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Rubrica a cura di Fabio Mangolini e Francesco Monini

Inizia oggi – e vi terrà compagnia ogni giorno per almeno un mese – una nuova rubrica. O qualcosa di più, un esperimento che ha visto il concorso di un nutrito gruppo di amici, redattori e collaboratori, che è giusto citare qui, in rigoroso ordine alfabetico: Fabrizio Bonora, Marcello Brondi, Jonatas Di Sabato, Paola Felletti Spadazzi, Enrico Taccone, Carlo Tassi.
Siamo partiti da una idea semplice, essenziale, quasi elementare: presentare al pubblico (quello di Ferraraitalia e quello più vasto di You Tube) brevi ‘letture ad alta voce’ . Adottando però una formula inedita. A differenza delle tantissime (e lodevoli) esperienze del genere, e che si sono decuplicate durante questo tempo di clausura virale, qui troverete solo Racconti di Qualità interpretati da Lettori di  Qualità.  Abbiamo cioè scelto racconti brevi (non più di 10 minuti di lettura, a volte molto meno), racconti  classici e contemporanei, editi o inediti. E abbiamo affidato la lettura a voce alta a professionisti o semiprofessionisti. Vedrete anche che ogni video rispetta un format particolare, anche l’abbigliamento degli attori-lettori, il bianco o il nero, alludono a qualcosa: al pubblico svelare questo piccolo segreto.
Agli Autori, agli editori e agli interpreti abbiamo chiesto e ottenuto una liberatoria. Crediamo infatti che il lavoro culturale
(la scrittura come lo stare in scena) debba essere adeguatamente compensato: oggi in Italia questo non succede, ed è uno scandalo per un Paese che dovrebbe essere un faro dell’Arte, della Cultura, della Bellezza. Quando questo quotidiano avrà un minimo di portafoglio a disposizione, dare il giusto compenso a chi produce e veicola cultura sarà la prima cosa che faremo: ci prendiamo questo impegno già da oggi.
Intanto: buona visione, buon ascolto, buona lettura.
(Effe Emme)

Tratto da: Giacomo Leopardi, Prose (1809)

Vuoi leggere il testo? 

L’ AMICIZIA

Fra i migliori beni, che goder possa l’uomo in questa del pianto misera valle, non v’ha dubbio esservi l’amicizia. Ella è questa un frutto delizioso, del quale sembra la terra avara mentre, o non nasce, o inaridisce spuntato appena; o quando ciò non sia, degenera ben presto dal puro suo seme. Felice chi giunse a possederlo. Un vero amico è un tesoro. Renda pure col suo caldo l’Estate noiosi i suoi lunghi giorni: l’invernal bufera soffi pure, ed il rigido gelo impedisca all’erbe di germogliare: l’aspro affanno opprima il cuore, e la morte crudele ruoti sul capo l’adunca falce; l’amico sarà sempre di ristoro, e con esso il duolo si calmerà della sorte avversa. La saviezza, e la felicità nell’uomo si uniscono per l’amicizia. Se un affare di gran rilievo debbasi da alcuno trattare sempre dell’amico ricercansi i consigli, i quali son di ajuto per poter prosperamente condurre a fine l’opre incominciate. Sia pur anche un misero in oscuro carcere ristretto se la sorte di un vero amico gli fece dono avrà per questi un appoggio onde poter esserne liberato. Sia uno di ogni amico spogliato, d’ogni conforto ancora sarà privo, e costretto sarà a bere l’amaro calice delle sventure fino all’ultima feccia. L’uomo non nasce per se stesso, ma per la società. Che s’egli passar vorrà i suoi giorni nel silenzio di una solitudine, e lontano dal consorzio de’ suoi simili, i suoi pensieri quantunque colti, ed adorni di tutte quelle cognizioni, che render possono l’uomo saggio, non agitati da quelli di un amico, rozzi diverranno, ed, o a se, o alla società funesti: simile appunto alle acque de’ laghi, le quali perché non mosse dal vento facilmente s’imputridiscono; quelle poi del mare perchè di continuo da questo a quel lido agitate, e scosse, mai si corrompono.
Sì, che in vano tenta l’uomo di passar tranquillamente i suoi giorni; in vano cerca felicità in questa terra. Sieda pur egli su d’alto soglio fra le delizie di rumorosa corte, se non possiede un amico felicità non potrà giammai rinvenire. Tenga pur anche il possente scettro sopra l’universo, senza di questo nulla possiederà. Oh bell’amicizia quanto sei cara, e preziosa! Ma dove ritrovarti? Il nome d’amico è comune, ma la vera amicizia oh quanto è rara!

Giacomo Leopardi, L’Amicizia, tratto da Prose varie (1809)

Vuoi scaricare il testo? Clicca qui:  Giacomo Leopardi , L’amicizia

Cover: foto dello sfondo di Beniamino Marino, elaborazione grafica di Carlo Tassi

 

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