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In A due piazze, Riccarda e Nickname si sono chiesti con quali paradossi viviamo, quali contraddizioni danno senso ai nostri giorni. Un lettore ha raccontato la sua.

Un paradosso dal cuore

Cara Riccarda, caro Nickname,
Il paradosso più assurdo che quotidianamente vivo è l’amore. È qualcosa a cui non riesco a rinunciare e riempie le mie giornate, ma che continuo a ricercare anche quando lo trovo. Manca sempre qualcosa. L’amore è un paradosso: ne abbiamo bisogno, ma a volte lo snobbiamo, quando finisce lo rivogliamo. E quando lo abbiamo, capita che lo rendiamo flebile. Non so perché.
Nicola B.

Caro Nicola,
A me sta bene che l’amore sia un paradosso, anzi, solo così lo conosco (e riconosco): tra ciò che perdo e poi rincorro, rifiuto e riafferro, amo e detesto, capisco e non capisco, domino e subisco. E non c’è un prima e un dopo, capita sempre tutto insieme, confusamente, paradossalmente. Per fortuna. Sì, non voglio doverci ragionare. Non lo voglio come materia di studio, ma solo come oggetto d’amore.
Riccarda

Caro Nicola,
Dal paradosso al casino, oppure all’essenza delle cose. L’amore è passione, ricerca e conquista, per cui si affievolisce allo scemare di queste? Oppure è una costruzione che vuole buone basi ma necessita anche di robusti pilastri, da edificare nel tempo?
Per me, che comunque non lo so, ci sono tutte queste componenti. A meno che tu non sia costituzionalmente votato al rinnovarsi del desiderio, che implica anche il cambio dell’oggetto (o soggetto) del desiderio stesso.
Nickname

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it