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7 Febbraio 2020

Giovani impresa incontra Coprob

Tempo di lettura: 3 minuti


Da: Coldiretti di Emilia Romagna.

Visita degli under 30 di Coldiretti all’unica azienda italiana di produzione dello zucchero. Nonostante le difficoltà del mercato la produzione di bietole può ancora essere una opportunità per certe aziende agricole.

Opera dal 1962, produce mediamente 250.000 tonnellate di zucchero “made in Italy”, coltivando attraverso i circa 5.700 soci oltre 30.000 ettari di bietole nel bacino produttivo dell’Emilia-Romagna e Veneto ai quali si stanno aggiungendo altre superfici in regioni diverse, dando lavoro a circa 270 dipendenti (oltre ad altri 300 stagionali). In estrema sintesi è la fotografia della Cooperativa Produttori Bieticoli, con sede a Minerbio, dove si trova anche uno dei due ultimi zuccherifici italiani ancora in attività (il secondo si trova a Pontelongo, nel padovano e fa sempre capo a COPROB), oggetto di una visita da parte di una delegazione dei Giovani di Coldiretti Emilia-Romagna nei giorni scorsi.

Con l’aiuto dei dirigenti e tecnici della cooperativa è stato fatto il quadro del settore, che ha visto l’impegno di COPROB nell’investire importanti risorse per acquisire e modernizzare gli stabilimenti di produzione, certificare le produzioni secondo una precisa logica di filiera (integrata e sostenibile) diventando attraverso il marchio Italia Zuccheri, l’unico soggetto in grado di commercializzare zucchero realmente made in Italy, compreso lo zucchero grezzo e la versione biologica, proposti non come “commodity” ma come prodotto che assume anche aspetti etici, sociali, ambientali (un ettaro di bietola assorbe la stessa quantità di CO2 di un ettaro di bosco) ed economici.

Non sono mancate e non mancano tuttora le difficoltà, a partire dagli effetti della riforma europea del settore che ha portato dapprima alla chiusura di quasi tutti gli zuccherifici italiani ed all’abbandono della coltura della bietola da parte degli agricoltori, ed ora con la cancellazione delle quote, a mettere in concorrenza lo zucchero europeo derivato dalla bietola, con quello del mercato mondiale derivato dalla canna da zucchero con quotazioni decisamente ridotte rispetto al passato, oltre al peso dei maggiori costi di produzione italiani rispetto ad esempio ai concorrenti europei Francia e Germania.

Eppure, nella coerenza dell’adesione alla progettualità di Coldiretti sull’origine delle produzioni ed alla filiera agricola, lo zucchero italiano è oggi richiesto sia dai consumatori, sia da molte industrie alimentari, disponibili a pagare un prezzo che consente una remunerazione interessante anche all’agricoltore, ben superiore ai prezzi correnti del mercato mondiale, che pure è in fase ascendente.

Certamente non è una coltura facile, ma la sua introduzione nella rotazione aziendale apporta benefici agronomici e fornisce una alternativa a colture non più remunerative, a condizione di avere il terreno adatto e poter applicare correttamente e tempestivamente le necessarie tecniche agronomiche e colturali, compresa l’irrigazione e l’utilizzo delle varietà più adatte al proprio areale ed agli obiettivi colturali che si traducono in un contratto di filiera integrata.

Uno spunto interessante è legato alla produzione di zucchero biologico made in Italy, praticamente unici in Europa, che punta superare i 2000 ettari di bietola e ritagliarsi una fetta di mercato di rilievo, dando opportunità alle imprese agricole di realizzare una PLV appetibile.

Condivise da Coldiretti le sollecitazioni per un piano di filiera dello zucchero italiano sostenibile, una revisione della politica UE sulle quote di produzione e scongiurare la “sugar tax” che rischia di gravare i costi industriali di molte imprese, attaccando un prodotto che se inserito in una dieta equilibrata apporta importanti valori nutrizionali.

L’incontro si è chiuso con una visita allo zuccherificio, che applica i più moderni concetti produttivi e le migliori tecnologie per garantire ai consumatori un prodotto di qualità certificata. L’appello finale è stato quello di considerare l’opportunità dell’introduzione o reintroduzione della coltivazione della bietola in azienda, facendo attraverso i tecnici di COPROB i necessari approfondimenti e le dovute valutazioni.

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