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Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

In Italia, una recente legge nazionale ha messo mano al sistema di accoglienza. Un sistema che – non ho problemi a dirlo – presentava molte pecche e lacune e doveva essere rivisto. Il guaio è che quella legge, che porta il rassicurante nome di ‘decreto sicurezza’, in realtà, ha peggiorato la vita degli italiani, oltre a quella dei migranti.

Grazie al decreto, che è anche noto come ‘decreto Salvini’ dal nome del suo padre politico, è stata soppressa la cosiddetta accoglienza di secondo livello, che veniva realizzata dai Comuni attraverso i progetti Sprar. Oggi, quindi, rimane solo un sistema che si poggia sulle Prefetture, che emettono bandi rivolti ad organizzazioni e imprese per le quali è previsto un solo obbligo: controllare i migranti che vengono loro assegnati.

Sorveglianza, dunque, ma senza integrazione.

Va da sé che chi risponde ai bandi delle Prefetture, oggi tende a concentrare il più possibile le persone assegnate in modo da abbattere i costi di gestione. Tutto lecito e legittimo anche se dannatamente sbagliato. I Comuni sono de-responsabilizzati e se non sanno o non vogliono intervenire, non lo faranno.

L’accoglienza diffusa, accompagnata a percorsi di integrazione – che contemplavano mediazione sociale, studio, formazione, inserimento lavorativo – non esiste più.

Quindi capita che anche migranti che sono già da tempo in Italia vengano presi e concentrati, per essere tenuti da qualche parte, facilmente sorvegliabili da pochi addetti. Ecco cosa sta capitando anche a Ravalle nel ferrarese e capiterà altrove se non si rimette mano a queste regole che servivano solo a fare demagogia e non a risolvere un problema, ma a crearne uno nuovo, ben più grave!

Noi siamo pronti a confrontarci su come rivedere la normativa attuale, tremenda, e a migliorare anche quella che c’era prima. Siamo pronti ad abbandonare vessilli partitici e a ragionarne con tutti. Se ne fossimo capaci faremmo certamente un buon servizio ai cittadini.

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