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Just eat cambia l’algoritmo: se strada è tanta ci va chi ha lo scooter
Bologna – Meno maratone ciclistiche per i riders di Bologna: grazie ad un accordo (non scritto) tra sindacato e Just eat, infatti, la piattaforma ha cambiato l’algoritmo che ora non assegna destinazioni di ritiro merce particolarmente distanti a chi usa la bici ‘classica’, quella che oggi chiamano muscolare.
In questi casi l’algoritmo chiama in causa i fattorini dotati di scooter. I ‘ciclisti’ vecchio stile, quelli con la bici spinta dalla sola forza delle loro gambe, sono esclusi da un mini-elenco di punti di ritiro merce considerati particolarmente lontani. Oppure, situati in zone non servite da piste ciclabili e quindi potenzialmente più rischiose per la sicurezza del ciclofattorino. La novità, come racconta alla ‘Dire’ Carlo Parente della Filt-Cgil di Bologna, è scattata da meno di un mese. A metà novembre la stessa Cgil si schierò contro un bonus da un euro in più per ogni consegna effettuata dalle 19 in poi al sabato e alla domenica in novembre. Era un ‘extra’ deciso da Just eat senza discuterne con il sindacato con cui erano aperti confronti su altri tavoli tra cui appunto per ridurre i lunghi ‘viaggi’, anche fuori porta, ai riders che non hanno né l’e-bike né lo scooter.
“Non abbiamo fatto un accordo specifico su questo. Poco dopo aver sollevato la questione del bonus- spiega Parente- ho ricevuto una comunicazione che introduceva questa novità: l’azienda ha indicato una serie di punti di ritiro che l’algoritmo non assegna più ai rider che hanno la bici muscolare.
Non abbiamo stabilito criteri oggettivi, ma l’azienda ha concordato con questa impostazione”. Il ‘principio’ che detta la ‘regola’ è che il punto di ritiro della consegna deve essere ‘facilmente’ raggiungibile in bici. Non c’è quindi un massimo chilometrico da non superare.
“Ho chiesto conferma ai delegati sindacali e mi hanno detto che ora Just eat non assegna più ritiri lontani in bici: è una cosa che sta succedendo a Bologna e mi pare anche a Genova- segnala Parente- ancora localizzata”, ma considerata importante per il sindacato perché rimane nel solco del dialogo con una azienda che ha relazioni con i rappresentanti dei lavoratori. A differenza di altre, si specifica in casa Cgil, che adottano il contratto dell’Ugl e con cui invece molti ciclofattorini meditano cause legali per recuperare le differenze contributive rispetto alle piattaforme che adottano il contratto della logistica. E anche a Bologna la Cgil sta valutando queste situazioni singole.
Poi non tutte le questioni sono risolte, annota Parente: per I ritiri non si pedala più per lunghi viaggi, “ma resta il tema delle consegne: ad esempio per chi deve andare fin sui colli per portare un ordine…”. Intanto però, il nuovo principio è passato e per di più in una piattaforma che a Bologna muove 500 ciclofattorini. “Avere relazioni sindacali con queste aziende non è poco. Ad esempio, a livello nazionale stiamo discutendo dei criteri e parametri metereologici che determinano la sospensione dell’attività del rider: bisogna decidere che se piove o grandina o nevica con una certa intensità l’attività si ferma. Se non fissano regole uniformi diventa impossibile intervenire su questo aspetto”, segnala infine Parente.
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