16 Dicembre 2021
Parole a capo
Rosaria Munafò: “Poesie per non dimenticare”
Tempo di lettura: 2 minuti
“Tutto è in ritardo in Italia, quando si tratta di iniziare un lavoro. Tutto è in anticipo quando si tratta di smetterlo.“
(Giuseppe Prezzolini)
BASTA MORTI SUL LAVORO
Io ci penso, SAPETE!
Sapete perché ci penso? Perché sono un’operaia,
passo più tempo in azienda che con la mia famiglia, nella nostra casa,
è la mia prima casa,
il tetto è sicuro sui miei figli…
Ma i lavoratori e le lavoratrici di chi sono figli?
Hanno chi li cura, chi li preserva dal pericolo,
chi la notte non dorme pensando alla loro sicurezza,
chi si mette nei panni di una lavoratrice in gravidanza e poi mamma,
di un lavoratore invalido,
di un lavoratore o di una lavoratrice che non arriva a fine mese,
di un lavoratore che fa le notti?
E di tutti gli altri lavoratori e le lavoratrici?
Quel giorno diventa buio all’improvviso,
si chiudono gli occhi per sempre.
La sveglia suona per nessuno, il cartellino assente;
il giorno dopo la matricola scomposta, il posto sostituito dal prossimo disoccupato.
Non voglio chiudere gli occhi sul luogo di lavoro, no…non voglio!
1 Marzo
Ci penso, sapete: Gianluigi, 64 anni, schiacciato sotto una pompa di grosse dimensioni, poteva essere mio padre;
13 Maggio
Daniele, 27 anni, inciampato cadendo all’indietro e battendo la testa, poteva essere mio fratello;
13 Settembre
Gianluca, 38 anni, schiacciato da una pressa, sposato da poco più di un anno, poteva essere mio marito;
12 Settembre
Quattro operai di nazionalità indiana, tutti annegati in una vasca di liquami.
48, 45, 29 e 28 anni;
4 Ottobre
Pierluigi e Matteo
34 e 31 anni,
poliziotti uccisi a colpi di pistola davanti alla questura di Trieste,
figli delle stelle,
tutti fratelli,
tutte sorelle.
Chiudiamo gli occhi la sera
stanchi, affaticati,
nelle mani profumate di dignità
calcolando i centesimi
per poi scartarli…
non sai cosa farne dei centesimi: li metti nel contenitore
trasparente
sopra il bancone di un bar.
Sapete il valore di un centesimo?
Ha lo stesso valore di un milione di euro
se chiudi gli occhi, di giorno, all’improvviso.
FILI DI NEVE DAL CIELO A MAGGIO
L’ orditoio tessile è sordo
tesse lunghi capelli, ruota in continuazione,
la grande fresa sua compagna ha bocca grande
senza cuore reclama gli effetti personali, in coppia ingrassano fatturati, divorano la mente,
il pulsante d’emergenza lo sputano,
Si arrestano un giorno di neve tra le righe dei giornali con i nomi e l’età.
L’elisoccorso ha le ali bianche senza piume scrivono:
“Deceduti”
(A Luana e Maurizio.
Operai morti sul lavoro
6 Maggio 2021)
Rosaria Munafò, poetessa del Sud, trapiantata in Brianza da oltre 25 anni. Lavora come operaia in una azienda di utensili per l’edilizia ormai da molti anni. Partecipa con passione al Collettivo Poetico Ultimo Rosso [Qui], nato a Ferrara nel settembre del 2021.
La rubrica di poesiaParole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina suFerraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]
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Benini & Guerrini
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