi danni ambientali a carico di importanti zone di interesse storico, paesistico e ambientale. Comporta un elevato consumo di suolo, e il frazionamento di numerosi fondi agricoli. Sono previsti 147 sovrappassi, 226 sottovie, 20 cavalcavia, 139 km. fra ponti e viadotti, 64 km. di gallerie, 83 nuovi svincoli e 15 aree di servizio.
Accentua il rischio idraulico, in particolare nelle aree più fragili, come quelle che attraverserebbe nel ferrarese, che sono totalmente al di sotto del livello del mare, caratterizzate da delicati sistemi di scolo e irrigazione e talora da torbiere sepolte, fenomeni di subsidenza naturale e antropica, nonché rischi di allagamento da fiumi e da canali”.
Quali sono le ragioni per cui vi opponete alla sua costruzione?
“La finanza di progetto ha già evidenziato che le grandi opere sono un ottimo affare per i concessionari meno per la collettività.
Sempre rimanendo in ambito autostradale è sotto gli occhi di tutti il fallimento della BreBeMi, un’opera che doveva costare inizialmente 800 milioni per i 62 Km che corrono tra Brescia e Milano che alla fine ha triplicato i suoi costi complessivi, passando a 2,4 miliardi comprensivi degli interessi . Il costo di un km di autostrada della Brebemi è passato da 12 milioni di euro, di qualche anno fa, a 36 milioni a km e il concessionario ha già ottenuto la proroga della concessione perché i flussi di traffico erano stati sovrastimati, esattamente come succederebbe per la Orte – Mestre.
Inoltre, nel tratto ferrarese del tracciato che attraversa la Valle del Mezzano, potrebbe compromettere un’importante zona di protezione speciale (ZPS) di quasi 19.000 ettari, dove nel tempo si è creato un sito unico fra bonifica, agricoltura e ambiente, di grande valore paesistico e ornitologico.
Infine costruendo una nuova autostrada, si privilegia il trasporto su gomma a scapito di quello ferroviario e di quello marittimo, considerati più sostenibili”.
Quali alternative proponete?
“Le alternative esistono e sono assai meno costose, ma non se ne vuole parlare: basterebbero alcuni interventi di riqualificazione della E45, poi da Ravenna sarebbe possibile deviare i tir dalla statale 309 verso Ferrara mediante il completamento della variante alla statale 16, realizzata per oltre metà già una trentina di anni fa, poi abbandonata. Un completamento già previsto, tra l’altro, nel Piano dei Trasporti della Regione Emilia-Romagna.
La statale Romea così sgravata sarebbe più che sufficiente per supportare il traffico locale e di media percorrenza e potrebbe essere messa in sicurezza da subito e finalmente valorizzata sotto il profilo turistico. La deviazione dei tir sull’asse A13 sarebbe anche più logica visto che la linea degli interporti si sviluppa proprio tra Ferrara, Rovigo e Padova.
Un tracciato autostradale, oltre a inquinamento acustico ed aumento di Co2, significa ponti, svincoli, aree di servizio, cavalcavia, dunque l’impatto con il nostro paesaggio, riconosciuto dall’Unesco per la sua ‘coerenza culturale’, sarebbe tremendo.
Sarebbe tra l’altro totalmente in contrasto con la valorizzazione del territorio del delta del Po, una delle più importanti aree protette d’Europa, e con la proposta della sua candidatura al programma Man and the Biosphere (Mab) Unesco: il marchio della Riserva di Biosfera rappresenta un riconoscimento utile non solo per la salvaguardia dell’ambiente ma anche per lo sviluppo delle attività economiche e sociali del territorio).
Il potenziamento del trasporto marittimo e ferroviario consentirebbero collegamenti più rapidi, più economici e meno impattanti rispetto alla gomma”.
Ma c’è traffico sufficiente per giustificare la costruzione di una nuova autostrada?
“Rispondiamo citando le parole Thomas Bucher, uno dei gestori del Global Infrastructure Fund (tra i primi fondi di investimento del mondo specializzato in infrastrutture) il quale afferma: ‘In Italia ci aspettiamo che la crescita dei volumi di traffico resti strutturalmente debole. Anzitutto i flussi demografici indicano una popolazione in declino, in secondo luogo l’Italia ha già uno dei più alti tassi di motorizzazione a livello globale. L’attuale crisi finanziaria ha avuto un impatto significativo in Italia, riducendo il traffico quasi dell’8% nel primo semestre 2012’. Quindi la risposta è no”.
E se durante i lavori di realizzazione, i privati rimangono senza soldi, che succede?
“C’è la Cassa Depositi e Prestiti. Viene chiamata in causa ogniqualvolta si vuole realizzare un’opera pubblica ma si è a corto di risorse: li infatti si può attingere ai 223 miliardi di euro affidati alle Poste da 24 milioni di italiani. Trasformata in SpA nel 2003 per poter concedere prestiti anche a privati, purché per la costruzione di opere pubbliche, tra le prime operazioni della Cassa-Spa sono stati proprio i finanziamenti per le autostrade (Benetton, poi non utilizzati; Autovie Venete, Concessioni Autostradali Venete per il passante di Mestre).
La cronaca degli ultimi anni insegna che non tutti i progetti autostradali si riveleranno redditizi. Ma, per male che vada, la Cassa non fallirà perché sarà lo Stato, cioè noi contribuenti, a ripianare le eventuali perdite e questo dà sicurezza alle banche che si affiancano nei piani di finanziamento. Quel che è certo è che la stragrande maggioranza dei clienti delle Poste non ha la minima idea di come vengono utilizzati i soldi e forse non sanno nemmeno cosa sia la Cdp”.
Chi fa parte del comitato Stop Or-Me a Ferrara?
“Le componenti locali del coordinamento sono: Alternativa, Gentedisinistra, Ferrara città sostenibile, Legambiente Comacchio, Stop consumo territorio di Argenta, M5S Ferrara, Lipu Ferrara, Ferrara per Tsipras, Www Ferrara, Naturalisti Ferraresi.
A livello nazionale oltre alle Organizzazioni ambientaliste e politiche prima citate hanno aderito numerose altre associazione presenti sul territorio, e con il diffondersi dell’informazione speriamo che altre si uniscano alla protesta”.
Cosa avete fatto finora?
“Abbiamo organizzato a febbraio un incontro pubblico con Luca Martinelli giornalista di Altreconomia che si occupa da tempo della Orte – Mestre (e che la scorsa domenica è stato insignito a Ferrara da Italia Nostra del Premio Giorgio Bassani Giorgio Bassani per la “battaglia delle Apuane”, ndr).
Abbiamo più volte sollecitato il dibattito sulla stampa locale, organizzato un intervento a maggio alla assemblea nazionale della Lipu in occasione della Fiera del birdwatching di Comacchio, volantinato ad Argenta dove finisce la “nuova “ SS16 , volantinato al Festival di Internazionale”.
Ed ora? Secondo il sito di Unioncamere Veneto, i lavori potrebbero iniziare già entro la fine del 2015. Per adesso di certo si sa solo che l’opera, da progetto, è articolata in quattro lotti e dovrebbe realizzarsi entro il 2020.
Dato l’impatto sulla provincia di Ferrara forse varrebbe la pena che istituzioni e società civile si interrogassero su quel che sta per accadere.
FINE
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Stefania Andreotti
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