Bondeno: rete donna e sportello anti-violenza nel dibattito in consiglio comunale.
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Da: Comune di Bondeno.
Il dibattito consigliare si è concentrato, per una volta, sui temi della donna, con due progetti in rosa arrivati in discussione, martedì sera. Si parla, ovviamente, dello Sportello Antiviolenza e di Rete Donna, i quali stanno muovendo i loro primi passi. La dirigente del servizio sociale, Paola Mazza, ha avvertito il consiglio comunale dell’istituzione del nuovo “centro antiviolenza” in partenza alla Casa della Salute di Bondeno. Un progetto che ha ricevuto un contributo regionale, di cui Bondeno usufruirà quale ente capofila per il territorio. La gestione dello sportello avverrà attraverso l’affidamento del servizio all’associazione “Donna e Giustizia”, in collaborazione con l’Ausl di Ferrara, la quale ha messo a disposizione un ambulatorio nella struttura antisismica appena inaugurata al “Borselli”, che potrà accogliere le donne che avranno la necessità di rivolgersi a tale servizio. L’assessore alle politiche sociali Francesca Piacentini aggiunge alcuni dettagli sulla nascita del progetto: «è sotto gli occhi di tutti come la violenza sulle donne sia piuttosto diffusa, in varie forme nella nostra società – dice Piacentini all’assemblea –. Lo sportello non avrà soltanto una funzione per le donne che hanno subito violenza, bensì anche un carattere preventivo. Andando a disincentivare comportamenti che sono purtroppo presenti nella nostra società. A livello di Distretto Ovest l’intenzione era quella di allargare la rete di sportelli simili, e la Casa della Salute ci è parsa un luogo idoneo per sviluppare tale progettualità, garantendo la stessa privacy delle utenti che vi si rivolgeranno». Piacentini ha ringraziato l’Ausl e l’associazione “Donna e Giustizia”, che sono i partner del progetto, ed ha voluto sottolineare l’atteggiamento costruttivo dell’opposizione, mentre l’assessore alle pari opportunità, Francesca Aria Poltronieri ha avuto parole d’elogio per il Consiglio comunale dei Ragazzi, il quale ha avuto un ruolo attivo nell’ideazione del nome e del logo. Luca Pancaldi (lista Civica per Bondeno) ha rimarcato l’importanza di tutte le iniziative che «prevengano la violenza di genere», sottolineando però un problema spesso sottaciuto come «la violenza (psicologica) che riguarda gli uomini. Vorrei che l’assessore Piacentini, nel suo impegno di portare avanti questo progetto che avrà il mio voto favorevole, si interessasse del problema con la stessa attenzione che riguardò in passato i padri separati – ha detto Pancaldi –. Aprendo lo sguardo su quelle forme di violenza che sono meno appariscenti, come varie sfaccettature del bullismo». Anche il Pd appoggia il progetto dello Sportello Antivolenza ed il suo segretario Tommaso Corradi aggiunge come «il coinvolgimento del Consiglio dei Ragazzi – ha detto all’assise – sia imprescindibile». Per lo stesso ruolo che può avere a livello culturale – si è appreso dalle parole del consigliere Dem – per contrastare fenomeni che contribuiscono a creare il substrato in cui spesso nasce la violenza sulla donna. Quasi in continuità, il consiglio passa in rassegna l’accertamento in entrata di risorse che serviranno per sostenere un altro tema in “rosa”: Rete Donna. Bondeno, come noto, ha ottenuto attraverso un corposo programma teso a migliorare la qualità della vita della donna, un finanziamento regionale, attraverso la partecipazione ad un bando. La donna, secondo le intenzioni del legislatore, dovrebbe essere agevolata nel suo inserimento al lavoro, nelle possibilità di carriera. Il Comune si sta avvalendo dell’ente di formazione Ial Emilia-Romagna di Ferrara per l’organizzazione di due percorsi formativi, per baby-sitter e per assistenti familiari. L’assessore alle pari opportunità Poltronieri sottolinea la collaborazione tra il suo assessorato e quello alle politiche sociali, «perché il progetto “Rete Donna” – ha concluso Poltronieri – intende formare persone alle quali la cittadinanza si possa rivolgere in tranquillità: i target dei bambini, degli anziani e dei diversamente abili sono utenze “fragili”, da tutelare, evitando anche in questo contesto il nascere di forme di violenza e sopraffazione sui più deboli».
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