Skip to main content

Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


Finalmente, la perfida Albione. Avremo la finale degli Europei di calcio più suggestiva, la più auspicata da storici, tifosi, sponsor e bookmakers. I mangiaspaghetti a tradimento contro i supponenti isolazionisti. Ad aggiungere sugo al piatto, si gioca direttamente nel salotto dei supponenti, Wembley. Ero tentato di evidenziare la frase più tagliente sugli italiani attribuita a Sir Winston Churchill: “bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti…”. Poi ho cominciato a scorrere le centinaia di frasi taglienti sugli inglesi, tipo questa dello scrittore (peraltro inglese) William Hazlitt: “La differenza tra la vanità di un francese e quella di un inglese sembra essere questa: uno pensa che sia giusto tutto ciò che è francese, l’altro pensa che sia sbagliato tutto ciò che non è inglese.” Ma ce ne sono di feroci, come: “Anche quando un inglese gode, ha l’aspetto di uno che prende olio di fegato di merluzzo” di David Frost. Oppure “se gli inglesi possono sopravvivere alla loro cucina, possono sopravvivere a tutto” di George Bernard Shaw.
Alla fine ho virato su una frase pienamente on topic, se consideriamo il tema d’attualità, attribuita sempre al grande statista inglese. Nella frase, gli italiani mangiaspaghetti perdono sempre. Nell’immagine, i supponenti inglesi fanno la figura dei coglioni. Comunque vada a finire, non sarà la fine della storia.

“Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.”

Winston Churchill

 

Ferrara film corto festival

Iscrivi il tuo film su ferrarafilmcorto.it

dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

tag:

Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it