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Da: Giuliana Bolognesi

 

Circa l’ormai notissimo ddl Zan (che dovrebbe contrastare omofobia,bifobia e transfobia) è stato incredibilmente trascurato il punto di vista di molte femministe che contestano le nuove norme “in fieri” e che si sono espresse nei seguenti termini : «Ci lascia perplesse la definizione ‘identità di genere’ al posto di ‘identità sessuale’, perché finirebbe per negare la specificità femminile. Nel Regno Unito, in Canada, in alcuni Stati Usa le donne che non accettano di condividere i loro spazi con persone di sesso maschile e identità di genere femminile vengono ingiuriate, processate, talvolta licenziate con l’accusa di transfobia. Il linciaggio mediatico della scrittrice J. K. Rowling è il caso più clamoroso, ma non l’unico”.

Che Monica Ricci Sargentini e Marina Terragni si schierino contro il ddl Zan è di certo assai significativo e non solo perché parliamo di esponenti storiche del mondo femminista. Fra l’altro,alle due giornaliste citate potremmo aggiungere altri nomi di scrittrici appartenenti al mondo lesbico o femminista, da Rita Paltrinieri di Arcilesbica Modena a Paola Vitacolonna di Gruppo I-Dee Milano.
La Ricci Sargentini è stata bollata sul web come «omofoba», la Terragni è stata inondata di insulti, e così anche le altre che sostengono le medesime posizioni. Insomma, spira un’aria di intolleranza che non promette nulla di buono. Nel manifestare la mia totale solidarietà a Monica e a Marina ( a cui spero si associ anche Paola Peruffo) mi vien da pensare,purtroppo, che la tolleranza non sia un valore universale bensì particolare: c’è chi se la merita, e chi no, magari solo per il solo fatto di pensarla diversamente.
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