CAMERA DI COMMERCIO: PRESO D’ASSALTO L’INTERVENTO STRAORDINARIO PER L’INSERIMENTO IN AZIENDA DI GIOVANI E DONNE
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135 le domande pervenute, 40 i progetti finanziati, 55 le persone inserite stabilmente in azienda. Questi i principali risultati dell’intervento straordinario voluto dalla Camera di commercio per l’inserimento in azienda di giovani, di età inferiore ai 30 anni, e di donne di tutte le fasce d’età. Un bando, quello dell’Ente di Largo Castello, volto a far crescere le imprese ferraresi e ad attrarne di nuove sul territorio della provincia per fronteggiare la crisi economica generata dalla pandemia e che si basa su quattro pilastri fondanti: più lavoro, più competitività, più credito, meno burocrazia.
Tra le spese ammissibili previste dal bando, restato aperto dal 6 ottobre al 5 novembre scorsi, quelle per i tirocini extracurriculari, della durata di almeno 3 mesi, le assunzioni a tempo determinato, della durata di almeno 6 mesi, l’apprendistato, e le assunzioni a tempo indeterminato e/o la trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato. Altrettanta attenzione sarà rivolta anche ai Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e stage curricolari.
“Seppur mitigato dalle diverse misure di supporto – ha evidenziato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – l’impatto della pandemia sul mercato del lavoro ferrarese ha colpito più fortemente giovani e donne, acuendo i divari generazionali e di genere. I progetti che finanzieremo con il PNRR, che si aggiungeranno agli altri strumenti di politica economica a nostra disposizione, potranno contribuire ad accrescere il potenziale di sviluppo della nostra provincia e a garantire che questa crescita sia inclusiva, ovvero che benefici tutti, inclusi coloro che sono penalizzati da fattori geografici, generazionali o di genere”. Il mercato del lavoro in provincia di Ferrara. Le forze di lavoro, diminuite del -3,0% nel 2020, secondo le previsioni dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio, potrebbero recuperare 0,8 punti percentuali nel 2021, a causa della crescita della componente relativa alle persone in cerca di occupazione, mentre il numero di occupati potrebbe diminuire di un punto percentuale. Il tasso di attività, calcolato come quota sulla popolazione presente totale e arrivato al 46,5% nel 2020, dovrebbe proseguire la crescita. La sospensione del blocco dei licenziamenti inciderà quindi sull’occupazione nel 2021 e mentre il tasso di occupazione faticherà a mantenersi sugli stessi livelli dello scorso anno, il tasso di disoccupazione potrebbe salire, avvicinandosi al 10% nel 2022. I segnali di una crisi meno accentuata provengono soprattutto dai dati riferiti al minor ricorso agli ammortizzatori sociali. Nei primi 10 mesi del 2021 sono circa 6 milioni e mezzo le ore richieste a Ferrara, in netto calo rispetto allo stesso periodo del 2020 (-48%). La diminuzione si registra per tutte le tipologie. Le ore richieste per l’ordinaria rappresentano quasi i due terzi del monte ore complessivo; il settore delle industrie meccaniche ne concentra oltre il 72% (più di 3 milioni). La riduzione si è diffusa in tutti le attività economiche tranne che nell’industria alimentare, dove le ore richieste sono aumentate quasi del 40% e nel comparto della lavorazione di pelli, cuoio e calzature (circa 353mila). Anche per la deroga la diminuzione è rilevante, dal momento che nei primi dieci mesi del 2020 il ricorso a questa tipologia di interventi ammontava a quasi 2,9 milioni ore. Nello stesso periodo del 2021 sono state richieste poco meno di 2 milioni di ore che si concentrano per il 97% nel commercio. “Solo con il coinvolgimento delle parti sociali – ha concluso Govoni – sarà possibile selezionare progetti in grado di soddisfare i bisogni di cittadini e imprese e sfruttare le complementarietà tra i diversi soggetti responsabili. Il lavoro richiama il tema della sicurezza sociale, e del welfare, che va continuamente adeguato ai nuovi bisogni per poter assicurare, in concreto, l’universalità dei diritti dei cittadini. Laddove l’esclusione dal lavoro colpisce tante donne, uomini, giovani, intere famiglie, il bisogno e l’insicurezza possono innescare una pericolosa spirale di sfiducia. Anche per questo il
lavoro è la priorità. Lo è sempre stato ma, se possibile, lo è ancor più in questo impetuoso tempo di cambiamenti generati dalla pandemia”.
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