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Dunque siamo all’Omicron. Il Covid che muta e che non molla preoccupa tutti. Preoccupa l’emergenza sanitaria: le terapie intensive che si riempiono, il conto delle vittime che si allunga. Preoccupa l’emergenza sociale: la divisione tra vaccinati e non vaccinati che rischia di spaccare il Paese. Preoccupano, per effetto dell’obbligo vaccinale, le sospensioni dal Lavoro che possono mettere in ginocchio ospedali e scuole che già ora denunciano carenze di organico. Lo stesso Ordine Pubblico potrebbe essere compromesso per la prevedibile sospensione dal servizio di molte migliaia agenti delle Forze dell’ Ordine.
Certo, con il virus non è lecito far pace e i vaccini sono le armi più efficaci per vincere una guerra che si prevede lunga e complicata. Ma per riuscirci – come recita il celebre adagio “uniti si vince” – occorre superare la frattura che già si è aperta nella società, nei luoghi di lavoro, perfino dentro le famiglie. Per ricucire lo strappo con i milioni di non vaccinati occorre ragionevolezza, non moralismo: la semplice proposta di Giuseppe Nuccitelli (più sotto) va in questo senso.. Oppure la spaccatura diventerà insanabile; lo Stato tirerà fuori la pistola (o già lo sta facendo?) e sarà peggio per tutti.
(Francesco Monini)

Mettiamo insieme alcuni fatti:

  1. lunedì 20 dicembre l’EMA ha approvato (ovviamente sempre in via condizionata) un quinto vaccino contro il Covid 19: il Nuvaxovid della Novavax e solo due giorni dopo  l’AIFA ha deliberato la conseguente approvazione per il territorio italiano;
  2. sembrava inizialmente che l’effettiva distribuzione del nuovo vaccino sul territorio nazionale non potesse avvenire prima di marzo, ma ora pare che tutto potrebbe essere anticipato a gennaio Il Sole 24 ore [Qui];
  3. secondo varie autorevoli voci (vedi, ad esempio, Silvio Garattini e Carlo Tonarelli) il Nuvaxovid potrebbe – per una serie di ragioni che non è utile per i nostri scopi approfondire – risultare accettabile a un numero significativo di soggetti diffidenti verso I vaccini a mRNA e perciò renitenti alla “chiamata alle armi” della vaccinazione di massa;
  4. tra di essi, potrebbero esserci non pochi degli appartenenti a quelle categorie per le quali è attualmente in vigore l‘obbligo vaccinale con le relative sanzioni per gli inadempienti, ovvero in primo luogo la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione che già ha colpito il personale sanitario;
  5. come è noto, l’obbligo è stato esteso ai lavoratori della scuola e alle forze dell’ordine a partire dallo scorso 15 dicembre, ma gli effetti ottenuti – ovvero il numero di quelli che si saranno ‘piegati’ alla vaccinazione – si potrà conoscere solo dopo l’Epifania;
  6. a questo punto, la sanzione scatterà per tutti: si dovrebbe trattare di circa quarantamila docenti e forse altrettanti tra poliziotti e militari, anche se per questi le stime sono più oscillanti, che si aggiungono a qualche migliaio di operatori sanitari già sospesi;
  7. parliamo, dunque, non di criminali, ma di persone che hanno finora vissuto nello Stato, lo hanno servito e potranno – si spera un giorno non troppo lontano – riprendere a servirlo, ma con le quali i rapporti saranno a quel punto irrimediabilmente lesi;
  8. soprattutto, la sospensione dall’attività lavorativa di queste persone ha vari “effetti indesiderati” (o no?): essa, come si sa, sta creando e creerà notevoli problemi negli ospedali, nelle scuole e nelle strade;
  9. proprio in questi giorni, infatti, si è invocata da varie parti la reintegrazione al lavoro del personale sanitario sospeso, già che senza di esso la situazione critica delle strutture evolve verso il collasso;
  10. nelle scuole, si parla di sostituire i docenti sospesi con dei laureandi, il che francamente non suona molto meglio della DAD;
  11. per quanto riguarda il depotenziamento delle forze dell’ordine, la criminalità ovviamente ringrazia, e paradossalmente anche chi ha intenzione di eludere le regole anti-covid.

Ecco, dunque, la proposta:
perché – anziché avventurarsi in un braccio di ferro le cui conseguenze negative saranno in ogni caso superiori agli eventuali benefici – non si saggia la disponibilità di queste persone a sottoporsi alla vaccinazione con il Nuvaxovid?

Ormai sono tutti conosciuti per nome e cognome e l’Amministrazione ha già recapitato loro una o più comunicazioni. Perché non inviargliene un’altra, per verificare se l’arrivo del nuovo prodotto della Novavax non possa – in virtù delle sue caratteristiche più rassicuranti – liberarci da questa pericolosa posizione di stallo?

Si potrebbe rivolgere a queste persone un invito ad aderire irrevocabilmente a una campagna mirata di vaccinazione, attivando nel contempo delle procedure per snellire – sia dal punto di vista burocratico che da quello logistico – la distribuzione delle dosi necessarie (non dovrebbero esser più di duecentomila) e avviare nel più breve tempo l’effettiva somministrazione.

In questo modo, con un po’ di elasticità verso chi avesse aderito si potrebbero evitare del tutto le sospensioni e tutti i loro ‘effetti indesiderati.

Troppo semplice? Chissà. Magari verrebbero da soli e non bisognerebbe andare casa per casa, come Babbo Natale.

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Giuseppe Nuccitelli

Giuseppe Nuccitelli insegna filosofia e scienze umane nella scuola media superiore pubblica.  Ha collaborato con Università, Enti di Ricerca, la RAI e altri soggetti. È autore di varie pubblicazioni nell’orizzonte della filosofia e della linguistica educativa. È giornalista pubblicista. In libreria, il suo esordio narrativo: “Parola di Pilsops. Le circostanze della passione”, Roma, Gangemi Editore, 2022.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it