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Il rapporto tra medicina e meteorologia è antico, Ippocrate era sicuro ci fosse un rapporto molto stretto; stessa conclusione per i maestri della tradizione cinese. Tutti noi poi, spesso ci affidiamo più al corpo che ai siti ufficiali per capire come vestirci prima di uscire di casa. Addirittura ci sono persone con artrosi che affermano di poter prevedere il tempo con le ginocchia, perché è vero, le ginocchia sono la parte del nostro corpo che ‘sente’ di più i cambiamenti meteo, e anche a livello scientifico si è scoperto di recente il legame tra dolore al ginocchio e previsioni del tempo.
Ciò non significa che si debbano prender per buone le previsioni del tempo di tutti i sofferenti di artrite: per ora la scienza ha attribuito valore oggettivo alla sensibilità meteoropatica delle sole artriti al ginocchio, senza peraltro poter proporre alcuna valida spiegazione di questa misteriosa ma evidente correlazione tra clima e intensità del dolore.
Come dicevamo, la relazione tra il dolore e il tempo è stata ampiamente studiata, soprattutto nelle persone con artrite. Ma mentre un certo numero di studi ha dimostrato che l’elevata umidità accoppiata ad una bassa pressione atmosferica è di fatto associata a dolore o rigidità alle articolazioni, deve ancora essere stabilita una relazione veramente oggettiva tra il tempo e la gravità dell’artrite. Per esempio, i pazienti con artrite o artrosi non denunciano forti aumenti dei sintomi durante il bagno o il nuoto. Inoltre, i pazienti tollerano facilmente oscillazioni della pressione atmosferica durante il volo nei pressi di una tempesta.

Se è vero che c’è un legame tra meteorologia e dolori articolari, che cosa causa allora il dolore?

Poiché non vi è ancora alcuna conclusione scientificamente provata sul rapporto tra il tempo e l’artrosi, una spiegazione plausibile è che comunque i cambiamenti del tempo influenzano i legamenti già offesi e si gonfiano, irritando i nervi. Un altro dato è che il liquido all’interno dell’articolazione si espande quando la pressione dell’aria scende, causando rigidità e dolori.
Ma questi legami trovano sempre maggiori conferme: Robert Jamison, professore alla Harvard medical school spiega che “il legame è diretto ed ha motivazioni biologiche”. Stesso parere viene espresso dal Centro reumatologia di Cordoba in Argentina che ha appena ripubblicato uno studio del 2010, aggiornandolo: “Per chi soffre di artrite, ma non solo c’è una relazione matematica tra i due fattori. Anche se poi varia da soggetto a soggetto”. Da noi se ne sono occupati gli scienziati del Cnr, secondo i quali manifesta i sintomi un italiano su quattro. Gli studi sulle cavie animali aggiungono prove. E non è solo una questione di previsioni del tempo, il clima ha un’incidenza diretta sulla nostra salute. Secondo una ricerca della Società europea di cardiologia, che ha passato al setaccio 16mila pazienti, il freddo aumenta i rischi di infarto: ogni 17 gradi Fahrenheit le probabilità salgono del 7%. Influenze negative le possono avere anche l’esposizione al vento e gli sbalzi di pressione atmosferica che mandano in tilt l’ipotalamo (struttura del sistema nervoso che controlla la nostra temperatura corporea). Durante i cambiamenti climatici ci sarebbe una riduzione delle endorfine con conseguente diminuzione della soglia del dolore (cioè il livello al di sotto del quale non sentiamo dolore, e al di sopra di cui lo avvertiamo).

Come contrastare i dolori articolari legati al tempo
Per contrastare gli effetti della metereopatia, occorre rinforzare le difese immunitarie, cercando di tenere sotto controllo lo stress. Bisogna stare il più possibile all’aria aperta, anche d’inverno, non tenere troppo alto il riscaldamento (18-20°), non avere in casa aria né troppo umida né troppo secca, evitare ambienti fumosi, areare spesso, a meno che non si abiti vicino ad arterie molto trafficate, poiché l’aria che entrerebbe sarebbe peggiore di quella che esce, dal momento che l’inquinamento atmosferico è una delle cause dirette dell’abbassamento delle difese immunitarie.
Da uno studio del Centro di ricerche in bioclimatologia medica, biotecnologie e medicine naturali dell’Università degli studi di Milano del 2002, risulta che ricostituenti e sedativi naturali sono ottime cure contro il “mal di tempo”. Per i soggetti stressati tè verde, caffè d’orzo, tisane di tiglio, camomilla, salvia, biancospino ed ulivo sono un toccasana. Per i soggetti depressi, invece, meglio i preparati a base di iperico, ginseng, pappa reale, propoli e miele.

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Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it