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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


 

Abbiamo accostato due poesie di Augusto Muratori, poeta e cacciatore, che hanno in comune un elemento che, al giorno d’oggi, desta sentimenti contrapposti: l’attività venatoria.
I sensi all’erta nel maggese o nella valle, la conoscenza del territorio, la pulsione predatoria, contrastano con le riflessioni dell’uomo sulla propria esperienza col fucile: l’instabile equilibrio fra istinto, etica e passione.
Le certezze vengono spazzate via da un improvviso illuminante pensiero della figlioletta.
(Ciarìn)

I tuchìn

 E iη s al végar c’al s pèrd
dóv ‘rìva l’òć,
int na scuacióna ad cana
e i stamp intóran
a stava a sptar zìt zìt.
Na buarìna l’era gnuda a bévar
int na rudà d’na màchina lì avśìn.
A santìva al sćifèl sul canalón
d’uη piviér ‘d mar
e int uη mación ad càna
cantàr una spurzlàna.
E pó tut int na vòlta
su i stampìη
cmè tirà da na fiónda
i è arivà
pagnà ad vént, i tuchìn.

I pivieri dorati (traduzione dell’autore)
E sul maggese che si perde / dove arriva l’occhio / in un capanno di canne, scoperto / con i richiami attorno / attendevo in silenzio. / Una cutrettola era venuta a bere / in un solco di ruota di automobile nei pressi. / Udivo il fischio sopra il canalone / di un chiurlo / e in un folto canneto / cantare una gallinella d’acqua. / Poi tutt’a un tratto / sopra i richiami / come scagliati da una fionda / sono arrivati / vestiti di vento, i pivieri dorati.

Tratta da:
Nuove voci della mia terra, premio letterario nazionale “Bruno Pasini”, raccolta antologica 2001-2012, Ferrara, Festina Lente, 2014.


Cumént

Mi ch’am santìva brav, tut pin d’argój,
par sèt òt quàj o du pizacarìη!
Mi ch’am faśéva iηfìη fotografàr
coη n’aliévar iη man o uη maźurìη!
Mi ch’am santìva re dal mónd, iη val,
parché a “sunàva” al sćiòp come uη viulìη!
Mi ch’a mustràva a tuti i mié trofèi
come uη campión dla bici o dal balóη,
ch’am santìva acsì fòrt, acsì cuntént,
e adès santìr mié fiòla dìram séch:
“quant póvar animài cupà par gnént!”

 

Commento (traduzione dell’autore)
Io che mi sentivo bravo, (tutto) pieno d’orgoglio, / per sette otto quaglie o due beccaccini! / Io che mi facevo persino fotografare / con una lepre in mano o (con) un germano reale! / Io che mi sentivo re del mondo in valle / perché “suonavo” il fucile come un violino! / Io che mostravo a tutti i miei trofei / come un campione della bici o del pallone, / che mi sentivo così forte, così contento, / ed ora sentire mia figlia dirmi senza mezzi termini: /“quanti poveri animali uccisi per niente (inutilmente)!”

 

Tratta da: Marco Chiarini e Luciano Montanari (a cura di), Al nòstar bel dialèt: antologia degli autori de Al Tréb dal Tridèl, Ferrara, 2G Editrice, 2012.

Augusto Muratori (Longastrino-Fe 1936)
Cresciuto fino a trent’anni a Jolanda di Savoia e Bondeno, da cinqunt’anni risiede a Imola (Bo). Impiegato di banca, compone poesie e filastrocche in dialetto ferrarese e romagnolo. Ha partecipato a concorsi provinciali, regionali, nazionali, ottenendo premi e segnalazioni. È presente in antologie quali Al nostar bel dialet… e Cento anni di poesia dialettale romagnola (1976). Ha pubblicato: Do sbalistrè imulesi sul disciolto Gruppo Balestrieri Imolesi, Acsè par rìdar dla nostra vècia Cassa satire, Al fotti d’la nona : breve saggio di indovinelli, modi di dire e proverbi dell’Imolese e della Romagna estense (1973).

 Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia,
esce ogni 15 giorni al venerdì mattina. Per leggere le puntate precedenti clicca (Qui)

In copertina:  Segugi – foto di Marsilio Torzoni, 2020

Ferrara film corto festival

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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

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Ciarin


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it