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Da: Unife Ufficio Stampa

 

Crowdfunding Unife

Dal successo del progetto contro l’atassia spinocerebellare di tipo 2 a tre nuovi progetti per la lotta al Covid-19.

“L’eco della nostra divulgazione non si è arrestata al termine della campagna di crowdfunding. Ancora oggi ci sono persone che ci chiedono come sostenere la nostra ricerca…Raccontando il nostro progetto siamo entrate in contatto su tutto il territorio nazionale con pazienti che si sono messi a disposizione per partecipare alla sperimentazione, anche questo ci pare un risultato significativo, oltre che fondamentale”.

Francesca Salvatori, la ricercatrice che insieme alla Prof.ssa Peggy Marconi e Mariangela Pappadà fa parte del team di ricerca dell’Università di Ferrara contro l’atassia al centro del primo crowdfunding Unife, traccia un bilancio di questa esperienza.

E’ passato un anno dalla chiusura del progetto per trovare una cura genica per l’atassia spinocerebellare di tipo 2, dodici mesi nei quali la ricerca è proseguita con efficacia anche grazie al sostegno economico e ai contatti nati dalla campagna di crowdfunding dedicata al progetto.

“Il nostro obiettivo di partenza era quello di individuare una cura genica per questa malattia neurodegenerativa che insorge in età adulta portando all’invalidità e alla morte nell’arco di 15 anni”, spiega Francesca Salvatori.

“La campagna ha avuto grande successo: abbiamo raccolto quasi 11 mila euro, utilizzati per acquistare i materiali necessari a svolgere la biopsia sui pazienti: per sviluppare una molecola in grado di essere efficace sul piano terapeutico abbiamo bisogno di individuare e testare un modello cellulare, attraverso l’estrazione di cellule dalla cute dei pazienti. Inoltre abbiamo comprato una strumentazione all’avanguardia, che ci consentirà di coltivare le cellule in modo tridimensionale, mimando la loro condizione naturale nel nostro corpo”.

Un successo quello ottenuto dalla campagna di crowdfunding che ha permesso al progetto di superare anche il periodo di impasse dovuto alla pandemia. “Se non avessimo potuto contare sulla spinta economica iniziale dei fondi del crowdfunding forse tutto si sarebbe bloccato – prosegue Salvatori – Il contributo di chi ci ha sostenuto tramite il crowdfunding è stato essenziale per noi, così come i contributi che continuano ad arrivare. Il Lions di Argenta, ad esempio, che già era stato sponsor l’anno scorso, qualche settimana fa ha fatto un’ulteriore donazione in memoria di una signora che è venuta a mancare per una malattia rara”.

E sulla sua esperienza come testimonial e anima della campagna, Francesca Salvatori ha raccontato di come sia stato stimolante e istruttivo uscire dal linguaggio tecnico per far comprendere alle persone che si incontrano per strada un meccanismo complesso come la teoria genica.. “Ho imparato la sintesi, la chiarezza, la necessità di utilizzare similitudini dirette e non potete immaginare quanto sia appagante vedere l’interesse che cresce nell’interlocutore. Essere riuscita a trasmettere l’importanza della ricerca e la gravità della malattia per la quale stiamo cercando una terapia, mi ha riempita di orgoglio”.

Nelle prossime settimane il crowdfunding per la ricerca Unife riprenderà con tre nuove campagne, progetti incentrati sulla lotta e la convivenza con il Covid-19

“Quando si vuole aiutare la ricerca soprattutto in campo medico, viene naturale pensare alle grandi organizzazioni. Invece io dico che sono soprattutto i piccoli gruppi di ricerca all’interno dei piccoli Atenei che devono essere aiutati e sostenuti per proseguire quella ricerca di eccellenza che già si fa. Oggi abbiamo capito sulla nostra pelle che la ricerca è alla base del nostro futuro. Inoltre, sostenere un team di Unife significa anche sostenere il nostro territorio”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA



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