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Un quotidiano francese ha pubblicato una vignetta raffigurante Macron con un barboncino abbaiante al guinzaglio, che segue l’orso russo mentre quest’ultimo divora l’Ucraina, indifferente all’inquilino dell’Eliseo che, con un megafono, grida inutilmente : “sanzioni, sanzioni”!

Quasi mai le sanzioni sono sufficienti. Le ho seguite tutte” nel corso degli anni, e “pochissime hanno avuto successo, perché la sanzione va sia contro chi la subisce che contro chi la fa. In questo caso chi la dovrebbe subire ha delle armi terribili, cioè ha il rubinetto del gas, e questo rubinetto colpisce in modo profondamente diverso i membri dell’alleanza che dovrebbe colpire Putin”. Lo ha affermato l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, ospite di Sky TG24.

Le anime pie che si illudono di fermare Putin con le sanzioni meditino le parole di Prodi.

E la smettano, come fa Bersani  (lo stesso che, da ministro, faceva accordi con Putin e gli stringeva la mano nel 2006 a San Pietroburgo) di ripetere che non è auspicabile una UE “con l’elmetto”, criticando aspramente la NATO.

Se Lituania, Lettonia ed Estonia, vendute da Hitler a Stalin con l’infame patto Molotov-Ribbentropp, non facessero oggi parte della NATO adesso avrebbero ragione di tremare.

Ma per loro fortuna, si trovano sotto l'”ombrello protettivo” (come lo definì con lungimiranza Enrico Berlinguer) dell’Alleanza Atlantica

Purtroppo gente come Putin intende un solo linguaggio, che non è quello delle sanzioni e neppure quello delle preghiere.

Maria Zucchini

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