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CENTO (FERRARA), 21 GEN. ‘22.

«Dal sindaco di Cento tante belle prospettive sul “green” e la mobilità sostenibile, ma siamo ancora in attesa di capire cosa intenda realmente fare per il commercio». Il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, assieme al consigliere locale Alex Melloni, va all’attacco su di un versante “caro” al Carroccio, che in campagna elettorale aveva rilanciato la proposta di un assessorato specifico per rispondere alle esigenze dei commercianti, distinto da quello delle attività produttive. «Una proposta di buon senso – precisa Bergamini – che voleva enfatizzare la necessità di uno staff dedicato a seguire le esigenze dei commercianti, per fornire supporto in merito ai bandi ed intercettare contributi. Nel merito, come prime iniziative, occorrerebbe muoversi per quelle attività che possono vantare un ruolo, come bottega storica, oppure come realtà che promuove le eccellenze locali – aggiungono Bergamini e Melloni – e che magari si caratterizzano per le proprie vetrine, gli arredi e gli ornamenti, per la valorizzazione del gusto, che risultino di particolare interesse». In buona sostanza, «Esistono decine di attività commerciali ed artigianali che diffondono sapere e cultura attraverso un lavoro basato sull’esperienza, la riscoperta delle tradizioni locali e che possono per loro vocazione essere inserite in circuiti di valorizzazione delle città, degli antichi borghi e dei territori».  Tali attività commerciali o artigianali possono essere classificate come: “Botteghe che promuovono le tradizioni”. «Cento ha le sue carte da giocare in questo – avverte la Lega –. Proponiamo di inserire sgravi e incentivi per quelle attività economiche che valorizzano la qualità. Dal sindaco Accorsi pretendiamo una progettualità, in modo da consentire ai commercianti di programmare i loro investimenti». C’è poi un problema di ordine superiore: il commercio dell’era del web ha purtroppo un “nemico” difficile da gestire: «a livello nazionale e regionale vanno rimossi balzelli che sembrano assolutamente anacronistici – conclude Bergamini – come la data di inizio dei “saldi”, che appare ormai inadeguata rispetto a piattaforme che commerciano tutto l’anno fuori da ogni regola».

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