Skip to main content

Da: Organizzatori

Lo scorso 4 maggio è iniziata la cosiddetta Fase 2, che porta con sè un progressivo allentamento delle restrizioni e la riapertura di diverse attività. La speranza di tutti noi è che la curva dei contagi continui la propria curva discendente, sino ad annullarsi completamente e consentirci di tornare alla normalità. Ma per la maggior parte dei comparti agricoli non c’è stata alcuna distinzione tra la Fase 1 e la Fase 2, perché gli agricoltori hanno continuato a lavorare, a produrre alimenti sani e di qualità con la solita alacrità e passione che li contraddistingue e che fino ad oggi non li ha abbandonati, nonostante le tante difficoltà che hanno dovuto affrontare, sia che si trattasse di avversità atmosferiche, di aggressioni di parassiti, malattie fungine o di specie animali invasive, di prezzi addirittura inferiori ai costi di produzione, di concorrenza sleale da parte di prodotti stranieri. Durante tutta questa emergenza gli agricoltori hanno continuato a lavorare, certo con maggiori difficoltà e timori per ciò che sta accadendo, ma con un rinnovato orgoglio e forse anche con maggior vigore, dettato dalla consapevolezza di quanto sia indispensabile il proprio lavoro. E proprio ora che sembra che tutti si siano accorti di quanto sia fondamentale il settore primario, occorre che ci si renda conto di quanto sia altrettanto importante sostenerlo, aiutando le aziende a migliorare la propria attuale condizione. L’emergenza sanitaria ha dimostrato che la produzione agroalimentare è un bene pubblico da tutelare e valorizzare, ed è per questo che dopo la giusta decisione di rinviare di due anni la riforma della Pac e di prorogare gli attuali fondi europei senza gli inaccettabili tagli al budget che erano stati ventilati, occorre mettere in atto un efficace piano strategico europeo per il rilancio del sistema agroalimentare, affidandoci alla ricerca e puntando decisamente sulle innovazioni tecnologiche. Altrettanto indispensabile mettere in atto un piano nazionale in grado di aumentare la capacità produttiva e la competitività delle aziende italiane, affinché venga garantito l’autoapprovvigionamento e la possibilità di acquistare nuovi spazi di mercato piuttosto che perderli a favore di prodotti stranieri. Oggi più di ieri le aziende hanno bisogno di liquidità e di un sistema bancario che sia in grado e al contempo disponibile a sostenerle, anche mediante un piano di consolidamento a lungo termine dei prestiti in essere. Occorrono poi aiuti specifici per quei comparti che hanno sofferto e continuano a soffrire le conseguenze del lockdown, in particolare i comparti dell’agriturismo e del florovivaismo, per i quali Confagricoltura propone il riconoscimento di un credito d’imposta commisurato alle perdite di reddito subite. Ma per rilanciare il sistema agricolo, in particolare quello ferrarese, occorre ridurre gli oneri previdenziali a carico delle aziende datrici di lavoro, e a questo proposito chiediamo l’estensione all’intero territorio nazionale delle agevolazioni previste per le zone montane e/o svantaggiate, e una semplificazione del sistema burocratico che governa questo nostro settore: le complessità burocratiche fanno salire enormemente i costi a carico delle aziende, soprattutto in un contesto di crisi epocale come quello che stiamo vivendo. Per una vera ripresa, occorre più coraggio e meno burocrazia!

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Riceviamo e pubblichiamo



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it