LA GENTILEZZA CI SALVERÀ?
Primo, parziale, contraddittorio bilancio del dopo covid
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Sono stato alquanto indeciso se scrivere le poche righe che seguono. Poi nell’apprendere i risultati di uno studio di un sociobiologo e di una epidemiologa, descritti nel libro Biologia della gentilezza, che, ribaltando la teoria di Darwin, sostengono che “a sopravvivere saranno le persone che si comporteranno con gentilezza nei confronti degli altri”, mi sono convinto.
Molti lo hanno scritto o dichiarato, durante la fase più restrittiva e drammatica del confinamento causato dall’epidemia da covid-19, che il ‘dopo’ ci avrebbe visti migliori, che il virus ci avrebbe fatto scoprire le nostre qualità in termini di solidarietà, condivisione, attenzione agli altri. Non so dire se siamo già in quel dopo.
Certo, a livello globale le grandi istituzioni, dall‘ONU alla Comunità Europea, agli Stati, a tanti governi, hanno fatto a gara nel dichiarare cambi di rotta delle politiche, sui temi dell’ambiente, nella lotta al cambiamento climatico, contro le disuguaglianze, e così via. Ma nel nostro microcosmo, nel proprio vissuto quotidiano, come è questo ‘dopo’? Ci ha cambiati, in meglio o in peggio?
Porto una recente esperienza personale. Era domenica e, percorrendo in bici Corso Porta Mare, a fianco della farmacia, un’auto parcheggiata per la quasi totalità sul marciapiede come non si vedeva da settimane, vuoi per la scarsità del traffico che per la presenza quasi costante di persone in fila che attendevano il proprio turno per entrare in farmacia, mi ha fatto pensare al ritorno a quella ‘normalità’ che tanti hanno auspicato durante le restrizioni e la lontananza dal mondo ‘reale’. Passando di fianco all’auto mentre il guidatore stava salendo, più a gesti che a parole, ho fatto presente che avrebbe potuto utilizzare il parcheggio che, a pochi metri, presentava molti spazi vuoti. Allontanandomi ho chiaramente udito gli epiteti che venivano inviati nei miei confronti.
In quel momento ho pensato che sì, eravamo tornati alla ‘normalità’, ma peggiorati! Poi, dopo qualche giorno, nel leggere in quel volume che “vive meglio e più a lungo chi evita i conflitti, è premuroso con gli altri, aiuta e condivide”, una flebile speranza ha fatto breccia in me.
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Gian Gaetano Pinnavaia
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