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Da: Ufficio Stampa

“Quando aziende importanti, come Trenitalia Tper, partecipate da Aziende leader e con tanto di celebrate policy aziendali, reagiscono in maniera scomposta, precipitandosi a smentire, ma allo stesso tempo a confermare, i contenuti delle osservazioni mosse dalla FAISA-CISAL dell’Emilia Romagna agli Organi deputati, a partire dal Prefetto, territorialmente competente al monitoraggio e all’esecuzione delle misure adottate, quali ad esempio la mancanza sui treni di bolli con pittogramma per il mantenimento della distanza sociale o i marker per i sedili da non utilizzare, o gli adesivi per contrassegnare le porte di salita e discesa, dimostrano che, evidentemente, il Sindacato, quel Sindacato, aveva ragione”. Così la Cisal che in una nota aggiunge: “Nessuno può mettere in discussione gli interventi adottati dalla maggior parte delle aziende, che in collaborazione con i lavoratori, rappresentati dalle Organizzazioni Sindacali nei Comitati, laddove l’applicazione dei Protocolli è stata coordinata ed effettuata in maniera inclusiva, hanno responsabilmente convenuto su misure a garanzia di una mobilità sicura per lavoratori ed utenti. Tuttavia, è scontato che tutti quelli che, per le stesse ragioni e responsabilità, avvertono possibili pericoli, hanno il dovere di appellarsi a chi ha il compito istituzionale di controllare, e non per questo si è irresponsabili o si può essere messi al bando come imprudenti. Semmai, si diventa tali qualora si omettesse di farlo. In questo caso, ma non solo su questo tema, – conclude la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori – come peraltro già fatto in passato, seppur volutamente inascoltati dal Gruppo FSI, che rimane creditori di riscontri e risposte, la Confederazione e le sue Federazioni di categoria continueranno a svolgere il loro ruolo senza condizionamenti, ma soprattutto a difesa del lavoro, della sicurezza e delle aziende manifestando, come sempre hanno fatto, la loro disponibilità responsabile a costruire situazioni migliori”.

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