Da: Ufficio Stampa Lega
«Le decisioni che condannano il Comune di Ferrara sulle modalità di erogazione dei buoni pasto sono senza precedenti e, a mio modo di vedere, assolutamente ingiuste. In un momento di difficoltà è doveroso per un amministratore contingentare le risorse esistenti, in questo caso i buoni spesa, senza privilegiare persone che si trovano illegalmente sul territorio nazionale o chi è già beneficiario di una rete di protezione, come quella di accoglienza per i migranti». Il consigliere regionale leghista Fabio Bergamini tende una mano al sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, cui il Tribunale della città ha espresso parere negativo – accogliendo il ricorso presentato da Asgi (Associazione degli studi giuridici sull’immigrazione) e dai sindacati – in merito alla delibera comunale con cui si erano fissati i criteri per ottenere i buoni spesa per le persone in difficoltà, distribuiti per fare fronte alle prime esigenze nell’emergenza sanitaria in atto. Secondo il Tribunale, il requisito del permesso di soggiorno per gli stranieri extra Ue, stabilendo di fatto priorità a favore dei cittadini italiani, rappresenta “una condotta discriminatoria”. «Credo, onestamente, che aiutare i cittadini italiani e in regola in una fase emergenziale come quella attuale non sia un reato – sbotta Bergamini – ed è la filosofia dell’ordinanza del Governo per i buoni spesa che indica di dare sostegno prioritario alle persone colpite economicamente dall’emergenza sanitaria. Non, quindi, a cittadini stranieri come i richiedenti asilo, che hanno un quotidiano percorso di sostegno non invalidato dal virus.
Fa sorridere poi tutto il rumore fatto dalla sinistra locale, quando i criteri scelti per il reddito di cittadinanza del Governo PD-5Stelle sono assai più stringenti (essere cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con permesso di soggiorno) di quelli individuati dalla Giunta Fabbri.
Dunque, Alan Fabbri ha agito correttamente».
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