Da: Ufficio Stampa Lega
Bar e ristoranti apriranno per ultimi. Lo ha annunciato, fra le pieghe dell’ultimo Dpcm, lo stesso governo, che non ha incluso tali esercizi tra quelli che vedranno la loro riapertura con il resto delle attività commerciali. La cosa che preoccupa maggiormente, tuttavia, è il fatto che la scrupolosa osservanza delle regole (minimo un metro di distanza tra i clienti) costringerà a riorganizzare l’intera attività di somministrazione bevande o ristorativa. «Avremo la necessità di fare convivere le misure di tutela della salute di clienti e operatori, con la legittima esigenza delle attività di riavviare il proprio business, fortemente frenato dal prolungato “lockdown”», spiega il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, pronto a portare la questione fra le mura della sede di viale Aldo Moro, a Bologna. Le strade possono essere diverse, ma una questione è già allo studio (a livello sperimentale) a Bondeno e viene spiegata dal sindaco facente funzioni Simone Saletti: «Stiamo valutando varie ipotesi, in merito al tema dell’occupazione del suolo pubblico, delle riduzioni di Cosap e spese per la pubblicità, ed anche per la Tarip. Visto che la ratio del provvedimento è quella che la minor produzione di rifiuti dovuta allo stop dell’attività deve poter essere compensata da uno sgravio sulla tariffa». A livello contabile, il Comune di Bondeno sta lavorando per arrivare ad pacchetto di misure di sostegno, prevedendo che per il rispetto degli spazi e della sicurezza alcune attività ristorative o bar possano “sconfinare” su suolo pubblico. «La scelta – avvertono Bergamini e Saletti – è la conservazione del numero di coperti, a scapito di una parte dei marciapiedi, per fare un esempio, invece che optare per la riduzione di una parte dei tavoli e dei clienti. Con conseguente riduzione dei dipendenti necessari a servire ai tavoli e del personale in generale. L’obiettivo dev’essere la conservazione dei posti di lavoro e, per questa ragione, cercheremo di procedere affinché sia possibile un’estensione controllata degli spazi delle attività ristorative e dei bar che ne faranno richiesta, agevolando la formula delle domande necessarie, e sgravando le attività dalle imposte. Del resto, in un momento difficile, occorrono risposte straordinarie».
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