Rubrica a cura di Fabio Mangolini e Francesco Monini
Metafora per metafora. Se il grande Fellini aveva immaginato il tentativo di rivolta degli orchestrali contro il Direttore, Maurizio Olivari inventa per il suo ‘racconto musicale’ un Re Ribelle che porta a termine una piccola e fortunata rivoluzione delle note contro l’ignaro compositore. L’anarchia giocosa, almeno in questo caso, funziona a meraviglia. Legge il racconto Fabio Mangolini. Buon ascolto, buona visione e buon divertimento.
(I Curatori)
Lo Cunto de li Cunti – Maurizio Olivari, Un re ribelle,(2020), letto da Fabio Mangolini
UN RE RIBELLE
Faceva parte di uno spartito scritto da un giovane compositore dedito alla ricerca di nuove sonorità. Stava stretto nel pentagramma insieme ad altre disgraziate note, messe lì un po’ alla rinfusa, in attesa di una definitiva sistemazione.
Lui che era un Re, abituato a partiture d’elitè, romanze d’opera, brani sinfonici, non trovava pace in quella accozzaglia di colleghi, che si muovevano continuamente, sotto il rigo, sopra il rigo, senza una logica linea armonica a lui tanto cara.
Decise di ribellarsi e di abbandonare quello spartito, lasciandosi cadere nella cartella che raccoglieva altri fogli pentagrammati. I colleghi tentarono di trattenerlo, specialmente il Do, suo vicino da sempre e anche il Mi lo supplicava di non lasciarli soli. Senza un Re cosa avrebbero potuto essere ? Una scala senza un piolo.
Re non sentì ragioni e con un perentorio:- Chi mi ama mi segua!- si tuffò nel fondo della cartella.
Cominciò l’esplorazione delle composizioni, trovando note tristi e abbandonate insieme ad altri tre o quattro gruppi che si facevano coraggio in attesa di essere eseguite, con l’effetto che loro già conoscevano essere disastroso.
Si mise sopra una chiave di violino in capo al rigo e cominciò un discorso da affabulatore.
– Colleghe, amiche – sentenziò con una voce un tono sotto- noi siamo nate e siamo servite a creare capolavori musicali che tutto il mondo ci invidia. I compositori ci hanno sempre sistemato nel pentagramma, con grazia, qualche volta forzando la mano ma sempre a fin di bene.
Tutte le note presenti ascoltavano con attenzione quel Re, così determinato e coinvolgente che continuava alzando la voce di un mezzo tono: – Siamo state nelle grandi opere: Aida, Tosca, Traviata e tante altre vero?
– Si!, risposero tutte in coro.
– Abbiamo fatto commuovere intere generazioni vero?
– Si…Si…!, – reagirono le colleghe – siamo state anche in romantiche canzoni,come Mamma, Tu che m’hai preso il cuor, Signorinella…
– Io c’ero, gridò un La.
– Anch’io!, intervenne un Mi bemolle,
– Ebbene ora ci vogliono mettere in brani che non hanno né capo, né coda, con effetto sonoro da distruggere i timpani di chi ascolta. Ora basta. Volete voi ribellarvi con me?
Un coro unanime di approvazione riempì la cartella.
Re ribelle, rinfrancato da tanta partecipazione, iniziò a pensare ad un piano che mettesse in risalto la loro volontà di musica, anche leggera ma non dodecafonica.
Chiamò a sé il suo fido amico Re bemolle, chiedendogli di andare a reperire più note possibili, disposte a seguirlo nel suo progetto.
– Portami – disse con autorità – alcuni Mi, 5 Sol, qualche La e tutti i Si che trovi. Io chiamerò i miei amici di accordo in DO e i miei parenti RE.
Era indeciso se programmare una romanza o un Requiem, un coro alpino o una canzonetta.
Sentito il parere del gruppo d’azione, si decise per una canzone, un brano di facile ascolto, che tutti potessero cantare.
Il fido Mi bemolle arrivò con il gruppo di note richieste e anche con qualche riserva, vecchie note che stavano tutte insieme in alcune scale,di un brano per coro.
Re ribelle procurò dalla cartella, un foglio pentagrammato intonso e cominciò l’azione di scrittura posizionando il piccolo esercito sul rigo e negli spazi, nell’ordine atto a formare quel motivo che gli era nato in testa, per la sua piccola rivoluzione.
– Avanti iniziamo! All’attacco! Mettetevi in ordine di chiamata!
MI RE LA
MI RE
RE DO SOL
SOL SI RE DO
DO LA DO SI DO RE DO
DO LA DO SI DO RE DO
LA SI DO LA SI DO
SI SOL LA SI SOL LA SI
SI DO RE SI DO RE
DO SI DO
Terminata la stesura, tutte le altre note di riserva applaudirono con entusiasmo, cantando in coro il motivetto appena nato. Il Re ribelle fu portato in trionfo.
Il foglio finì fra le mani del giovane compositore che non ricordava questo suo scritto. Lo trovò gradevole tanto da indurlo a sviluppare quel tema, così moderno, in un periodo musicale fermo a melense melodie.
Quella canzone, nata dall’idea di un Re ribelle, ebbe un successo mondiale.
Il compositore si chiamava Mimmo.
Maurizio Olivari, Un re ribelle, aprile 2020 (in piena pandemia da Coronavirus)
Cover: elaborazione grafica di Carlo Tassi
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