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PAROLE A CAPO
Beniamino Marino: “Il volo” e altre poesie

Articolo pubblicato il 7 Luglio 2020, Scritto da Benini & Guerrini

Tempo di lettura: 2 minuti


Rubrica a cura di Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini

“La poesia ci abitua a pensare. Il pensare ci abitua a pensare l’essere (fisico, psichico, storico) dentro al tempo, come suo orizzonte”.
(Gianni D’Elia)

 

DIETRO L’ORIZZONTE

Apro gli occhi ancora assonnati.

Scruto l’orizzonte e il cielo azzurro di stamani.

Si insinua agile il pensiero bello di te

nelle fessure del cuore mio torvo.

Vago indolente per le strade deserte, mi segue il ricordo

del suono argentino del tuo sorriso e della voce.

Vorrei che tu fossi accanto a me ora.

Quante emozioni si ridestano, rinasco finalmente.

Incedono come selvaggi cavalli, onde di un mare procelloso.

Desideri che si eclisseranno dietro l’orizzonte tra qualche ora, il sole

declinante li imporporerà coi suoi raggi.

Forse ti rivedrò?

Saremo felici di nuovo.

 

IL VOLO

Fuggi, ti esorto con tutto

il cuore. Fuggi lontano

da questi miasmi pestiferi,

da questo assordante

chiacchiericcio.

Bevi fino ad ubriacarti

il liquido prezioso del

cielo terso

di questo mattino invernale.

Danza mostrando

il corpo tuo sinuoso,

effondi i tuoi

profumi inebrianti,

fai ondeggiare la tua

ricciuta chioma.

Fai strabuzzare

gli occhi degli angeli

ancora assonnati.

Ridesta la loro voglia d’amore.

Rendi meno infelice,

grama la loro vita.

 

TRAMONTO SURREALE

Incedo lentamente sul

sentiero del bosco

cosparso di foglie gialle e

rosse,

i miei piedi le frantumano,

il loro suono interrompe il

silenzio.

Pensieri che volteggiano

insieme

ai ricordi nella mente.

Occhi bagnati dalle lacrime

che brillano come perle preziose.

Il sole scaglia i suoi ultimi

raggi,

tinge le nuvole di rosso,

prima di

scomparire oltre la linea

dell’orizzonte.

Si odono le grida di

bambini

che giocano lontano

da me.

Nulla scuote la mia

indifferenza,

la speranza si allontana

per andare altrove.

Lascia le sue impronte ed

io le seguo

con gli occhi invano.

La notte cala dal cielo,

un prezioso sudario

avvolgerà la città.

Il mio cuore si distende su

quel letto di foglie,

il silenzio del bosco lo

inebrierà.

Beniamino Marino
“E’ un compito ostico e semplice quello di scrivere pochi pensieri per descriversi. Sono un 58enne, amo leggere romanzi, poesie e saggi.  Nutro un grande interesse per l’arte. Faccio fotografie con cui esprimo le mie emozioni. Dipingo saltuariamente. Scrivo da pochi anni poesie.”.

Dal 6 al 18 luglio  Parole a capo, la rubrica di poesia di Ferraraitalia, esce ogni mattina durante tutta la settimana.
Per leggere tutte le puntate e tutti i poeti di ‘Parole a capo’ clicca [Qui]
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani