8 Marzo 2022
Ucraina, Bologna, Sandulovych: aiutare italiani che ci ospitano
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Bologna – Le istituzioni aiutino anche le famiglie italiane che si sono rese disponibili ad ospitare i rifugiati ucraini, perché “non si sa per quanto possono sostenere le spese”. A lanciare l’appello è la stessa presidente dell’associazione Italia-Ucraina di Bologna, Lyubov Sandulovych, ricevuta questa mattina in Regione dal governatore Stefano Bonaccini e dalla presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti.
Quando è iniziata la guerra, ricorda Sandulovych parlando alla ‘Dire’, “la Prefettura di Bologna ha fatto subito una riunione e ogni sindaco ha dato disponibilità” ad accogliere le famiglie. “Oggi c’è un po’ di difficoltà” a trovare alloggi, spiega la presidente dell’associazione, ma “i cittadini danno disponibilità” ogni giorno. E’ emerso però “il problema delle spese- segnala Sandulovych- non tutte le famiglie italiane ce la fanno a pagare le utenze. Per questo chiederei di dare a loro un aiuto, perché è giusto dare una mano. Non so se è previsto, se c’è questa possibilità. Ma queste persone hanno aperto il cuore e hanno ospitato le famiglie. Una signora dorme sul divano perché ha dato il proprio letto. E ci sono tanti che comprano regali per i bimbi e preparano le camerette quando arrivano. Non si sa però quanto possono sostenere le spese, per questo chiedo di aiutarle”, manda a dire la presidente dell’associazione ucraina. La prima necessità per i rifugiati, dunque, “è quella dell’accoglienza”. Poi viene il tema dell’integrazione e del sostegno, spiega ancora Sandulovych. “Hanno fatto un viaggio faticoso sotto I bombardamenti e poi attraverso la frontiera- ricorda- e adesso vogliono sentirsi anche utili in qualche modo. Come associazioni cerchiamo di fare qualcosa insieme, ieri abbiamo fatto un progetto per realizzare laboratori di scienze e creativi, incontri con gli psicologi, corsi per imparare la lingua italiana e anche quella ucraina. Lo facciamo anche per tenerli impegnati e non far pensare a padri e fratelli rimasti in Ucraina per combattere. C’è tensione e preoccupazione, vedo le persone molto stressate e stanche. In questo modo cerchiamo di sostenerle”. Nella sede dell’associazione, spiega ancora Sandulovych, è stata creato una specie di ‘Casa Ucraina’, anche perché “così quando sentono parlare in ucraino le persone si sentono più integrate. Domenica abbiamo accolto più di 10 famiglie con bambini, è stata una bella esperienza. Siamo contenti che c’è appoggio da parte delle autorità italiane, non siamo soli e siamo accolti in maniera eccezionale”, afferma la presidente.
Quando è iniziata la guerra, ricorda Sandulovych parlando alla ‘Dire’, “la Prefettura di Bologna ha fatto subito una riunione e ogni sindaco ha dato disponibilità” ad accogliere le famiglie. “Oggi c’è un po’ di difficoltà” a trovare alloggi, spiega la presidente dell’associazione, ma “i cittadini danno disponibilità” ogni giorno. E’ emerso però “il problema delle spese- segnala Sandulovych- non tutte le famiglie italiane ce la fanno a pagare le utenze. Per questo chiederei di dare a loro un aiuto, perché è giusto dare una mano. Non so se è previsto, se c’è questa possibilità. Ma queste persone hanno aperto il cuore e hanno ospitato le famiglie. Una signora dorme sul divano perché ha dato il proprio letto. E ci sono tanti che comprano regali per i bimbi e preparano le camerette quando arrivano. Non si sa però quanto possono sostenere le spese, per questo chiedo di aiutarle”, manda a dire la presidente dell’associazione ucraina. La prima necessità per i rifugiati, dunque, “è quella dell’accoglienza”. Poi viene il tema dell’integrazione e del sostegno, spiega ancora Sandulovych. “Hanno fatto un viaggio faticoso sotto I bombardamenti e poi attraverso la frontiera- ricorda- e adesso vogliono sentirsi anche utili in qualche modo. Come associazioni cerchiamo di fare qualcosa insieme, ieri abbiamo fatto un progetto per realizzare laboratori di scienze e creativi, incontri con gli psicologi, corsi per imparare la lingua italiana e anche quella ucraina. Lo facciamo anche per tenerli impegnati e non far pensare a padri e fratelli rimasti in Ucraina per combattere. C’è tensione e preoccupazione, vedo le persone molto stressate e stanche. In questo modo cerchiamo di sostenerle”. Nella sede dell’associazione, spiega ancora Sandulovych, è stata creato una specie di ‘Casa Ucraina’, anche perché “così quando sentono parlare in ucraino le persone si sentono più integrate. Domenica abbiamo accolto più di 10 famiglie con bambini, è stata una bella esperienza. Siamo contenti che c’è appoggio da parte delle autorità italiane, non siamo soli e siamo accolti in maniera eccezionale”, afferma la presidente.
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